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La Notte del Cacciatore: la recensione

Il ritorno di Drizzt Do'Urden e dei Compagni di Mithral Hall, in una nuova nuova avventura, con il romanzo La Notte del Cacciatore: la nostra recensione.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Scontri spettacolari e infide macchinazioni ordite nell'ombra: il romanzo La Notte del Cacciatore di R.A. Salvatore è un'avventura fantasy in cui immergersi fino in fondo, al fianco di Drizzt Do'Urden e dei Compagni di Mithral Hall, contro un male oscuro che ha le sue origini nella città natale del drow. La stessa da cui era fuggito durante la sua giovinezza. Non mancano errori e contraddizioni, ma La Notte del Cacciatore è un viaggio mozzafiato, in compagnia di vecchi e leali amici.

Drizzt Do'Urden è tornato e, con lui, i Compagni di Mithral Hall: dalla morte una rinascita che, dopo vent'anni, è una promessa di nuove avventure, ma anche di una profonda discesa nell'oscurità dominata dal suo stesso popolo, quello dei drow. Con La Notte del Cacciatore, edito da Armenia, R.A. Salvatore ci porta ancora una volta nei Forgotten Realms, al fianco dell'elfo scuro più celebre del fantasy: un viaggio ricco di pericoli e peripezie che, aldilà di alcune contraddizioni, riesce a catturare il lettore e dargli il trasporto necessario a divorare questo primo capitolo della trilogia intitolata Companions Codex.

Verso Gauntlgrym

Dal primo romanzo dedicato alle avventure di Drizzt Do'Urden scritto da R.A. Salvatore nel 1988 sono passati trentadue anni, ma il drow di Menzoberranzan e i suoi compagni di sempre (la sua famiglia, potremmo dire) hanno ancora tanto da offrire, anche a distanza di anni. Ne abbiamo una prova con La Notte del Cacciatore, primo romanzo della trilogia Companions Codex pubblicato nel 2014 e ristampato quest'anno da Armenia in una nuova edizione italiana: purtroppo, questa nuova pubblicazione non è scevra di difetti, tuttavia la storia di Drizzt si fa perdonare per le incongruenze riscontrate.

La vicenda prende il via dalle macchinazioni che pian piano vengono messe in atto dai drow, il popolo di elfi scuri che vive nella città sotterranea di Menzoberranzan. Qui, la Matrona Madre Quenthel Baenre riceve un messaggio segnato da una certa urgenza dalla malvagia Regina Ragno Lolth, la dea che abita le Fosse Demoniache: c'è una piaga nel mondo da eliminare ed il suo nome è Drizzt Do'Urden, fedele servitore della nemica di Lolth, la dea Mielikki. Per rendere Quenthel pronta (e degna) di affrontare tale missione, l'Arcimago Gromph Baenre trasferisce in essa la coscienza della madre defunta, Yvonnel, attraverso l'intrusione dei un illithid, un mind flayer. Quenthel diviene così una creatura spietata, che stravolge il Consiglio degli Otto di Menzoberranzan per ottenere vendetta.

Intanto, in superficie, Drizzt (e la sua fedele pantera Guenhwyvar) è ancora una volta riunito agli amici di una vita, dopo la loro morte e reincarnazione avvenuta grazie alla dea Mielikki: il nano Bruenor Battlehammer, il barbaro Wulfgar, l'halfling Regis e l'umana Catti-Brie, moglie di Drizzt. Per quest'ultimo, sembra che il dolore e le ombre del passato si siano dissolti grazie al ricongiungimento con quelli che rappresentano i membri della sua famiglia tuttavia, in realtà, i problemi non sono mai finiti. Nelle profondità di Gauntlgrym, antica capitale nanica, vaga ancora il loro vecchio amico Thibbledorf Pwent, divenuto un vampiro, e i Compagni di Mithral Hall sono più decisi che mai a liberare il nano dalla terribile maledizione della non-morte, partendo così alla volta della città.

