Dylan Dog 427 – La vita e il suo contrario, recensione

Dylan Dog 427 - La vita e il suo contrario: l'Old Boy indaga su morti misteriose legate da un oscuro manoscritto e da strane mummificazione.

Avatar di Massimo Costante

a cura di Massimo Costante

Senior Editor

Un manoscritto maledetto legato a delle morti misteriose, cold case legati da strane coincidenze, anche troppe per il nostro Dylan Dog e Bloch che non crede più alle coincidenze dal ’56 anche se, da buon poliziotto, ha bisogno di qualcosa di più del quinto senso e mezzo del nostro indagatore. È la storia di Dylan Dog 427 - La vita e il suo contrario appena giunta in edicola, scritta e disegnata dal grande Gigi Simeoni, un autentico maestro del thriller che, ancora una volta, non smentisce la sua maestria. Siete pronti a una nuova rivisitazione del mito dei…vampiri?

Dylan Dog, la vita e il suo contrario

Dopo l'ottimo albo del mese scorso (correte a recuperare la recensione de La Morte in palio se ve la siete persa), torniamo a parlare ancora della grande Mietitrice, viva più che mai in questo albo. Un ossimoro dite? Molto vero, e in questa storia ne troverete molti altri.

Vita e morte. Stati coincidenti, ovviamente contrapposti, che reggono l’esistenza di un individuo, vanno poi a caratterizzare strane morti, apparentemente naturali o inspiegabili, con un unico filo conduttore: la mummificazione. La scrittura, il mistero e il soprannaturale fusi in una storia che poteva essere scritta solo da un autore come Gigi Simeoni.

Un mistero che non poteva sfuggire agli occhi avidi della cronaca, ma anche a quelli indagatori del nostro Dylan, che curiosamente, stavolta, non viene assoldato da un cliente, ma viene spinto nelle indagini dal mero spirito investigativo. Cosa accomuna il corpo ritrovato “mummificato” di un regista indipendente, ritrovato in una chiesa abbandonata? Un interruttore scatta nella mente di Dylan, che trascinerà in una tortuosa indagine anche il soprintendente e padre (fa sempre strano pensarci eh?) Bloch.

I due indagano, con approcci differenti si sa già, ma come sempre il quinto senso e mezzo dell'Old Boy avrà la meglio, guidandoli verso un'inaspettata svolta.

Infatti, le indagini subiranno un’evoluzione che rivisiterà, in modo piuttosto originale, il concetto di vampiro. Ma non manca anche un insperato e divertentissimo coinvolgimento di Groucho, in un ruolo da coprotagonista, che lo vedrà alle prese di un corso di scrittura creativa (!), oltre che ad essere sfruttato al meglio nelle sue capacità attoriali. Insomma, in passato molti sceneggiatori hanno fatto a pugni con la comicità del mitico assistente, sforzandosi in tutti i modi di confezionare battute e freddure da far apparire, anche una tantum e in modo marginale nel corso delle storie. Tutt’altra storia con Simeoni che sembra trovarsi davvero a suo agio col personaggio e con una comicità genuina e davvero esilarante (immaginiamo si sia divertito parecchio a scriverlo).

La storia narrata da Simeoni è lineare, ben strutturata e con un ritmo che ricorda e rivela le capacità narratorie dell’autore in ambito thrilling, ma non mancano i tipici elementi che rendono La vita e il suo contrario, una storia “dylaniata” a tutto tondo, rievocando anche una vecchia conoscenza (no spoiler!) ancora assente in questo “nuovo corso”.

Nemmeno noi crediamo alle coincidenze

La vita e il suo contrario è la decima avventura dell’Indagatore dell’Incubo ad offrire Gigi Simeoni come sceneggiatore e disegnatore, un curioso record che fino a poco tempo fa era detenuto da un altro grande maestro del nostro fumetto, Carlo Ambrosini.

Gigi Simeoni si conferma un maestro della narrazione, con una storia che racchiude tra le righe un’autentica dichiarazione d’amore per la scrittura e il mestiere di scrittore, al tempo stesso, una denuncia verso chi si approfitta del talento altrui sfruttandolo senza scrupoli, e il messaggio finale è sotto gli occhi dei lettori deliziati, confezionando una perfetta allegoria. L’autore ci scherza un po’ su (ma poi neanche tanto), grazie al piglio grottesco, introduce suggestioni che vanno dal crime al thriller letterario, passando per l’horror, raggiungendo un alto e nuovo livello qualitativo delle sue storie visto finora.

Abbiamo apprezzato i flebili riferimenti alla nuova continuity, anche se latitano alcune figure ferme come Carpenter e Rania, ma abbiamo l’innesto di un personaggio storico perfettamente funzionale alla storia. E poi c’è la catena di coincidenze…che non possono essere semplici coincidenze. Neppure noi crediamo alle coincidenze.

Anche le tavole raggiungono un nuovo standard per l’autore, uno stile che prende sicuramente spunto da un altro big del fumetto italiano, il grande Magnus, ma la personalizzazione è forte, originale e autentica. Meno cartoon del Magnus, più realistico, ottima dinamicità delle scene e con uno dei migliori Groucho mai disegnati… applausi.

La cover disegnata dai Cestaro Bros., nonostante la bellezza offerta dal gioco di luci della galleria e dalla torcia dell’Old Boy, a prima vista sembra essere poco azzeccata (scoprirete poi che si tratta di una metascena della storia, visto Dylan in realtà non figura in quella precisa circostanza), ma siamo d’accordo nella volontà di non anticipare troppo sul reale nemico della storia.

La vita e il suo contrario è un Dylan Dog vecchio stile, come quello che piace non solo ai lettori della “vecchia guardia”, ma in grado di essere davvero rivolto a tutti, grazie a una struttura eccellente. Siamo lontani dallo stile sclaviano decisamente più surreale e romantico per certi versi, ma Simeoni conosce bene la caratterizzazione dei personaggi di Craven Road e riesce a renderli davvero protagonisti di una storia, senza farli passare per vittime degli eventi.

Pur trattando una forma differente del classico vampirismo, per la lettura de La vita e il suo contrario, vi consigliamo di ascoltare Powerless dei Linkin Park e One Caress dei Depeche Mode, e poi fateci sapere com'è andata.