Quella dell'IA non è solo una questione di algoritmi e potenza di calcolo. Lo scenario coinvolge direttamente ambiti molto tecnici, come le fondamenta e l'architettura delle reti aziendali. Il paradigma tradizionale, ottimizzato per un traffico "nord-sud" (dai client ai server centrali), si dimostra inadeguato a gestire l'intenso traffico "est-ovest" generato dai moderni carichi di lavoro IA, dove migliaia di processori e GPU comunicano incessantemente tra loro. In questo nuovo contesto, ogni microsecondo di latenza o la perdita di un singolo pacchetto di dati può causare lo stallo di costose risorse di calcolo, vanificando gli investimenti e ritardando il completamento dei processi (Job Completion Time), la metrica fondamentale per il successo nell'era IA.
Per rispondere a questa sfida, l'industria sta convergendo verso un nuovo modello architetturale noto come "AI Fabric". Si tratta di una rete non più gerarchica ma piatta, simile a un tessuto interconnesso, progettata specificamente per garantire prestazioni estreme. Le sue caratteristiche fondamentali sono una larghezza di banda elevatissima, latenza ultra-bassa e un'architettura "lossless", ovvero senza perdita di dati. Quest'ultimo aspetto è cruciale e viene ottenuto tramite protocolli come RDMA over Converged Ethernet (RoCEv2), che permette un accesso diretto alla memoria tra server, bypassando la CPU e riducendo drasticamente i ritardi. In questo scenario di profonda trasformazione, i principali attori tecnologici stanno proponendo le loro soluzioni per costruire le reti del futuro. Arista Networks, per esempio, promuove un'architettura basata su standard aperti chiamata "AI Spine", che utilizza una topologia a due livelli (leaf-spine) per creare reti scalabili, semplificate e ad alte prestazioni, capaci di interconnettere decine di migliaia di GPU in un unico sistema coerente. L'approccio di Arista mira a fornire una visibilità profonda sui flussi di traffico e sulla latenza, permettendo di ottimizzare dinamicamente la rete per le esigenze specifiche delle applicazioni di intelligenza artificiale.
E il recente Cisco Networking Research 2025 restituisce un'immagine dell'Italia perfettamente allineata con le tendenze globali: il 96% dei responsabili IT nazionali considera indispensabile una modernizzazione delle reti per implementare efficacemente soluzioni di IA, IoT e cloud. Una percentuale che testimonia come la trasformazione non sia più una scelta strategica, ma una necessità imprescindibile per la sopravvivenza digitale delle organizzazioni. Eppure, il contesto nazionale è quello in cui il 68% (77% il dato globale) ha affrontato gravi disservizi – dovuti principalmente alla congestione, agli attacchi informatici e a errori di configurazione delle reti. Un grave disservizio all’anno per azienda costa, a livello globale, fino a 160 miliardi di dollari.
Il paradosso della sicurezza nell'era iperconnessa
Mentre le aziende italiane accelerano verso un futuro sempre più interconnesso, emerge un paradosso significativo: più si ampliano le possibilità offerte dalla tecnologia, più cresce l'urgenza di proteggere l'infrastruttura che le rende possibili. Il 98% dei leader IT italiani identifica nella sicurezza di rete un elemento fondamentale per le attività e la crescita aziendale, con oltre la metà che la considera assolutamente cruciale.
Questa preoccupazione trova radici concrete nei dati: il 68% delle aziende italiane ha dovuto affrontare gravi disservizi nell'ultimo anno, principalmente causati da congestioni, attacchi informatici ed errori di configurazione. Un fenomeno che, su scala globale, comporta costi stimati fino a 160 miliardi di dollari annui, evidenziando come la resilienza delle reti non sia più un lusso tecnologico ma una questione di sopravvivenza economica.
La risposta italiana a questa sfida si manifesta attraverso investimenti mirati: l'83% dei responsabili IT prevede di aumentare la quota del budget complessivo destinata alle infrastrutture di rete, riconoscendo che il 94% di loro considera le reti migliorate come strumento di rafforzamento della sicurezza aziendale.
