Moon Knight Episodio 2: citazioni e riferimenti in Evoca il costume

Moon Knight Episodio 2: citazioni e riferimenti in Evoca il costume. La serie è disponibile settimanalmente su Disney Plus.

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a cura di Manuel Enrico

La conclusione del precedente episodio di Moon Knight ci aveva mostrato il nuovo eroe del Marvel Cinematic Universe indossare il suo costume, momento particolarmente atteso dai fan della versione caratacea del Pugno di Khonshu. Forti di questa rivelazione sul filo di lana, era quindi inevitabile che l’uscira del secondo episodio, Evoca il costume, fosse particolarmente attesa, ma anche in Moon Knight Episodio 2 siamo andati a caccia a citazioni e riferimenti.

Se Moon Knight Episodio 1 è stata particolarmente avaro di grandi riferimenti al mito del personaggio marveliano, Evoca il costume ha voluto invece strizzare maggiormente l’occhio alla dimensione fumettistica di Moon Knight, toccando sia alcuni tratti delle storie delle origini che dando vita a siparietti che si rifanno alle run più recenti del personaggio. Un ultimo avviso, come da tradizione: non proseguite la lettura se non avete ancora visto Moon Knight Episodio 2!

ATTENZIONE: quanto segue contiene spoiler sul primo episodio di Moon Knight

Moon Knight Episodio 2: citazioni e riferimenti

Date importanti

Come abbiamo raccontato nel nostro speciale dedicato a Moon Knight, la prima apparizione del personaggio avviene in Werewolf by Night #32, nel 1975, quando il Pugno di Khonshu viene introdotto come avversario del lupo mannaro Jack Russel (sì, la Marvel ha battezzato un licantropo dandogli il nome di una razza canina, ringraziate tutti Doug Moench). E poteva quindi mancare un riferimento a questo leggendario numero? Ovviamente no, e quindi ecco comparire un bus con un codice identificativo decisamente familiare, WBN 0032 (Werewolf by Night #32).

Dettaglio che viene ripreso anche nella scheda del file di Marc Spector in dotazione alle forze dell’ordine, dove il numero del file è 1975/011517262833.

Interessante notare anche che nelle note è riportata la dicitura ‘archeological site homicides’, riferimento alle origini fumettistiche di Moon Knight, che vedevano Marc Spector ricevere i suoi poteri da Khonshu dopo esser sopravvissuto a un brutale massacro perpetrato da suoi poco raccomandabili soci ai danni di una spedizione archeologica che avrebbero dovuto proteggere. Riferimento che viene nuovamente tirato in ballo dallo stesso Khonshu, quando gli ricorda come sia iniziata la loro strana relazione, mentre Marc Spector era in punto di morte, episodio presente in diverse run del personaggio. Questo dialogo interiore tra Khonshu e Marc è una costante della personalità del personaggio, ma l’accezione presentata dalla serie di Disney+ sembra rifarsi principalmente al ciclo firmato da Jeff Lemire.

Sempre parlando di date e prime volte, quando Steven recupera il passaporto di Marc Spector vediamo la data del 9 marzo 1987. L’anno citato è quello in cui Moon Knight entra a far parte dei Vendicatori della Costa Ovest, in West Coast Avengers #21.

Uno, nessuno, centomila

Nei fumetti, Moon Knight ha mostrato di potere scegliere come adattare il proprio costume alle proprie esigenze, spesso legate ai diversi periodi storici in cui l’avatar di Khonshu ha operato.

Particolarmente interessante è la presenza dell’alter ego di Mr Knight, incarnazione del personaggio la cui nascita va tributata al duo Warren Ellis e Declan Shalvey, che ideò questa versione elegante del personaggio in un periodo in cui Moon Knight lavorava come consulente per la polizia americana. Il costume era un’evoluzione di quello mostrato da Moon Knight in Secret Avengers, e contrariamente ad altre tendenze del personaggio non incarna una personalità della psiche di Marc Spector, ma è un vero e proprio alter ego supereroico di Spector, ideato per agevolare la sua collaborazione con le forze dell’ordine.

Da apprezzare come il riferimento a Mr. Knight non sia solamente nell’abbigliamento, ma veda Steven riprendere alcune movenze del personaggio, come l’arrotolarsi le maniche prima di una scazzottata, come visto nei fumetti, o nell’elegante vezzo di aggiustarsi la cravatta.

Non solo Moon Knight

Sempre dalla citata run di Jeff Lemire sono tratti i due poliziotti Bobbi (Ann Akinjirin) e Billi (David Ganly), che nel passaggio dalla carta alla serialità sono promossi a piedipiatti, ma rimanendo comunque relegati a un ruolo secondario, quello di tirapiedi di Arthur Harrow (Ethan Hawke).

Un villain che trova ulteriore contesto come santone, capo di una comunità che in questo secondo episodio viene definita con maggior attenzione. Se da un lato la rivelazione della passata vicinanza tra Harrow e Khonshu è una novità per il canone del personaggio, dall’altro è difficile non vedere nella figura di avatar divino di Harrow una somiglianza al personaggio di Sun King, comparso nella gestione di Bemis di Moon Knight, dove questo avversario del Pugno di Khonshu crea una propria comunità in cui accogliere i reietti della società, offrendo loro una nuova vita

Uno sguardo alla Marvel cinematografica

Difficile non vedere nell’approccio dato a Mr. Knight un’eco dell’umorismo tipico del Deadpool cinematografico, con tanto di atterraggio con posa da supereroe, come millantato sempre dal Mercenario Chiacchierone. Oltre a questo richiamo visivo, è innegabile che l’humor britannico di Mr. Knight sia figlio di una voglia di offrire un contraltare comico alla più seria definizione di Marc Spector e del suo Moon Knight.

Nonostante una volontà autoriale dei Marvel Studios di non avere un’eccessiva attinenza al Marvel Universe, in Moon Knight si vede un riferimento al Comitato di Rimpatrio Gobale (GRC), l’agenzia nata sulla scia del Blip post-Avengers: Endgame, incaricata di gestire le situazioni generatesi. Comparsa in The Falcon  & The Winter Soldier, questa agenzia fa ora la sua apparizione anche in Moon Knight.

Moon Knight: Evoca il costume

Con il secondo capitolo di Moon Knight, è evidente la volontà di voler dare un’interpretazione meno seriosa e più comica del personaggio. Scelta interessante, che si colloca bene all’interno della valorizzazione della pluralità di personalità del supereroe marveliano, che si discosta profondamente dall’originale cartaceo, decisione autoriale rivendicata dalla produzione e che sta mostrando una propria liceità. Il contrato tra la personalità turbata ma scanzonata di Steven diverte, sdrammatizza al punto giusto, portando consistenza anche al più serioso Marc. Che sia questa la giusta dinamica per la serie? Saranno i prossimi episodi a dimostrare se questa chiave narrativa si sia rivelata azzeccata.

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