Edgar Allan Poe, una presenza in mezzo a noi da oltre due secoli

Edgar Allan Poe, uno degli scrittori di lingua inglese più importanti del XIX secolo, festeggia 210 dalla nascita. Parliamo del primo grande maestro della letteratura horror.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

210 anni fa (e alcuni giorni) nasceva Edgar Allan Poe. Era infatti il 19 gennaio del 1809 quando veniva al mondo quello che sarebbe diventato uno degli scrittori di lingua inglese più importanti del XIX secolo - il che è tutto dire visto che la lista include nomi come Mark Twain, H.G. Wells, J.M. Barrie, Jane Austen, Charles Dickens, Henry David Thoreau, Ralph Waldo Emerson, solo per citare alcuni tra i nomi più famosi.

Quella di Poe non era una penna affilata come quella di Twain (memorabile Un americano alla corte di Re Artù), né sapeva colpirti in faccia come Dickens. E forse nessuna delle sue opere può competere per fama con Orgoglio e pregiudizio - che negli ultimi anni ha ricevuto anche una graziosa rivisitazione in chiave zombie (personalmente trovo che lo migliori).

Edgar Allan Poe, che si può collocare nel romanticismo statunitense, ha però tra i suoi meriti l'invenzione dell'horror e del poliziesco - in particolare si può affermare che le sue opere siano il passo immediatamente precedentemente alla comparsa di Sherlock Holmes. La pagina Wikipedia a lui dedicata lo definisce anche "il primo scrittore alienato d'America", riprendendo le parole di Sergio Perosa dall'introduzione all'antologia Mondadori Racconti del Terrore.

Ed è proprio come autore di storie horror che oggi Edgar Allan Poe è particolarmente ricordato, per quanto il suo Le avventure di Gordon Pym contenga ancora alcune tra le più belle pagine mai scritte nel genere investigativo - e di Pym si può ritrovare molto nelle opere di Arthur Conan Doyle.

Che si trattasse di indagini ordinarie o che ci fosse del paranormale, le opere di Poe sono tutte in stile gotico, perfetto per soddisfare i palati e i pruriti del suo pubblico. Ed è centrale anche il macabro, specialmente in alcuni racconti che ancora oggi non si possono leggere senza sentire una certa apprensione.

Testi come Il Corvo, La Sepoltura Prematura, Il Pozzo e il Pendolo, Il Cuore Rivelatore. Tutti, dal più timido abbozzo al magistrale Il Crollo della casa Usher hanno segnato profondamente la storia della letteratura mondiale. Non si peccherebbe di entusiasmo nell'affermare che se Poe non avesse pubblicato i suoi racconti, non avremmo avuto eredi legittimi come Stephen King o Clive Barker. E Poe ha lasciato un segno notevole anche nella storia della fantascienza, come riconobbero in prima persona H.G. Wells, poco più giovane di lui, e Jules Verne, che volle scrivere un proseguimento a Storia di Arthur Gordon Pym, intitolato La sfinge dei ghiacci.

A ragion veduta, dunque, Edgar Allan Poe è considerato il primo grande maestro della letteratura horror, e in un certo senso colui che l'ha inventata. Forse è però un titolo riduttivo, visto che si occupò anche di altre cose, scrisse saggi e fece il giornalista per molti anni. Ebbe una carriera come critico letterario, attività che proseguì anche negli anni in cui i suoi racconti trovano successo in tutto il mondo. E coltivò anche una certa passione per la crittografia - che non mancò di riversare nella sua prosa, in almeno un'occasione.

Tra i molti artisti che hanno voluto riconoscerne l'importanza ci sono gli Iron Maiden e il loro brano Murders in the Rue Morgue (Killers, 1981), e numerosi registi che hanno portato le sue storie sul grande schermo. La lista in quest'ultimo caso è lunghissima, e include titoli come La caduta della casa Usher (1928), Due occhi diabolici di Dario Argento e George Romero (1990), I racconti del terrore con Vincent Price, per la regia di Roger Corman e molti, molti altri. E uno speciale di Halloween dei Simpson, naturalmente.

L'eredità di Edgar Allan Poe, dunque, ha permeato e continua a farsi sentire nella produzione culturale da due secoli. E, guardando a cosa si fa oggi, sembra proprio che lo "scrittore alienato" di Boston resterà con noi ancora molto a lungo.