Mamme sci-fi: le madri più toste e coraggiose del cinema di fantascienza

Per la Festa della Mamma ripercorriamo i passi di alcune delle mamme sci-fi più toste e coraggiose presenti nei film di fantascienza più iconici.

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a cura di Rossana Barbagallo

La Festa della Mamma è alle porte e, come ci ha insegnato il cinema, ognuna di esse è diversa e speciale, come le mamme sci-fi più iconiche: conosciamo insieme alcune di esse, le più coraggiose e determinate che nei film e nelle serie TV di fantascienza hanno dovuto combattere contro alieni, cyborg e mostri orribili per proteggere i propri figli.

Ellen Ripley

Regina indiscussa dell'universo orrorifico e fantascientifico creato da Ridley Scott con Alien, Ellen Ripley è interpretata da Sigourney Weaver ed è una delle eroine che nel tempo si è conquistata maggiormente un posto di spicco tra i personaggi del cinema più tosti degli ultimi quarant'anni, configurandosi inoltre come una delle mamme sci-fi più toste della storia.

La sua prima apparizione avviene nel 1979 in Alien, benché il suo ruolo fosse stato pensato inizialmente per un uomo; l'interpretazione del tenente Ripley è stata affidata tuttavia a Sigourney Weaver direttamente da Ridley Scott, e mai scelta è stata più azzeccata. Nella pellicola sci-fi che ha da poco compiuto 40 anni, Ellen Ripley è infatti un membro dell'astronave-cargo Nostromo e, con determinazione, orgoglio e coraggio riesce a tenere le redini dell'equipaggio in una situazione di forte pericolo qual è quella in cui si ritrovano tutti dopo la subdola invasione di una forma di vita aliena attraverso il corpo ospite di uno dei membri, Kane.

Ripley si dimostra fin dal primo capitolo di Alien una combattente che, seppur sentendo il peso di una grave minaccia per lei e l'equipaggio della Nostromo, il terrore provocato dallo xenomorfo in agguato, le speranze di sopravvivenza che via via si affievoliscono, riesce a prendere decisioni fondamentali con mano ferma e audacia. Non è l'eroina dalle vesti stracciate per mostrare più pelle di quanto ci si aspetterebbe e non è nemmeno la fanciulla in pericolo che attende di essere salvata o lascia che siano gli uomini a decidere per la sua vita: attraverso la recitazione magistrale di Sigourney Weaver sentiamo quanto lei il fiato dell'alieno sul collo, proviamo il suo terrore e ci contorciamo sulla sedia per la suspense, ma Ellen Ripley rimane pur sempre una donna forte, risoluta, aggrappata alla vita con tutte le sue forze, tanto da essere l'unica sopravvissuta del cargo e da riuscire ad eliminare lo xenomorfo.

È in Aliens - Scontro Finale (pellicola dell'86 diretta stavolta da James Cameron) che scopriamo che Ripley è una mamma. Dopo aver vagato nello spazio in ipersonno per 57 anni, Ellen viene infine recuperata e soccorsa sulla Terra, ma ad attenderla c'è una cattiva notizia: la figlia, undicenne quando la donna era partita a bordo della Nostromo, è ormai morta. Ripley è devastata, per lungo tempo non ha potuto riabbracciare la sua piccola e tornare al suo ruolo di madre e, infine, dopo un inconsapevole vagare tra le stelle, scopre che non potrà più avere questa possibilità, poiché la sua unica figlia non c'è più e, probabilmente, ha trascorso gli ultimi 57 anni con la speranza che la madre finalmente tornasse da lei. Il tenente però ha una sorta di seconda chance: giunta sul pianeta LV-426 insieme ai marines incaricati di soccorrere i coloni di cui si sono perse le tracce, Ripley fa la conoscenza di Newt.

La bambina rimasta orfana e sola è riuscita a sopravvivere per un tempo indefinito nascondendosi dagli xenomorfi che hanno infestato la colonia, ma il trauma psicologico è incalcolabile, tanto che Newt non parla più. È grazie a Ripley, alle sue cure e alla sua protezione che la bambina riuscirà a ritrovare il coraggio di parlare ed è qui che lo spirito amorevole e materno del tenente è reso pienamente manifesto. Avevamo avuto un accenno del suo animo protettivo in Alien, quando aveva rischiato la sua vita per salvare Jonesy, il gatto di bordo, ma in Aliens-Scontro Finale tutto il coraggio, lo spirito di sacrificio e la determinazione volta alla sopravvivenza sono tesi in Ripley alla protezione della piccola Newt.