La compagnia non sa che Gauntlgrym è caduta nelle mani dei drow, sotto il comando della spietata Quenthel Baenre, che ne ha fatto un nuovo insediamento per gli elfi scuri e si è appropriata delle fucine naniche per forgiare gli armamenti necessari a muovere guerra agli abitanti di superficie e stanare Drizzt Do'Urden. É nelle profondità della ex-città nanica, chiamata adesso dai drow Q'Xorlarrin e intrisa del potere malefico della Regina Regno, che una vecchia nemesi di Drizzt si trova imprigionata, insieme ai suoi compagni di viaggio: si tratta di Artemis Entreri, assassino catturato insieme a Dahlia (vecchia fiamma di Drizzt), il monaco Afafrenfere e la nana Ambragris, per essere interrogati sulla posizione dell'elfo scuro.

Il viaggio dei Compagni di Mithral Hall volto a salvare un amico si trasformerà così in una discesa nelle viscere oscure della città, contro goblin e non-morti, drow e fantasmi del passato, mentre viene preparata una guerra che potrebbe stravolgere per sempre le terre di superficie. E la vita di Drizzt è ancora una volta sospesa sul filo di una ragnatela.

La Notte del Cacciatore, buia e pericolosa

R.A. Salvatore, autore che con i suoi romanzi ha ampliato l'universo di Dungeons & Dragons in maniera esponenziale, ci dice che finché i Compagni di Mithral Hall saranno in vita (in questo caso, una seconda vita) sarà possibile andare avanti e combattere, insidia dopo insidia, alla ricerca di avventure sempre nuove che possano portare il bene sulle terre dei Forgotten Realms.

La Notte del Cacciatore è in fondo un po' questo: una spedizione in cui Drizzt e i compagni si gettano a testa bassa per salvare, o quantomeno dare pace, a un caro amico; senza preoccuparsi dei pericoli, senza alcun timore, con tutta la forza necessaria a superare questa nuova prova. Il drow non è esente da dubbi e rimorsi giunti a bussare alla porta della sua mente direttamente dal passato: sono proprio le parti raccontate in prima persona da Drizzt a rivelarsi talvolta meglio realizzate, rappresentate da profonde riflessioni che abbracciano l'intera sfera umana. Tuttavia, l'elfo scuro non si lascia sopraffare da quelle zone d'ombra. Leggere così del suo viaggio con i Compagni di Mithral Hall, condotto con coraggio e forza d'animo, vuol dire lasciarsi trasportare direttamente nel suo mondo e nelle sue fantastiche avventure.

È una lettura che ci conduce in caverne oscure e città antiche, in mezzo a incantesimi salmodiati con l'aiuto di manufatti magici, colpi di asce e martelli, bizzarri stratagemmi alchemici che si rivelano salvifici e le immancabili danze di Drizzt e le sue fedeli scimitarre, Lampo e Morte Gelida. Essere coinvolti, con La Notte del Cacciatore, è inevitabile come giungere fino alla fine e scoprire che di queste avventure non se ne ha abbastanza. Desiderare, addirittura, di poter essere parte di quel gruppo di combattenti che, senza paura, trova sempre un modo per sconfiggere il male.

Il ritmo è rotto spesso dalle minuziose descrizioni dei combattimenti operate da R.A. Salvatore: ogni attacco, ogni movimento del corpo, ogni incantesimo lanciato è esposto fin nei minimi dettagli, quasi come fosse sospeso nel tempo e analizzabile al microscopio, esasperandone la lunghezza della lettura. Chi conosce l'autore sa che si tratta di un difetto ben noto e già presente nei romanzi dedicati alle peripezie di Drizzt Do'Urden; e però non inficia la godibilità generale del romanzo, che si presenta comunque ricco di tensione e colpi di scena, denso di quelle avventure che gli amanti del fantasy e dei giochi di ruolo non potranno che apprezzare.

