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Morgan Lost: Max Wonder non deve morire, la recensione

Morgan Lost ci consegna una delle storie più sentite delle Night Novels, con un eroe che cerca disperatamente di sconfiggere il male degli uomini.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

In sintesi

Morgan Lost ci consegna una delle storie più sentite delle Night Novels, con un eroe che cerca disperatamente di sconfiggere il male degli uomini.

Morgan Lost e il ciclo delle Night Novels giunge al quarto episodio con una storia che prosegue in un certo senso la continuity dei personaggi proposti fino adesso e, soprattutto, tormenta ancora di più il nostro Cacciatore in preda ai rimorsi, all’assenza di un figlio mai arrivato e dalla negazione del calore umano tanto agognato. Come scritto nell’editoriale, New Heliopolis somiglia sempre più a Gotham City, in realtà è anche peggio: considerando la sua atipicità, il suo essere grottesco e, no… nemmeno il nostro Morgan è un supereroe come il Cavaliere Oscuro. C’è un altro supereroe in calzamaglia da quelle parti, il suo nome è Max Wonder, ma c’è qualcuno che vuole privare il piccolo schermo anche di questa illusoria ancora di salvezza.

Morgan Lost e il ciclo dei “vinti”

Sin da questo nuovo inizio, le Night Novels di Morgan Lost ci hanno consegnato uno scenario nuovo, più crudo, più tormentato e totalmente rivoluzionato negli accadimenti del (dis)ordine che regna a New Heliopolis. Ma oltre al nuovo intreccio narrativo che costituisce la nuova spina dorsale con la continuity che abbiamo visto in questi quattro mesi, non abbiamo potuto fare a meno di notare come i serial killer che stanno infestando ancora la città siano completamente dei “vinti” del male che pervade la metropoli immaginata da Claudio Chiaverotti.

Lo abbiamo visto con Bloody Bunny, al quale abbiamo dedicato un articolo speciale con i bozzetti preparatori, un uomo tormentato dalle sue illusioni che gli rimembravano di continuo la perdita della madre, oppure l’incubo della burocrazia che ormai aveva inghiottito e risputato con l’aggiunta di tanta ferocia l’assassino del libro dei morti…un uomo così solo e talmente ignorato da immaginare una missione divina per purificare la sua anima. Un uomo talmente invisibile, che anche da assassino seriale non è riuscito a meritarsi un soprannome da parte del notiziario dei serial killer di Lindy Kiss.

Ed ecco emergere da tanta oscurità un supereroe. Ma non si tratta di Morgan Lost, anche perché avrete ormai capito che New Heliopolis non è un posto per la salvezza offerta da un essere dai superpoteri. Max Wonder, infatti, è solamente il protagonista di una serie televisiva come quelle che vanno tanto di moda oggi. Ma a causa di alcuni personaggi che incarnano un male reale, Max Wonder è destinato a “morire”. Si tratta di un destino già segnato? Del destino di un “vinto”?

Sarebbe l’ennesimo di questa serie, che si lascia spingere da alcune forme illusorie all’assassinio, ma che più di tutti segna la sua battaglia personale contro il vero male della società, al punto di non condividere pienamente la fatalità della sua sorte con Morgan Lost. Quella di Max Wonder è la storia di un autentico antieroe che vi entrerà nelle ossa, che viene schiacciato dalla condizione umana. Proprio come l’albatros di Charles Baudelaire.

 

Spesso, per divertirsi, i marinai

catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,

indolenti compagni di viaggio delle navi

in lieve corsa sugli abissi amari.

L’hanno appena posato sulla tolda

e già il re dell’azzurro, maldestro e vergognoso,

pietosamente accanto a sé strascina

come fossero remi le grandi ali bianche.

Com’è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!

E comico e brutto, lui prima così bello!

Chi gli mette una pipa sotto il becco,

chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!

Il Poeta è come lui, principe delle nubi

che sta con l’uragano e ride degli arcieri;

esule in terra fra gli scherni, impediscono

che cammini le sue ali di gigante.

Charles Baudelaire

La condizione umana che schiaccia il nostro Morgan è quella del rimorso, di un figlio mai avuto e perduto per sempre, del calore umano ritrovato nel soffio di un momento, ma perso nell’imperversante pazzia di Greta. Una condizione che provoca delle forti allucinazioni al Cacciatore e, chissà per quanto tempo dovrà farci i conti.

Anche in questo albo continuano le scene grottesche, comiche e “splatterose” di Dottor Splatter, la psuedo pellicola che ci accompagna sin dalla prima serie di Morgan Lost, che nel suo piccolo, ci riserverà una simpatica sorpresa. Lieti di vedere esaudito il nostro desiderio di approfondire le vicende di questo immancabile elemento della serie.

Leggendo Max Wonder non deve morire, abbiamo avuto l’impressione di leggere una storia di stampo classico di Chiaverotti, e il Maestro torinese non si offenderà se annoveriamo la magnifica narrazione di quest’albo tra quelle a noi storicamente più care, ovvero quelle scritte per Dylan Dog. Ma badate bene: lo spirito di Morgan Lost è più che rispettato, un altro ritorno alle origini, con un protagonista tormentato e un serial killer vittima degli eventi ancor più tormentato. Se non fosse per le allucinazioni di Morgan, mancherebbe la continuity della storia principale che regge questa nuova serie di Night Novels, ma nei prossimi numeri siamo certi che ne sapremo di più sui comprimari della serie, che stavolta, risultano praticamente assenti.

Come a voler adattare in pieno l’anima di certe storie, questo quarto volume delle Night Novels è disegnato ancora una volta dal celebre Giovanni Talami, un tratto che si distingue per la sua essenzialità e meglio si approccia alla crudezza di alcune scene. Una scelta davvero azzeccata.

Sergio Bonelli Editore confeziona ancora una volta un albo che non delude le aspettative, ma le stravolge del tutto, presentando una storia appena fuori dal canone innovativo della serie, ma che tocca vette storiche e quasi dimenticate nella qualità narrativa. Max Wonder è un “vinto” ma ha scoperchiato il male dietro la vita di tutti i giorni, riuscendo a fare breccia nei nostri cuori.

Ci vediamo qui puntuali il mese prossimo, per ritrovare una vecchia conoscenza che avrete appreso nella quarta di copertina.

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Voto Recensione di Morgan Lost: Max Wonder non deve morire



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Max Wonder, prima di essere un serial killer, è una vittima che lascerà il segno;

  • - Una delle migliori storie di questo ciclo;

  • - Disegni di Talami azzeccatissimi.

Contro

  • - Poco legato alla continuity della serie. Come si evolveranno le trame narrate ne il libro dei morti?

Commento

Max Wonder non deve morire conferma la natura di questo nuovo ciclo di avventure di Morgan Lost: non ci sono veri eroi, soltanto vinti, che con forza si ribellano al male dell'uomo. Si tratta di uno dei migliori capitoli della serie, anche se piuttosto slegato dall'intreccio narrativo principale e quasi del tutto privo di continuity con quanto narrato fin ora. I disegni di Talami confezionano una storia cruda e indimenticabile, che possiamo accostare senza dubbio al canone classico di un Chiaverotti per nulla invecchiato.

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