La Taverna di Mezzanotte Vol. 2, la recensione

Una taverna che apre a mezzanotte e chiude alle sette del mattino è il luogo in cui si svolgono le vicende narrate in La Taverna di Mezzanotte Vol. 2.

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a cura di Giovanni Arestia

Dopo avervi parlato del primo volume de La Taverna di Mezzanotte, opera del mangaka Yaro Abe ed edita in Italia da BAO Publishing per la collana Aiken, ora è arrivato il momento di parlarvi del secondo capitolo di questa miniserie di manga Slice of life. Vi ricordiamo, qualora non lo sapeste, che La Taverna di Mezzanotte, grazie al suo enorme successo nel mercato nipponico,è divenuta anche una serie live action molto apprezzata disponibile su Netflix dal titolo Midnight Diner: Tokyo Stories.

La Taverna di Mezzanotte Vol. 2: nuovi e vecchi personaggi entrano in contatto

Avevamo lasciato il primo volume de La Taverna di Mezzanotte con la consapevolezza di aver conosciuto un piccolo ed accogliente ristorante situato in un grazioso vicoletto del quartiere di Shinjuku a Tokyo. La particolarità di questo localino è quella di aprire a mezzanotte e chiudere alla sette del mattino, un orario del tutto inusuale che lo rende appetibile a persone molto ambigue e particolari.

Alcune di queste sono abitudinari, mentre altri entrano una volta e non tornano più. Tutti però sono consapevoli di trovare un menù composto da poche, ma gustose pietanze preparate con amore e con gli ingredienti preferiti dai clienti. Dopotutto il cibo rappresenta il punto di contatto tra la vita dei clienti e l'anonimo e buon ascoltatore cuoco. Facciamo la conoscenza sia dei clienti fissi che degli avventori occasionali e le loro storie si rifanno perfettamente al cibo presente sul bancone che dà anche il titolo ai diversi minicapitoli in cui è suddivisa l'opera.

In questo secondo volume sono presenti ben ventotto nuove storie, tra personaggi che ritornano quasi inaspettatamente e nuove conoscenze, che vanno e vengono nel bel mezzo del quartiere di Shinjuku a Tokyo. Il cuoco mantiene sempre la sua lucidità e attenzione mentre nel locale entrano ed escono persone di ogni ceto sociale e mestiere. Osserviamo, infatti, l'ingresso di escort, registi, gangster, artisti e semplici impiegati che finiscono di lavorare ad orari proibitivi. Tutti loro sono accumunati dal piacere per un buon cibo e dalla volontà di lasciarsi alle spalle la monotonia della quotidianità cercando di trovare pace, tranquillità e magari quattro chiacchiere mentre gustano una pietanza deliziosa realizzata proprio secondo i loro gusti.

Fra i personaggi più apprezzati troviamo certamente Ryu, un gangster della Yakuza dai modi molto bruschi e di poche parole che si emoziona gustando i wurstel rossi tagliati a forma di polpo. La sua barriera protettiva viene scalfita dall'incontro con Kosuzu, l'anziano proprietario di un gay bar conosciuto anche nel primo volume: prima il loro incontro appare del tutto inaspettato e inutile, ma poi i due si avvicinano e iniziano a riemergere ricordi antichi e amori passati.

Tra i personaggi comunque possiamo anche annoverare Hitomi, una ragazza freddolosa che cerca calore dai giovani studenti che popolano la città, la paffutella e dolce Mayumi, una coppia scorbutica che alterna momenti di gioia a scene di inaudita gelosia e anche un ambiguo uomo talmente amante delle uova che ne arriva a mangiare sette contemporaneamente. Per la prima volta, inoltre, troviamo due stranezze una legata alle pietanze e una alle storie raccontate dai clienti.

Una narrazione inaspettatamente e positivamente stravolta

Per quanto riguarda le prime troviamo delle inusuali richieste di pietanze fuori dalla cultura giapponese come ad esempio il manzo alla stroganoff. Per quanto riguarda invece le storie, adesso troviamo più leggende metropolitane legate a diversi personaggi paranormali, come una ipotetica vampira, che aggiungono un tocco di mistero e fantasia al racconto.

