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Dylan Dog Color Fest n.35, Nuove Visioni, la recensione

Il trimestrale tutto a colori targata Dylan Dog Color Fest torna con un albo molto particolare, grazie a tre storie che vi faranno piangere e un po’ sognare.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

In sintesi

La festa trimestrale tutta a colori targata Dylan Dog torna con un albo molto particolare, grazie a tre storie che vi faranno piangere e un po’ sognare.

Un periodo davvero ricco per Dylan Dog, che monopolizza l’edicola con ben tre testate differenti nel mese in corso. Infatti, dopo la serie regolare con Dylan Dog 410 – La notte eterna e il terzo numero dell’Old Boy tutto a tema Halloween, è la volta del trimestrale Dylan Dog Color Fest, giunto al trentacinquesimo albo, con 3 storie inedite e dal carattere assolutamente fuori i comuni schemi tipici dell’indagatore dell’incubo.  Dopotutto, il Dylan Dog Color Fest nasce proprio per proporre storie specificatamente alternative, fuori contesto e certamente sperimentali. Questo nuovo albo continua a percorrere questo indirizzo, chiarendo, però, sin da subito che stavolta si è arrivati dritto al cuore.

Dylan Dog Color Fest, la vita vera è il vero incubo

Dopo aver premesso che la testata del Dylan Dog Color Fest è da sempre prettamente sperimentale, la lettura di questo albo ci ha comunque sorpreso per la singolarità delle sue tre storie.

Si parte da i Figli del Voodoo, con Marco Rizzo ai testi, Lelio Bonaccorso alle tavole, mentre la colorazione è di Stefania Aquaro. La storia ci racconta della triste storia di Malaika, una nigeriana in fuga dalla guerra di Boko Haram, arrivata poi nel Regno Unito per essere sfruttata nel giro della prostituzione. Quanto appena anticipato basterebbe e avanzerebbe come orrore anche per l’inquilino di Craven Road, ma pare che Malaika sia perseguitata da una strega dedita ai riti voodoo.

Questa storia ci ha lasciati basiti. Ora, non sappiamo se nel corso della scrittura Rizzo abbia letteralmente immaginato lo stile cartoonesco e leggero delle tavole di Bonaccorso, ma resta il fatto che sia riuscito a coniugare in modo sorprendente l’orrore della fuga dalla guerra e l’autentica tratta degli schiavi del nostro secolo causata dall’immigrazione clandestina con scene esilaranti e spesso comiche (Groucho dà il meglio di sé), facendo riflettere e divertire al tempo stesso il lettore. Anche se il tema della prostituzione ci ha portato alla memoria l’indimenticabile Memorie dall’invisibile, questa è senza dubbio una storia che in realtà abbiamo già letto troppe volte nei quotidiani o, peggio, abbiamo assistito in prima persona ai bordi delle strade delle nostre periferie. Un orrore reale che appartiene alla nostra vita di tutti i giorni.

Si prosegue con Non c’era una volta un’isola, con Giovanni Di Gregorio ai testi e Emiliano Tanzillo alle tavole e ai colori. La storia sembra volerci raccontare della “solita” storia d’amore tra Dylan e Wendy, una donna che in realtà ha bisogno di evadere da quotidiano opprimente della vita di tutti i giorni, dove lei è una madre sola e schiacciata dalle mille difficoltà del tessuto sociale popolato da mostri, che a volte sanno essere più pericolosi di zombi e vampiri. Un’autentica perla, che per certi versi ci ha ricordato Il Lungo Addio, e forse è proprio questo genere di atipicità che ha reso così celebre la storia scritta a suo tempo da Marcheselli e sceneggiata dallo stesso Tiziano Sclavi. Un’altra storia che mette a nudo gli orrori della vita vera.

L’approccio delle magnifiche tavole di Tanzillo si sposa perfettamente con questa storia d’amore molto triste e particolare, così come le tinte pastello sempre puntuali con bui e chiarori. Un piccolo capolavoro racchiuso in poco più di 30 pagine. A volte basta davvero poco per rappresentare al meglio sogni e incubi.