L'intelligenza artificiale come catalizzatore di ricavi
L'approccio delle imprese italiane all'intelligenza artificiale rivela una maturità strategica significativa. Il 58% dei leader IT nazionali identifica nell'adozione di strumenti di IA il principale driver di crescita dei ricavi derivante dalla modernizzazione delle reti. Questa visione si concretizza attraverso l'automazione e la personalizzazione dell'esperienza cliente, elementi che consentono di offrire servizi più rapidi e su misura, rafforzando la fidelizzazione e stimolando la crescita organica.
Tuttavia, l'implementazione dell'IA presenta sfide infrastrutturali considerevoli. Il 76% dei responsabili IT italiani ammette che i data center attuali non soddisfano pienamente le esigenze dell'intelligenza artificiale, spingendo l'87% a prevedere un'espansione delle capacità, sia on-premise che nel cloud.
Nonostante il consenso unanime sull'essenzialità delle reti automatizzate basate sull'IA per la crescita futura, emerge un gap implementativo significativo: solo il 32% delle aziende italiane ha già attivato funzionalità intelligenti come segmentazione, visibilità e controllo, necessarie per rendere la rete realmente adattiva.
Il valore tangibile delle infrastrutture moderne
Le aziende italiane stanno già raccogliendo benefici concreti dalle loro reti esistenti, generando valore principalmente attraverso il miglioramento dell'esperienza cliente (52%), l'aumento dell'efficienza operativa (34%) e la promozione dell'innovazione (42%). Questi risultati dimostrano come l'investimento in infrastrutture di rete non rappresenti semplicemente un costo tecnologico, ma un moltiplicatore di valore per l'intero business aziendale.
Tuttavia, gran parte di questo valore rischia di essere compromesso se rimane ancorato a infrastrutture non progettate per l'IA o per la scalabilità in tempo reale. I responsabili IT italiani hanno identificato lacune critiche da colmare: sistemi a silos o parzialmente integrati (58%), implementazioni incomplete (57%) e una gestione ancora eccessivamente manuale (42%).
Le aspettative future sono ambiziose ma realistiche: l'88% dei responsabili IT italiani ritiene che una rete migliorata possa generare direttamente nuovi ricavi, mentre il 92% si aspetta risparmi significativi grazie a operazioni più intelligenti, minor numero di disservizi e una ridotta richiesta energetica.
Come sottolinea Chintan Patel, CTO e Vice President Solutions Engineering di Cisco EMEA: "L'IA sta rivoluzionando ogni cosa, e l'infrastruttura è al centro di questa trasformazione. La rete ha alimentato ogni ondata di trasformazione digitale, accelerando la convergenza di IoT, cloud, lavoro ibrido e contribuendo a contrastare le crescenti minacce alla sicurezza. I responsabili IT sanno bene che la rete che creano oggi determinerà ciò che sarà l'azienda di domani."
Il Cisco's 2025 AI Briefing globale conferma l'allineamento strategico tra CEO e leader IT: il 97% dei primi dirigenti sta ampliando l'utilizzo dell'IA e il 78% si affida al CIO o al CTO per le decisioni relative agli investimenti. Tuttavia, il 74% riconosce che infrastrutture obsolete stanno già frenando la crescita, evidenziando l'urgenza di un approccio sistemico alla modernizzazione.
In questo contesto di trasformazione architettonica, il 96% del top management considera le partnership affidabili un fattore chiave per il successo, riconoscendo che la complessità delle sfide richiede competenze specializzate e soluzioni integrate. Lo studio, basato su un'indagine condotta su 8.065 leader senior in ambito IT e business in 30 mercati globali, restituisce un quadro in cui l'Italia si posiziona come protagonista consapevole di una rivoluzione tecnologica che ridefinirà il panorama competitivo dei prossimi decenni.