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Saga 10, recensione: un ritorno in grande stile

Saga di Brian K. Vaughan e Fiona Staples è tornata: la nostra recensione dell'emozionante Saga 10, edita da BAO Publishing.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Saga fa il suo ritorno con il nuovo volume di Brian K. Vaughan e Fiona Staples, Saga 10, edito da BAO Publishing

Saga 10 decreta il ritorno di una delle serie fumettistiche più audaci e originali degli ultimi decenni. Brian K. Vaughan e Fiona Staples riprendono il timone di Saga e dopo una lunga pausa durata tre anni, riacciuffano le fila di una sorprendente space opera che ci aveva salutati con un finale sconvolgente, benché aperto a speranzose congetture. Alcuni tasselli, tuttavia, si inseriscono nei loro rispettivi posti più dolorosamente di altri perché compongono l’immagine di un’amara, crudele realtà. Con l’uscita di Saga 10 in Italia ad opera di BAO Publishing, contenente i capitoli da 55 a 60 della serie, scopriamo quindi che ne è stato della piccola Hazel e della sua famiglia, assistiamo all'evoluzione di eventi quotidiani dettati da spietati voleri superiori e giungiamo alla fine di questo volume con una consapevolezza (che poi è anche una conferma): pochissimi fumetti sono in grado di turbare l’animo come Saga.

Una famiglia in continua espansione (e contrazione)

Parecchie cose, in Saga, sono fuori dall'ordinario. E se abbiamo imparato qualcosa dalla serie a fumetti di Brian K. Vaughan e Fiona Staples è che anche la famiglia può essere eccezionale, oltre ogni convenzione. Quella di Hazel, protagonista e narratrice in Saga, è una famiglia che nel tempo ha accolto a sé nuovi membri o ne ha persi altri, dalle personalità e dalle razze differenti, mantenendo tuttavia sempre quel nucleo principale, perno della narrazione, composto da lei, la madre Alana e il padre Marko. Personaggi che ci hanno accompagnati nelle loro turbolente vicende per 9 numeri e 54 capitoli. Se nell'ultimo di essi la distruzione di tale nucleo poteva sembrare però solo un “brutto momento” difficile da digerire, tanto da lasciare nei lettori lo spazio (soprattutto temporale, visti i 3 anni di assenza dagli scaffali) per inanellare supposizioni e teorie su possibili ricongiungimenti, Saga 10 sancisce un triste, radicale punto fermo. La famiglia di Hazel non è più la stessa, nonostante come dicevamo sia sempre stata soggetta a forze esterne e mutamenti interni. Ma stavolta per sempre. Saga 10 riparte su tale presupposto, 3 anni dopo gli avvenimenti narrati nel volume 9. Hazel è cresciuta e mette su alcuni trucchi di magia per compiere qualche furtarello; Alana continua a proteggere Hazel e il figlio adottivo Scudiero, ma si è data al traffico di droga interplanetario per racimolare il loro sostentamento; e ad accompagnarli sulla loro astronave-albero c’è adesso Bombazine, un possente uomo in parte koala con un braccio meccanico. Visto che i guai sembrano riuscire a trovare sempre i protagonisti di Saga, i tre si ritrovano abbordati da una nave pirata, i cui proprietari sembrano voler stipulare strani accordi. Intanto, però, la guerra tra Landfall e Wreath non è ancora giunta a conclusione e questo vuol dire solo una cosa: la caccia ad Hazel e a ciò che rappresenta è ancora aperta. E stavolta, oltre lei e i suoi parenti più stretti, dovranno finire nel mirino anche gli altri membri della “famiglia” che sono venuti a conoscenza del loro segreto.

Resta salda, Saga, non si smentisce e non perde il suo smalto, facendo ciò che fin dall'inizio riesce a fare meglio: raccontare le vorticose dinamiche quotidiane, di affetto e sopravvivenza che nascono in seno a una famiglia, sia essa quella biologica o quella che ci siamo scelti (o che, ancora, gli eventi hanno scelto per noi). E lo fa sempre con quell'indomabile, meravigliosa irriverenza che trasduce il turbamento e l’imbarazzo iniziali in un riconoscimento dei meccanismi che muovono la (spesso) inverosimile realtà. Nel narrare gli strani fatti che coinvolgono la famiglia di Hazel, in Saga 10 c’è ad esempio Alana intenta a mostrare le tette in pubblico per pubblicizzare un prodotto che consentirebbe di non allattare più al seno, o a contrattare per un carico di droga con un uomo-cane. Tutto per guadagnare qualche soldo per lei, i figli e Bombazine. Hazel e Scudiero che stringono amicizia con i loro “carcerieri” pirati, al punto che due di essi abbandonano la ciurma per unirsi ad Alana and company. Lo stesso Scudiero che, dopo aver trascorso anni accanto alla sua sorella acquisita, sente adesso di non poter più nascondere quello che crede sia un innamoramento verso Hazel, seppur espresso solo attraverso le immagini della sua testa-schermo.