L’albo si chiude con Rossoazzurro opera interamente lavorata da Stefano Simeone, che ci propone ancora una storia d’amore che riesce a superare i limiti della follia. Chissà cosa ha fatto sprofondare Mark Minnem nell’abisso della follia, al punto di ritrovarsi ospite di una casa di cura. Mark vuole dunque capire se è pazzo davvero o se la sua compagna Maude, l’amore della sua vita è realmente esistita o se è solo frutto della sua pazzia… Un viaggio molto particolare che lo stesso Dylan dovrà percorrere per confrontarsi con un altro incubo della vita vera: la pazzia.

È un racconto molto visionario, che ci ha fatto commuovere e riflettere su come le cose più importanti della vita possano cambiare da un momento all’altro, perfino analizzando i diversi piani della realtà o meglio ancora della nostra visione delle cose. Se la persona che amiamo più della nostra stessa vita non fosse mai esistita? Riuscite a immaginare incubo peggiore? Eppure, anche questa possibilità esiste per le persone che sono confinate nelle case di cura, dove vanno continuamente alla ricerca di sé stessi, di ciò che sono stati e di cos’è rimasto…

Dylan Dog Color Fest, le nuove visioni

Ogni volta che un nuovo Dylan Dog Color Fest arriva in edicola dobbiamo ammettere che le aspettative sono sempre altissime. Molto più di quanto accade con la serie regolare. Il Color Fest si conferma come testata anticonformista di Dylan Dog, senza però snaturarne lo spirito: siamo certi che 3 storie su 3 come quelle racchiuse in quest’albo, troverebbero la totale approvazione dello stesso Tiziano Sclavi (probabilmente avrà dato anche stavolta la sua benedizione n.d.r.), ricalcando temi a lui molto cari.

Dopotutto, nelle storie più amate di Dylan, quelle che sono arrivate fino al cuore del lettore, presentavano trame di questo tipo, quelle che richiamano gli orrori del nostro quotidiano.

L’incubo dell’immigrazione clandestina e di un domani strappato e senza certezza, la voglia di evadere da una realtà opprimente e la nostra mente che si rivolta contro di noi ingannandoci per sempre, sono tutti temi che ci hanno colpito molto, soprattutto per la maestria con la quale sono stati esposti. Tre storie meravigliose, tristi, angoscianti che difficilmente dimenticheremo.

Una nota dedicata alla particolarissima cover di Francesco Chiappara – in arte Prenzy, che con il suo approccio quasi cubista, punta certamente a una proposta anch’essa originale e fuori dagli schemi, anche se non ha incontrato in pieno i nostri gusti.

Adesso l’attesa per l’albo che porterà il titolo Mister Punch, che vedrà la luce il prossimo 9 febbraio è davvero alta. Godetevi questo Dylan Dog Color FestNuove Visioni, magari accompagnando la lettura con l’ascolto del disco 18 di Moby e mettete magari in loop la title track dell’album.

Su Amazon è appena arrivato il secondo volume di Dylan Dog de I Racconti di Domani: Della Morte e del Cielo di Tiziano Sclavi.

Voto Recensione di Dylan Dog Color Fest #35 - Nuove Visioni



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Tre storie indimenticabili;

  • - Tavole eccelse e fuori dagli schemi;

Contro

  • - La cover non ha incontrato il nostro gusto personale.

Commento

Dylan Dog Color Fest si riconferma come testata anticonformista dello stesso universo dylandoghiano, presentando ai lettori tre storie che per molto tempo ricorderemo. Gli orrori della vita reale come la tratta degli schiavi del nostro secolo, l’ordinaria quotidianità di una donna che vuole fuggire dalla realtà e la follia che può annebbiare i nostri ricordi più importanti, riescono a colpire e terrorizzare più di mostri, zombi e vampiri. Gli stili proposti nelle tavole sono anch’essi eccezionalmente fuori dagli schemi e regalano autentiche opere d’arte ai lettori. Un albo da prendere, leggere e rileggere alla stregua degli altri capolavori storici dell’indagatore dell’incubo.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Dylan Dog Color Fest #35 - Nuove Visioni

Dylan Dog Color Fest #35 - Nuove Visioni