1899 Stagione 1 recensione: nella tana del Bianconiglio

Dai creatori di Dark,1899 Stagione 1 è un viaggio per mare nella mente nella mente dei passeggeri di una nave...

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a cura di Lucia Lasorsa

-Redattrice

1899 Stagione 1 è la nuova, attesissima serie ideata da Baran bo Odar e Jantje Friese, conosciuti per aver creato Dark, la serie televisiva sui viaggi nel tempo migliore che vedrete mai. 1899 Stagione 1 si muove su binari paralleli a Dark, rivelando una struttura molto simile, mantenendosi comunque indipendente e originale, soprattutto dal punto di vista narrativo.

1899 Stagione 1 recensione: nella tana del Bianconiglio

Proprio come quella di Dark, la storia raccontata in 1899 Stagione 1 è a tinte fosche e vede come protagonisti principali personaggi tormentati dagli incubi del loro passato. Per darvi un'idea della trama della serie, potete consultarne la sinossi ufficiale, che trovate qui di seguito:

"Alcuni eventi misteriosi modificano la rotta di una nave di migranti diretta a New York nel 1899, portando i passeggeri perplessi di fronte a un enigma spiazzante".

Ci rendiamo perfettamente conto del fatto che questa sinossi sia incredibilmente vaga, ma c'è un motivo: ulteriori dettagli rischierebbero di inficiare fortemente la visione della serie. Per questo motivo, teniamo a precisare che escluderemo dalla nostra analisi determinati aspetti di 1899 Stagione 1, proprio per evitare di esporvi a spoiler massicci.

Dark e 1899 Stagione 1: stessa struttura, nuova esperienza

Baran bo Odar e Jantje Friese ci hanno abituati, con Dark, a una struttura narrativa incredibilmente fitta e diramata che offre moltissimi spunti diversi, il che non è certo inusuale. Ciò che rende il racconto di Dark inusuale è una sorta di sovrastruttura schematica che si sovrappone a quella narrativa, creando, così, un racconto diversificato che, però, resta vincolato a una serie di schemi che si rivelano anche dopo svariate visioni. Ad esempio, alcune inquadrature sono speculari ad altre, alcuni eventi avvengono lo stesso giorno, alla stessa ora, ma in epoche diverse, ed è presente anche una fortissima simbologia numerica.

In 1899 abbiamo riscontrato una fortissima simbologia legata al numero 3, come evidenzia anche la locandina della serie, che ci mostra le onde del mare che formano un triangolo. Il simbolo stesso della serie è un triangolo rovesciato solcato da una linea orizzontale, e l'ultimo episodio si intitola "Piramide". Cos'altro si nasconde dietro il numero 3?

Un'altra caratteristica di Dark sono i frequenti plot twist, colpi di scena che ribaltano del tutto le conoscenze preacquisite e che, addirittura, fanno ascrivere la serie a generi diversi: si va del thriller investigativo della prima stagione ai viaggi nel tempo nella seconda, per sfociare nel plot twist degli universi paralleli della terza e ultima stagione. Ma perché ve ne stiamo parlando? Perché 1899 Stagione 1 sembra proprio ricalcare lo schema strutturale di Dark: vedrete, infatti, mutare piuttosto drasticamente le vostre idee...

A tal proposito, vi diamo un consiglio: a prescindere da tutto ciò che vedrete, ascoltate con molta attenzione le parole della voce narrante esterna in apertura della serie. Esattamente come la voce di Tannhaus all'inizio di Dark, questa voce femminile (non vi diremo a chi appartiene per evitare spoiler) rivela la vera tematica della serie. Dunque, non lasciatevi ingannare da ciò che vedrete, perché "tutto non è sempre come sembra, in questo posto".

Un altro punto in comune con Dark sono le ambientazioni: cupe, spesso così scarsamente illuminate da rendere la visione difficoltosa, e "asettiche": tutto è disposto in maniera ordinata, fredda, come fredda è la tavolozza dei colori prediletta da una fotografia sempre attenta a cogliere le espressioni degli attori, eccezionali e coinvolgenti. Le panoramiche, il dinamismo della macchina da presa e l'ottimo uso degli effetti speciali contribuiscono a creare un quadro realistico, che permette, quindi, un'ottimale "sospensione dell'incredulità".

Kaspar Hauser fra i passeggeri?

La parte iniziale di 1899 Stagione 1, di cui abbiamo potuto visionare in anteprima i primi 6 episodi (su 8 totali della prima stagione), ci mostra una nave, la Kerberos, in viaggio dall'Europa alla volta dell'America. Al suo interno ci sono persone di ogni ceto sociale che, per ragioni differenti, vogliono raggiungere il Nuovo Mondo. Un giorno, la Kerberos intercetta un messaggio proveniente da una sua nave gemella, la Prometheus, di cui si era persa ogni traccia 4 mesi prima. Quando il comandante della Kerberos, Eyk Larsen (Andreas Pietschmann, già protagonista di Dark), decide di prestare soccorso alla Prometheus, iniziano i problemi...

