She-Hulk ci ha offerto un ottimo Daredevil

In She-Hulk viene mostrato un Daredevil perfetto, compresa la sua ironia

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a cura di Manuel Enrico

Si è fatto attendere, ci ha illusi di poter arrivare da un momento all’altro, ma alla fine il Diavolo Custode è entrato ufficialmente a esser parte del Marvel Cinematic Universe. L’ottavo episodio di She-Hulk: Attorney at Law ha consentito a Matt Murdock di andare oltre al ruolo di avvocato con cui lo abbiamo conosciuto in Spider-Man: No Way Home, dando ai fan del franchise (e soprattutto a quelli del Cornetto) la possibilità di godersi uno degli esordi più attesi della lunga saga degli eroi marveliani sul grande schermo. Nonostante si sapesse che sarebbe stata Jennifer Walters a introdurre Daredevil nel franchise, la comparsa del Diavolo Custode in questo episodio è stata accolta con un mix di emozioni dagli spettatori, considerato che avviene all’interno di una produzione dal tono comico, che ha quindi imposto al personaggio una certa caratterizzazione. Ed ecco spiegato perché su internet si sono alzati toni accesi per questa presentazione del Cornetto, tanto che numerosi fan stanno accusando il nuovo Cornetto di esser troppo diverso dall’originale cartaceo. Eppure, da queste parti il pensiero è opposto, al punto che non si esita a dire che il Daredevil di She-Hulk è un Matt Murdock perfetto.

Piccola ma doverosa precisazione, quando si parla di personaggi nati sessant’anni fa sulle pagine di un fumetto. Sei decenni di lunga vita editoriale significa avere alle spalle una squadra impressionante di autori che si sono succeduti a raccontare le avventure di un personaggio, voci diverse che hanno saputo dare diverse visioni della stessa ‘vita’, spesso cogliendo sfumatura antitetiche. Se ripensiamo a Daredevil: Giallo è innegabile che il Daredevil di Loeb e Sale sia ironico e spavaldo, mentre il Cornetto di Miller ha un approccio più duro, senza scomodare la gestione Nocenti o stori come Battlin' Jack Murdock e le più recenti run, culminate con Devil’s Reign, in cui emergono tratti cupi del personaggio. Una pluralità autoriale che porta a chiedersi chi sia il vero Daredevil, interrogativo a cui potremmo rispondere con un pirandelliano ‘uno, nessuno, centomila’.

In She-Hulk viene mostrato un Daredevil perfetto

Da Netflix al Marvel Cinematic Universe

La verità è che per il pubblico meno avvezzo al personaggio fumettistico, il Daredevil di riferimento è quello della serie Netflix, senza acuita dalla riconferma di Charlie Cox come Matt Murdock, ruolo interpretato per la prima volta proprio in quella produzione. È inappuntabile che le serie Netflix, specie Daredevil e Punisher, avessero un approccio particolarmente crudo, che andava a valorizzare aspetti emotivi lontani dalla grammatica tipica del Marvel Cinematic Universe.

Nella serie Netflix, Matt (ancor prima che Daredevil) è un uomo tormentato, isolato dal mondo e che vive la sua esistenza come una lotta continua. Lo si vede nel suo stile di combattimento, lo si percepisce nella foga quasi bestiale con cui si accanisce contro i nemici, spietato, inarrestabile. Cattivo, in alcuni momenti, al punto che si dubita quasi che sia un eroe, ma assumendo più i toni del vigilante. Normale, quindi, che chi ha apprezzato questo ritratto del Diavolo Custode avesse aspettative precise per il suo arrivo nel Marvel Cinematic Universe, ma in diverse occasioni era stato chiarito come difficilmente si sarebbe potuto trasportate questa vis del personaggio all’interno di un franchise che tende a edulcorare certe derive.

Che l’approccio narrativo di Daredevil in She-Hulk: Attorney at Law sarebbe stato differente era stato chiarito da tempo. Trattandosi di una serie che, anche ispirandosi a una precisa caratterizzazione della protagonista, puntava in modo evidente a un linguaggio, era inevitabile che gli elementi che ruotano attorno a She-Hulk fossero influenzati da questa dinamica, al punto che la showrunner Jessica Gao aveva precisato che questo avrebbe influenzato anche il suo lavoro su Daredevil:

È stato così divertente poterlo fare, come facciamo con ogni personaggio del Marvel Cinematic Universe, il prenderli dall’ambiente che tutti conoscono, molto più drammatico e orientato all’azione, e coinvolgerli nel nostro mondo, farli danzare al ritmo di She-Hulk. E loro devono esplorare un aspetto più leggero della loro personalità.

E da questa premessa non poteva che uscire un Matt Murdock ironico, capace di esordire in aula con una battuta sulla sua cecità, prima di sfoggiare un’abilità legale capace di sbaragliare in tempo zero le sicurezze di Jennifer, mantenendo un’altra promessa fatta dallo stesso interprete dell’avvocato cieco di Hell’s Kitchen.