Rappresentative, in questo contesto, sono la scena in cui la donna torna da sola all'interno della base in procinto di esplodere e si addentra fino al covo della regina madre degli xenomorfi per recuperare Newt intrappolata in un bozzolo; e quella in cui Ripley fa la sua comparsa all'interno di un esoscheltro elevatore intimando alla Alien Queen di non toccare Newt, con la celebre frase "Stai lontana da lei, maledetta!".

Ecco quindi che Ripley ha la possibilità di essere madre ancora una volta, lei che è non ha più una figlia, per Newt che invece non ha più i genitori: l'incontro tra le due sembra essere stato dettato dal destino e il rapporto che ne scaturisce sembra davvero quello di una vita tra una mamma e la sua piccola indifesa. Tra le mamme sci-fi è una delle più toste e determinate, volta con coraggio alla difesa di ciò che le è più caro in un universo in cui non vi sono più certezze e che non dimostra la minima difficoltà nell'usare un lanciafiamme o un fucile ad impulsi contro i mostri che hanno invaso la sua esistenza e minacciano la vita di quella che può essere considerata una sorta di figlia adottiva.

Sarah Connor

Tra le mamme sci-fi non può non collocarsi anche Sarah Connor, interpretata da Linda Hamilton nella saga di Terminator. Facciamo la sua conoscenza nel primo capitolo del ciclo di film, quando Sarah è ancora una giovane studentessa che lavora come cameriera e la sua vita è in pericolo per l'arrivo del T-800 (Arnold Schwarzenegger); tuttavia, il sopraggiungere di Kyle Reese (Michael Biehn) dal futuro per salvarla, permette alla ragazza di rimanere in vita e distruggere il cyborg controllato dalla rete Skynet che intendeva ucciderla.

Tra Sarah Connor e Kyle Reese nasce inevitabilmente l'amore ed è proprio questo il motivo per cui il T-800 è alla ricerca di Sarah: la giovane donna porterà in grembo, infatti, colui che nel futuro guiderà la resistenza contro Skynet e le macchine che soggiogano gli uomini, John Connor, perciò il cyborg viene inviato nel passato per impedire che il bimbo nasca e compia il suo destino.

Nel film Terminator 2 – Il Giorno del Giudizio, John Connor (Edward Furlong) è nato e a seguito di ciò Sarah ha tentato di fare esplodere una delle fabbriche di Skynet per fermare il corso distruttivo degli eventi, ottenendo però solo di essere rinchiusa in un manicomio poiché ritenuta pazza. La donna parla infatti di una fine del mondo che dovrebbe avvenire nel 1997 e le sue azioni non collaborano a migliorare la situazione; la reclusione di Sarah Connor ha avuto perciò come conseguenza l'affidamento di John ad un'altra famiglia: la donna non è quindi presente come madre, ma ha cresciuto John circondandosi di armi e amanti che, figure "paterne" nell'ombra di Kyle Reese, potessero insegnare qualcosa al figlio e aiutarla a proteggerlo.

È una donna dura, addestrata a lungo per ciò che potrebbe giungere e forgiata da una vita difficile, segnata in ogni istante dalla consapevolezza di eventi che devono ancora verificarsi; comunica la sua severità anche a John, benché si preoccupi per la sua incolumità e si mobiliti in qualunque modo per proteggerlo poiché adesso è lui il bersaglio principale del nemico - che qui è il T/1000 (Robert Patrick). Sarah, con l'aiuto del T-800 riprogrammato dal John Connor del futuro, chiamerà perciò a raccolta tutta la sua forza e il suo coraggio per salvare il figlio e impedire la catastrofe preannunciata.

Sarah Connor è di sicuro una madre atipica – basti pensare all'arsenale di armi di cui dispone e alla frase di John al T-800 quando vi hanno accesso: "Ha questo di buono mia madre: è sempre pronta a tutto". Lo stesso arsenale con cui è cresciuto il bambino senza considerarlo inconsueto. Tuttavia nei suoi incubi è tormentata dalla visione di un'esplosione nucleare che incenerisce e spazza via anche lei ed il suo piccolo, senza poter fare nulla per impedirlo (nell'incubo Sarah urla con quanto fiato ha in gola per avvertire della catastrofe, ma la sua voce non è udibile). La distruzione della Terra ad opera di Skynet e le consuenze inevitabili cui andrebbero incontro la donna ed il figlio, sono ciò che muovono Sarah Connor e la spingono – con risolutezza, inflessibilità e coraggio – a combattere la sua guerra contro le macchine che minacciano l'umanità. È lei la vera guerriera della storia ed è una delle madri più toste che il cinema abbia mai conosciuto.