I passeggeri non vogliono tardare il loro viaggio, né tantomeno rischiare di non raggiungere mai le coste americane, ma questo non è il solo problema... Se avete già familiarità con horror come Alien e Punto di non Ritorno, questa premessa vi sarà di certo familiare. Cosa si nasconde sulla Prometheus? Dov'è finita per 4 mesi? Cosa è successo ai suoi passeggeri?

Un dettaglio decisamente intrigante, poi, è la presenza di un bambino. Non sappiamo quasi nulla di lui, anche perché è decisamente taciturno. La sua espressione sempre impassibile, l'abbigliamento e il fatto che in pratica non parli mai fanno pensare a un personaggio storico realmente esistito: Kaspar Hauser. Il 26 maggio 1828 un ragazzo, Kaspar Hauser, fu visto per la prima volta in una piazza di Norimberga. Il ragazzo parlava a malapena e si presentò con in mano due lettere scritte, a detta sua, da due persone diverse: sua madre e l'uomo che lo avrebbe tenuto prigioniero fino a quel momento. Le lettere, però, erano scritte con la stessa grafia, per cui si pensa che le abbia scritte lo stesso Hauser. Il ragazzo fu poi vittima di strani attentati di cui non si accertò mai la causa, l'ultimo dei quali gli fu fatale. A oggi, non esistono prove che la storia della prigionia raccontata dal ragazzo sia reale, e per questo ci sono state diverse speculazione sulla sua vera identità, che non è stata mai scoperta. Sulla sua lapide si legge:

"Qui riposa Kaspar Hauser, enigma del suo tempo. Ignota la sua origine, misteriosa la sua morte - 1833".

Molto probabilmente, il ragazzo che vediamo in 1899 Stagione 1 e Kaspar Hauser condividono anche altri tratti, senza contare che le due lettere con cui Hauser si presentò il giorno della sua prima comparsa richiamano le lettere che hanno ricevuto anche alcuni passeggeri del Kerberos... Chi ha scritto quelle lettere? E perché? E per tornare alla simbologia del 3, Hauser aveva la bizzarra abitudine di piegare le sue lettere in forma triangolare.

"Ciò che si è perso sarà ritrovato"

Questo misterioso motto è scritto su ognuna delle lettere che abbiamo visto finora, ed è presente anche nella locandina della serie. Ma a cosa si riferisce, di preciso? Se conoscete già Dark, saprete che anche in quella serie c'è una sorta di mantra che viene ripetuto spesso da diversi personaggi:

"Tutto è collegato".

Anche in questo caso, quindi, converrà tenere sempre bene a mente queste parole, perché sono molto più ricche di significato di quanto non possa sembrare. I protagonisti di 1889 hanno storie diverse, ma ognuno di loro ha perduto qualcosa o qualcuno. Questo e diverse vicende drammatiche e traumatizzanti accomunano tutte queste persone, nonostante non si conoscessero, prima di intraprendere questo "viaggio della speranza" per gli Stati Uniti.

Anche le ragioni che hanno spinto queste persone a emigrare dall'Europa sono differenti, ma è evidente che alcuni di loro siano in fuga da qualcosa. Naturalmente, non tutti i loro segreti vengono rivelati, ma siamo certi che il racconto vi saprà emozionare e sconvolgere, proprio come ci si aspetterebbe da una serie realizzata dai creatori di Dark!

Fantascienza & rock 'n roll

Grazie all'espediente narrativo dei flashback riusciamo a capire un po' meglio le storie dei passeggeri della Kerberos, entrando così nelle loro menti. La tana del Bianconiglio è però molto più oscura e profonda di quanto sembri... Presto sulla nave iniziano ad accadere fatti inspiegabili, misteriosi e decisamente inquietanti. E la scena finale del sesto episodio, l'ultimo fra quelli che abbiamo potuto visionare in anteprima (la prima stagione consterà in totale di 8 episodi), vi lascerà a bocca aperta. Baran bo Odar e Jantje Friese ci hanno abituati a storie che acquisiscono sempre nuovi elementi man mano che la narrazione procede, mostrandoci, così, un quadro generale molto ampio e diversificato. E 1899 Stagione 1 non è certo da meno!

Un altro tratto caratteristico di Dark che viene ripreso anche in questa nuova serie è l'importanza della colonna sonora: ogni episodio si conclude con un brano di rock classico, e la scelta non è mai casuale, a partire proprio dalla sigla iniziale, una cover di White Rabbit della band di rock psichedelico Jefferson Airplane. Il brano parla, come suggerisce il titolo stesso, del Bianconiglio e degli altri personaggi di Alice nel Paese delle Meraviglie e di Attraverso lo Specchio. Anche se questo è il significato letterale del testo, l'assunzione da parte di Alice di pillole e altre sostanze che ne alternano percezione e dimensione rappresenta simbolicamente l'assunzione di sostanze psicotrope come l'LSD. Il brano si chiude con la celeberrima frase, ripetuta più volte,

"Feed your head" ("Nutri la tua mente").