Gli intrighi di Menzoberranzan

I giochi di potere portati avanti dalla Matrona Madre Quenthel Baenre e dal fratello Gromph rappresentano, ne La Notte del Cacciatore, il dolce e l'amaro di questo romanzo. È interessante e coinvolgente leggere, infatti, anche le trame ordite tra i potenti e infidi dominatori di Menzoberranzan. Piani astuti e congegnati fin dall'inizio per raggiungere obiettivi finali che lasceranno il lettore sorpreso e desideroso di proseguire la lettura del volume successivo.

Da notare, però, che spesso gli "intrighi a palazzo" messi in scena da R.A. Salvatore occupano nel romanzo gran parte dello spazio e sono delineati il più delle volte in maniera prolissa, in cui è facile perdersi tentando di districarsi nella matassa ingarbugliata di nomi (sia di persone che casate): leggere tali parti richiede talvolta un grande sforzo e diverse riletture, per comprendere cosa sta realmente accadendo, chi è alleato di chi e chi invece è il nemico, quale ruolo giocano determinati personaggi.

La contrapposizione tra bene e male, luce e oscurità, lo spazio della superficie contro i bui e claustrofobici luoghi delle città sotterranee, è resa comunque in maniera eccellente grazie anche e soprattutto alla presenza di tali passaggi, che forniscono uno sguardo direttamente dall'interno del "covo dei cattivi". Per alcuni personaggi, protagonisti e vecchi amici di Drizzt, sarà facile tuttavia perdersi tra i sussurri malevoli della dea Lolth, che tesse la sua tela dal buio abisso delle Fosse Demoniache, sfumando così la dicotomia tra le zone d'ombra e quelle più luminose dell'animo umano. Chi era amico può divenire così un nuovo nemico da combattere e viceversa, poiché nessuno è immune da quelle idee che possono insinuarsi nei recessi della mente corrompendola.

Accanto al grande coinvolgimento che si crea leggendo La Notte del Cacciatore, si riscontra però una lieve delusione: avventure e complotti, scontri mozzafiato e macchinazioni intessute tra le ombre, sono spesso spezzati dai numerosi errori e refusi riscontrati tra le pagine del romanzo. Di questi, è possibile trovarne almeno uno per pagina, una media piuttosto alta, che rende talvolta difficile la comprensione di una frase o far sorgere dei dubbi sulla reale pronuncia di questo o quel nome. Confidiamo però nel fatto che si tratti di un difetto fisiologico riscontrabile spesso nelle prime edizioni e che con le prossime ristampe la godibilità del romanzo sarà piena e completa.

Voto Recensione di La Notte del Cacciatore



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Un'avventura coinvolgente. Armi formidabili, incantesimi potenti, manufatti portentosi e orde di mostri: c'è proprio tutto!

  • - Nella città di Menzoberranzan si consumano intrighi interessanti cui è facile appassionarsi: un occhio interno nel covo dei cattivi;

  • - I Compagni di Mithral Hall sono riuniti ancora una volta: chi ama l'avventura non potrà che desiderare di essere parte del loro gruppo

Contro

  • - La lunghezza della lettura viene talvolta esasperata dalle descrizioni fin troppo minuziose dei combattimenti;

  • - Lo spazio dedicato a Drizzt & Co. viene spesso sacrificato a favore degli "intrighi a palazzo" di Menzoberranzan;

  • - Sono presenti numerosi errori e refusi tra le pagine, che potrebbero modificare leggermente il ritmo della lettura

Commento

Amanti del fantasy e dell'avventura? La Notte del Cacciatore è esattamente ciò che fa per voi. Il romanzo non è scevro di descrizioni esageratamente minuziose degli scontri ed errori, tuttavia la nuova avventura di Drizzt Do'Urden e dei suoi amici è da vivere fino in fondo, in un viaggio tra luce e oscurità che merita di essere intrapreso.

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