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a cura di Filippo Rossi

retrocult

Nota del curatore 

Il 1989 fu un anno importante per molti versi. I momenti più notevoli sono probabilmente la nascita del World Wide Web a firma di Tim Berners Lee, il drammatico incidente dello stadio di Hillsborough, le proteste di Piazza Tienanmen in Cina, il concerto dei Pink Floyd a Venezia, la catena umana formata da due milioni di persone, e naturalmente l'abbattimento del Muro di Berlino a simboleggiare la fine dell'epoca sovietica e della Guerra Fredda.

In quell'anno usciva anche il film di cui parliamo oggi, a opera di uno tra i registi più importanti degli ultimi 30 anni, vale a dire Tim Burton. Un artista (non tutti i registi lo sono) che come pochi ha saputo trovare nel linguaggio cinematografico un suo mezzo espressivo, dando vita a uno stile riconoscibile, fresco, efficace. I film di Burton sono tra i pochi che sanno farsi amare dal grande pubblico (non sempre), dagli spettatori più raffinati ed esigenti (non sempre) e dai critici (spesso). E forse significa qualcosa il fatto che sia stato proprio un cinefumetto a far nascere questa stella.

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Forse perché nel 1989 cominciava anche qualcos'altro, un fenomeno culturale che continua ancora oggi e che lentamente sta portando nella cultura popolare, quella che di solito si abbrevia in pop
, valori artistici più alti e più rilevanti. Non più il "filmetto" con i supereroi, ma il "filmone" che cerca di andare oltre il semplice intrattenimento. Una cultura pop che cerca di elevarsi, dunque, e farsi riconoscere anche dalla cultura cosiddetta "alta". Un lavoro difficile, un percorso costellato da più fallimenti che successi - ma film come il Batman del 1989 sono certamente da mettere tra i successi.

Ed è un fenomeno che conta partecipazioni indirette della massima rilevanza. A cominciare dall'altro grande regista citato oggi da Filippo Rossi, vale a dire Kevin Smith. Uno a cui forse non concederanno mai la regia di un blockbuster Marvel o DC, ma il cui lavoro è inestimabile. Pochi, forse nessuno, hanno saputo prendere la cultura pop, i fumetti soprattutto, e costruirci sopra film di grande valore artistico. Certo, potete pensare a Jay e Silent Bob come una coppia di commedianti di serie B, a Zack e Miri come una coppia di sfigati, a Jersey Girl come una commedia da domenica pomeriggio. E avreste ragione, ma solo in una realtà parallela dove contano solo le cose visibili in superficie.

Valerio Porcu

 

Filippo Rossi

24862550 10214013008901126 2526607121185970955 nDetto "Jedifil", è nato il 14 febbraio 1971 a Rovigo e vive a Trieste. È uno dei massimi esperti di Star Wars. Ideatore e Presidente di Yavin 4 (il fan club italiano di Star Wars, del Fantastico e della Fantascienza), dirige e realizza Living Force Magazine, vincitore dei Premi Italia 2013 e 2016 come Miglior fanzine italiana di Science Fiction. Ha supervisionato per Mondadori la riedizione 2015 dei tre romanzi tratti dalla Trilogia Classica di Star Wars. Fa parte del gruppo tolkieniano Éndore. Potete seguirlo sul suo sito personale.