I brani presenti a chiusura dei primi sei episodi che abbiamo visionato, a partire dal primo, sono:

  • White Rabbit ("Coniglio Bianco") dei Jefferson Airplane, nella sua versione originale.
  • Child in Time ("Bambino nel Tempo"), suite hard rock dei Deep Purple che conclude, non a caso, l'episodio intitolato "Il bambino", in cui lo vediamo per la prima volta.
  • The Killing Moon ("La Luna Assassina") della band post-punk Echo & the Bunnymen.
  • Don't Fear the Reaper ("Non temere il Mietitore") della rock band Blue Öyster Cult.
  • The Wizard ("Il Mago") della band hard rock e heavy metal Black Sabbath, non a caso in chiusura dell'episodio intitolato "Il richiamo".
  • All along the Watchtower ("Lungo tutta la Torre di Guardia") di Bob Dylan nella sua versione più celebre, ovvero la cover di Jimi Hendrix. Il brano chiude significativamente il sesto episodio, "La Piramide", e il testo parla, metaforicamente, di due personaggi che cercano una via d'uscita dal Male e della caduta di Babilonia. In riferimento alla serie, il testo assume un ulteriore significato: da questo momento in avanti, i protagonisti di 1899 inizieranno a liberarsi delle menzogne di cui sono prigionieri e inizierà il loro lungo processo di presa di coscienza che porterà, inevitabilmente, alla caduta della loro Babilonia.

Conclusioni

I primi sei episodi di 1899 Stagione 1 mostrano una serie dalle basi solidissime fondata su una narrazione originale e affascinante e una simbologia che percorre ogni singola puntata come un filo conduttore. Nulla è lasciato al caso, per cui nulla voi dovrete lasciare al caso: osservate le immagini della sigla, guardate le ambientazioni che circondano i personaggi, ascoltate le loro storie e le loro parole e, soprattutto, non lasciatevi trarre in inganno dalla vostra mente. Non importa cosa penserete di vedere; importa solo ciò che dice la voce narrante all'inizio del primo episodio: quella è la sola e unica chiave di lettura corretta per ciò che vedrete.

Alla luce di questo, è evidente che anche 1889 gioca con gli spettatori e la loro percezione, proprio come Dark. Infatti, già nei primi sei episodi vedrete cambiare la prospettiva dei personaggi e, di conseguenza, la vostra. 1899 Stagione 1 incuriosisce e appaga al tempo stesso gli spettatori, lasciandoli con il fiato sospeso in trepidante attesa degli eventi futuri.

Detto questo, gli ultimi due episodi di 1899 Stagione 1 contribuiscono enormemente alla comprensione del quadro generale all'interno del quale si sviluppano queste bizzarre vicende. Senza fare spoiler troppo espliciti, possiamo dire che ci sono diversi eventi che riportano alla mente la struttura e gli espedienti narrativi di opere come Matrix (per quanto riguarda, fra le altre cose, il mettere costantemente in dubbio la nostra percezione della realtà, che potrebbe essere alterata), Essere John Malkovich (in special modo per quanto rigarda la presenza di misteriosi "tunnel" che si aprono sul pavimento di diverse stanze e che conducono a qualcosa che ricoda molto il film) e perfino Eternal Sunshine of the Spotless Mind (conosciuto in Italia con l'infelice titolo Se Mi Lasci Ti Cancello).

Naturalmente, non vengono scoperte tutte le carte in gioco: proprio come abbiamo già visto in Dark, per ogni informazione data sorge un nuovo dubbio. Ora che 1899 Stagione 1 è disponibile per intero su Netflix potrete gustarvela anche in binge watching per scoprire dettagli sempre maggiori sui personaggi, i loro trascorsi e ciò che si annida nei meandri più bui delle loro menti.

Anche una volta compreso cosa stia succedendo davvero a bordo della nave Kerberos, resta ancora da capire chi ci sia realmente dietro tutti gli strani e inspiegabili avvenimenti a cui assistiamo, e non è certo da escludere che, nelle prossime stagioni, il quadro possa andare a complicarsi ulteriormente, con l'inserimento di nuovi intrecci e di colpi di scena che potrebbero ribaltare in qualsiasi momento le nostre convinzioni.

In definitiva, quindi, i due episodi conclusivi di 1899 Stagione 1 hanno confermato e rafforzato ulteriormente le nostre impressioni già espresse in precedenza in questo stesso articolo. Purtroppo dobbiamo fermarci qui nella nostra analisi, nonostante ci sia molto altro da dire, per evitare di svelarvi troppi dettagli salienti di una narrazione coraggiosa, audace e spietata, perfettamente coerente con lo spirito che anima anche Dark. 1899 è una serie al momento riuscitissima, che siamo certi soddisferà gli spettatori più esigenti.

1899 Stagione 1 sarà disponibile per la visione a partire dal prossimo 17 novembre in esclusiva su Netflix, a questo indirizzo. Per usufruire di questi e tanti altri contenuti, potete acquistare Fire Stick TV direttamente qui su Amazon.