Charlie Cox, parlando della sua voglia di mostrare anche l’aspetto legal del personaggio, che sarà centrale nello sviluppo della futura serie del Diavolo Custode, Daredevil: Born Again:

Sappiamo cha sarà composta da diciotto episodi, e per me è una cosa davvero esplosiva. Quello che spero di ottenere, è che questo ci consenta di dedicare spazio alla caratterizzazione dei personaggi e di passare molto tempo a descrivere la vita da avvocato di Matt Murdock.

E questa voglia di rendere pieno rispetto all’essenza del personaggio compare già in questa sua piccola apparizione nella serie di She-Hulk. Presenza che non insulta il personaggio ma anzi rende il Daredevil del Marvel Cinematic Universe potenzialmente una delle migliori interpretazioni dell’originale cartaceo.

Il Daredevil del Marvel Cinematic Universe

Reduci dalla travolgente esperienza del lato oscuro del Diavolo Custode di Netflix, è inevitabile sentirsi vicini a questa interpretazione, complice l’ottimo lavoro fatto da Cox a suo tempo. Tuttavia, come abbiamo detto, quel tipo di narrazione graffiante e aggressiva non poteva trovare spazio nel Marvel Cinematic Universe, salvo venire riadattata per un contesto meno greve, soprattutto se il personaggio viene presentato in quella che, ad oggi, è la proposta più frizzante dell’intero franchise. D’altronde, Jessica Gao era stata sempre trasparente nel suo approccio a Daredevil per She-Hulk:

Daredevil è un caso speciale. Il più delle volte, quello che facciamo è scavare nei film e nei fumetti, scegliendo personaggi che vogliamo usare, e poi pensiamo a come usarli nel modo migliore e più divertente nelle nostre storie, chiedendo a Marvel il permesso. Ma Daredevil era un sogno che non osavamo nemmeno avvicinare. Pensavamo ‘No, non c’è possibilità, non prendiamolo nemmeno in considerazione’, non ci era nemmeno passato per la mente. E poi, un giorno ci viene lasciato intendere non solamente che era disponibile, ma che Charlie Cox sarebbe tornato come Daredevil; quindi, abbiamo subito iniziato a pensare a come inserirlo nella nostra serie. Se anche avessimo avuto una misera possibilità di averlo nella serie, avremmo dovuto coglierla.

Una dichiarazione di intenti che non significa tradire il personaggio, nella sua essenza. Oltre al lato comico palesato nell’episodio, l’occhio attento degli spettatori può notare come Abiti e Costumi consenta di vedere emergere anche un lato più violento di Matt, che non a caso appare nel momento in cui la sua identità supereroica, Daredevil, affronta dei cattivi.

Memori delle spettacolari scazzottate della serie Netflix, possiamo rivedere anche in questa lotta nel Marvel Cinematic Universe un Daredevil aggressivo e poco propenso alla compassione, capace di colpire duramente e infierire su un nemico a terra. È indice di un’attenzione allo spirito autentico del personaggio, da sempre in conflitto con questa sua natura duplica, che viene anche esplicitata dallo stesso Matt durante un colloquio con Jennifer:

Per come la vedo io, Jen Walters può aiutare gli altri usando la legge quando la società fallisce. E She-Hulk, li aiuta quando la legge fallisce

Una concezione che è alla base del personaggio, sin dalle sue origini e che si è evoluto nel corso della sua storia editoriale. Un lungo viaggio che, anche se sembra incredibile a chi non conosce il Daredevil fumettistico, è fatta anche di ironia e momenti leggeri.

L'ironia di Daredevil

Pur essendo uno dei personaggi più tragici del Marvel Universe, Daredevil ha nella sua storia mostrato di avere un approccio spesso irriverente e ironico. Se nelle prime storie il suo approccio alla lotta al crimine era basato su una serie di battute comiche, con l’evolversi della sua vita, specialmente durante le run di alcuni sceneggiatori che hanno puntato alla caratterizzazione più dark della sua doppia natura, si è parzialmente perso questo approccio.

Eppure, nei comics abbiamo visto momenti in cui Daredevil era capace sia di una comicità involtontaria (come in Diavolo Custode di Smith e Quesada) che di una vena sarcastica particolarmente vivida, che lo ha portato per un certo periodo a ironizzare sull’accusa mossa a Matt Murdock di esser Daredevil, con un picco comico eccezionale quando Matt si presenta a una cena con dei colleghi con un maglione che recita, testualmente, ‘Non sono Daredevil’. Ma sono numerosi nei comics gli esempi con cui si può fare notare la comicità tipica di un personaggio che vede in una battuta, anche se pacata e sottile, un modo per rimanere fedele a se stesso, un tratto che era stato preservato anche nella serie Netflix, dove Matt, con la complicità dell’eterno amico Foggy Nelson e dell’amata Karen Page, era capace di regalare sprazzi di leggera ironia.

Non dobbiamo infine dimenticare che questo primo assaggio della personalità di Daredevil visto in She-Hulk avviene in un preciso contesto narrativo, che quindi ne privilegia l’aspetto divertente. Toccherà alle future apparizioni, come Echo, offrire ai fan del Cornetto la possibilità di esplorare altri tratti di Matt Murdock, consci che nel futuro del Diavolo Custode c’è un progetto titanico, Daredevil: Born Again, che ci presenterà il Diavolo di Hell’s Kitchen in tutto il suo splendore.

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