La digitalizzazione ha portato ritmi più frenetici e dinamiche mutate in molti campi operativi, non ultimo quello degli appalti pubblici. In tale ambito, il progresso è scaturito nel cosiddetto e-procurement, ossia il processo che prevede la dematerializzazione di tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici. Questo processo, introdotto dal nuovo Codice Appalti del 2023, coinvolge dalla programmazione, all'affidamento, fino all'espletamento dei contratti. I benefici? Maggiore velocità, efficienza e controllo delle procedure pubbliche di acquisto.
Il panorama italiano dell'e-procurement
Tra le novità più rilevanti del Codice Appalti, vi è l'obbligo per le stazioni appaltanti di utilizzare piattaforme di approvvigionamento digitale certificate (le cosiddette “PAD”) per gestire tutte le fasi degli affidamenti dei contratti pubblici. Una tappa cruciale in questo processo è segnata dall’istituzione della Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP). Si tratta di un archivio gestito dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), organizzato in sezioni contenenti informazioni variegate sulle procedure di appalto, gli operatori economici e le stazioni appaltanti. Rigorosamente interoperabile con le PAD delle singole stazioni appaltanti, rappresenta un formidabile strumento di trasparenza e controllo.
Non è scontato tuttavia che i cambiamenti siano stati recepiti senza intoppi: numerose stazioni appaltanti hanno dovuto rivedere dalla radice le loro procedure, adeguare la propria organizzazione, ottenere certificazioni. Nonostante ciò, l’ANAC e il legislatore sono intervenuti per superare le criticità che avevano messo alla prova la gestione del nuovo sistema di e-procurement nazionale, con l’obiettivo di incrementare l’interoperabilità tra le PAD e la BDNCP. Sempre di più, grazie alle nuove disposizioni del Codice Appalti, si parla di un ecosistema digitale dei contratti pubblici. Come si articola? In due principali elementi: la BDNCP, organizzata in varie sezioni e in grado di fornire informazioni e servizi utili ai vari attori coinvolti nel mondo degli appalti; e le Piattaforme Digitali di Approvvigionamento, che consentono di gestire tutte le fasi dei contratti pubblici in maniera digitale.
Gli indubbi vantaggi dell’e-procurement
Non va sottaciuta l’importanza dell'aspetto competitivo nell'implementazione dell'e-procurement. Le imprese, infatti, grazie alle PAD, hanno la possibilità di individuare nuove opportunità, essendo così garantita una maggiore visibilità dei bandi di gara, e accedere a tutta la documentazione relativa alle gare in un modo più diretto, senza la necessità di interventi umani. Tutto ciò si riflette in un incremento della competitività nelle procedure, aperte sia a livello nazionale sia internazionale. Un ulteriore beneficio della digitalizzazione delle procedure di gara si riscontra nell’efficienza con cui si conducono dette procedure. La digitalizzazione di ogni passaggio contribuisce a ridurre le tempistiche, garantire l'accuratezza dei controlli e limitare gli errori.
Principali novità legislative
Oltre ai traguardi già raggiunti, il legislatore ha in cantiere ulteriori interventi riguardanti l'e-procurement. Alcune delle misure mirano ad uno scambio dati più efficiente tra il Fascicolo Virtuale dell'Operatore Economico e il Documento Unico di Regolarità Contributiva, mentre altre si concentrano su iniziative per risolvere i problemi di malfunzionamento dei sistemi di e-procurement e l'accesso digitale al consenso al trattamento dei dati personali.
Insomma, l'e-procurement rappresenta una rivoluzione nel moderno scenario degli appalti pubblici, con l'obiettivo di un'efficienza amministrativa potenziata e scenari di concorrenza più vivaci. Bisognerà ora far sì che i benefici derivanti dalla digitalizzazione non restino meri proclami, ma diventino realtà operative quotidiane, per un'efficiente gestione dei contratti pubblici nel rispetto della trasparenza e della legittimità.