Joyce Byers

Se si parla di Stranger Things non ci si può esimere dal rievocare l'iconica scena delle lucine natalizie che si illuminano a comporre dei messaggi sul muro, da parte di Will Byers alla madre angosciata dalla sua scomparsa.

La fortunata serie TV sci-fi che ha debuttato su Netflix nel 2016 come produzione originale, e di cui è stata annunciata una quarta stagione, ha stregato il pubblico mondiale con le sue ambientazioni ed il suo spirito retrò immersi nel cuore degli anni '80, con citazioni a tutto ciò che di emblematico vi era nella cultura di allora; l'atmosfera di orrore e mistero che avvolge la trama e aleggia pesante come una cappa sopra Hawkins; la caratterizzazione dei personaggi e l'intreccio delle loro vite, unite nelle disavventure causate dal laboratorio segreto che si trova nella città e dalla creatura che ne è fuoriuscita, il Demogorgone.

Stranger Things, infatti, prende le mosse dalla misteriosa sparizione di un bambino, Will Byers, mentre era di ritorno a casa sulla sua bicicletta; mentre gli abitanti di Hawkins non si fanno illusioni e le ricerche si fanno via via più fiacche, una bambina con poteri paranormali fugge da un laboratorio segreto e la sua strada si incrocia con quella degli amici di Will, ovvero Mike, Dustin e Lucas, rivelando loro l'esistenza di un altro piano dimensionale. Nel "sottosopra", come viene chiamato il luogo parallelo alla nostra realtà, dimora un'orribile creatura famelica e Undici, la ragazza che è riuscita a sfuggirle, sa che Will potrebbe essere la sua prossima preda, intrappolato nella dimensione aliena che adesso comunica con il nostro mondo.

Nonostante gli abitanti della cittadina siano concordi sul fatto che di Will non si avranno mai più notizie (tesi avvalorata dal ritrovamento del corpo di un bambino nel fiume) la madre, Joyce Byers (interpretata da Winona Ryder), non si arrende nemmeno per un istante e prosegue le sue ricerche del figlio a testa bassa, senza curarsi dell'opinione altrui. Per questo motivo non potevamo non inserirla tra le mamme sci-fi più coraggiose del cinema.

Joyce è una madre single, che ha sempre condotto una vita dura barcamenandosi da sola tra il lavoro, una situazione economica infelice e l'educazione dei due figli. La vita non le sorrideva neanche prima, ma la scomparsa di Will ha segnato per la donna uno sconvolgimento impossibile da accettare. Tuttavia, sebbene le voci che serpeggiano tra la popolazione di Hawkins ne parlino come di una donna fuori di sè per il dolore, è proprio il rifiuto di Joyce Byers a muoverne i passi e a condurla sulle tracce di Will a qualunque costo.

È testarda, determinata, il suo amore per il figlio valica ogni cosa, persino "l'evidenza" della sua morte; Joyce però "sente" Will, sa che non può essere semplicemente svanito nel nulla, la sua certezza non vacilla nemmeno per un momento e nonostante il mondo intero sembri remare contro le sue convinzioni, la donna assiste alla prova che il suo bambino è ancora lì, da qualche parte.

Ecco che diventa allora protagonista di una delle scene più belle della serie: Joyce riesce a "comunicare" con Will attraverso le luci emanate dalle luminarie natalizie e, per ricevere dal figlio delle risposte compiute, appronta una sorta di Ouija collocando le luci alla parete e associando ciascuna di esse ad una lettera. La testardaggine di Joyce, le sue ricerche frenetiche anche a costo di sembrare folle, vengono così premiate: Will è ancora vivo, sospeso da qualche parte tra questo ed un altro mondo, tuttavia è in grave pericolo.

Anche se difficili da comprendere, ma soprattutto da spiegare agli altri, a questo punto Joyce Byers non si lascia intimorire nemmeno dai fenomeni paranormali che infestano Hawkins: la forza di questa madre risiede nella sua cocciutaggine, anche di fronte alla terribile realtà di un piano dimensionale parallelo in cui si annidano orrende creature. Will deve essere salvato ad ogni costo e l'aiuto degli altri protagonisti sarà decisivo per aiutare Joyce a riabbracciare il figlio.

Il Funko Pop! di Ellen Ripley, l'eroina di Alien, che potrete trovare cliccando qui.