Nonostante ciò, il secondo volume de La Taverna di Mezzanotte mantiene sempre un suo realismo poiché anche l'aspetto più strano è legato alla quotidianità di molte persone. Dopotutto anche noi possiamo riconoscerci in qualche personaggio o nelle situazioni raccontate, dato che spesso e volentieri ci capita di raccontare delle leggende metropolitane potenzialmente irrealistiche, ma che fanno parte di credenze popolari o racconti di vecchi antenati.

Il fil rouge di ogni singola storia, però, continua ad essere il cibo che non solo suscita ricordi ed emozioni, ma riconcilia la tranquillità e l'amore. Sebbene alcuni piatti della tradizione giapponese vengano sostituiti da pietanze internazionali, simbolo della globalizzazione presente in una metropoli come Tokyo che intacca anche i piccoli locali cittadini, tutti i personaggi hanno un piatto che li descrive e li caratterizza.

Se finora le storie mostrate nel primo volume de La Taverna di Mezzanotte erano antologiche, nel secondo volume sono quasi tutte legate da un filo conduttore che oltre al cibo è composto dal tema dell'amore. Una scelta coraggiosa, ma che non cade mai in cliché o eventi melensi grazie alla freddezza dell'autore Yaro Abe che preferisce caratterizzare anche in maniera cruda e naturale i personaggi piuttosto che giocare con i sentimenti del lettore. Per questo motivo vengono trattate tematiche considerate tabù per il Giappone come il bullismo, la sessualità, la prostituzione, la criminalità organizzata e i tradimenti coniugali.

Ogni cliente, quindi, porta nel proprio cuore paure, speranze, desideri e rimpianti, ma nel momento in cui ordinano la pietanza e la gustano, il suo profumo e il conseguente sapore riescono a rendere le persone più sincere con se stesse e con gli altri clienti con cui scambiano due parole. Per la prima volta, inoltre, il proprietario del locale perde una piccola parte del mistero che lo avvolge e lo vediamo anche in piccoli momenti fuori dal locale, dove si trasforma in protagonista e non solo narratore di storie. Al cibo viene dato un potere così grande da innescare anche incontri importanti, inusuali, dimenticati e capaci di cambiare la vita di alcuni personaggi sia in bene che in male, con decisioni coraggiose o estreme.

Stile artistico che delinea i veri protagonisti della storia

A cambiare non è solo la narrazione e la storia, ma anche lo stile artistico che adesso si fa più stilizzato e semplice soprattutto per quanto concerne le anatomie. Ciò che invece acquista più dettagli sono le espressioni facciali e il cibo che pone una linea di demarcazione evidente tra un capitolo e un altro, ma anche l'ambientazione con tavole non più relegate unicamente agli interni della piccola taverna, ma che mostrano anche l'esterno con personaggi che finora non ci saremmo aspettati di vedere all'aperto come il sopracitato proprietario del locale.

Il punto di vista editoriale

Dal punto di vista editoriale, BAO Publishing è riuscita nuovamente a confezionare una storia coinvolgente all'interno di un volume dalla realizzazione sublime. La grammatura della carta è ottima, ma gli aspetti più soddisfacenti sono alcune tavole a colori che impreziosiscono il volume e la pagina d'apertura in pergamena serigrafata in bianco con sovraccoperta in carta. Solo alla vista e al tatto viene davvero voglia di leggere la meravigliosa storia contenuta all'interno del volume.

Conclusioni

La Taverna di Mezzanotte Vol. 2, in conclusione, riconferma la bellezza di questa storia rendendo la lettura coinvolgente e leggera consigliata sia per gli appassionati di fumetti e manga sia per i lettori occasionali o per i neofiti del genere. La storia prende una piega del tutto nuova grazie alla bravura dell'autore Yaro Abe che decide di non monopolizzare la storia su un unico binario e coraggiosamente riesce a stravolgere le basi narrative senza cadere in cliché o melodrammi. Il cibo continua ad essere l'elemento principale della vita dei personaggi che adesso non si limitano solo a pietanze giapponesi, ma mostrano la loro multiculturalità anche portando avanti problematiche molto occidentali ritenute tabù nella loro terra. Insomma, un'opera tanto coraggiosa quanto funzionale che mostra tutti gli specchi della quotidianità.