Sono momenti duri, a volte strazianti nel loro pragmatismo (ad esempio, la criminalità per la mera sopravvivenza), ma più spesso dolci ed emozionanti e, anche se sono trascorsi alcuni anni, Saga 10 sa ancora mettere in moto in maniera eccezionale i sentimenti dei lettori, mostrando questa nuova, vecchia famiglia di sempre, i suoi membri appena acquisiti e quelli persi e tutte le umane vicende che gravitano loro attorno. Ed è un ritorno in grande stile, questo, fatto mettendo il piede sull'acceleratore del dolore. Ciò che avevamo lasciato in sospeso con il capitolo 54, quella morte improvvisa raccontata quasi senza pathos nella sua violenta repentinità, assume in Saga 10 il sapore definitivo della lancinante consapevolezza con una delle sequenze fumettistiche più belle e strazianti degli ultimi anni presente tra le ultime pagine (e di cui ovviamente non possiamo parlare). Un momento composto da immagini di fuoco e cenere che, con lo schiaffo che ci molla sul viso, si sentiva tuttavia necessario e obbligatorio sin dalla conclusione del volume 9. E non poteva essere raccontato meglio di così.

Saga 10 e l'imprescindibile Fiona Staples

Saga, prima di ogni cosa, è una space opera a fumetti. Le vite dei suoi protagonisti sono strettamente intrecciate alle fratture socio-politiche che imperversano nell'universo a causa della secolare guerra tra Landfall e Wreath. Se questo concetto era passato leggermente più in sordina negli ultimi capitoli della serie, in Saga 10 lo spettro della caccia all'uomo ai danni di Hazel e famiglia e quello di una guerra senza quartiere, torna a farsi sentire prepotentemente. E con le sequenze di un attacco kamikaze di una dissidente politica e con la minaccia di una nuova missione “cerca e distruggi”, che ha il sentore di una promessa funesta estesa anche a chi di questa famiglia ha fatto parte solo brevemente. Bene quindi questo ritorno di Brian K. Vaughan e Fiona Staples a quella cornice più ampia ed epica che ha caratterizzato Saga fin dall'inizio con il suo contesto di una lotta interplanetaria: dopo 3 anni sembra che vi sia un cauto ritorno alle origini e a quel vasto quadro generale che racchiude fazioni, razze, ideologie e ingiustizie universali.

Fa piacere però vedere soprattutto che l’arte di Fiona Staples in Saga non sia stata offuscata dagli anni di stand by trascorsi su altri progetti. Saga 10 non sancisce quindi solo il ritorno di una narrazione epica ed emozionante, ma anche di uno stile grafico che la identifica distintamente con un’energia in grado di trascendere il tempo. La carica visiva di Fiona Staples è ancora una volta nei volti e nelle sfaccettate espressioni e persino nella prossemica e nella mimica di quei corpi che non possiedono delle vere e proprie facce (come gli appartenenti alla società robot). La cura che Staples mette nelle sue illustrazioni, seppur sempre rapide e agili, si manifesta soprattutto nel riuscire a far trasparire da tutti i protagonisti la loro pregevole caratterizzazione: chiunque in Saga (e ancora in Saga 10), persino i personaggi più infidi e gretti, può vantare uno spessore psicologico invidiabile che è reso visivamente in maniera eccellente.

Insomma, tornare a Saga 10 dopo questi lunghi anni lontani dalla serie a fumetti ci ha fatto comprendere ancora di più quanto ci sia mancata, ma anche quanto la presenza di Fiona Staples in un questo progetto sia imprescindibile. La speranza per il futuro è che i due autori non rinuncino al loro marchio di originalità inserendo illustratori differenti per i nuovi, numerosi capitoli previsti e che Saga mantenga il suo stile unico anche nei volumi a venire (gli autori programmano infatti di realizzare un totale di 100 capitoli!). Ricordiamo inoltre che Fiona Staples, oltre a illustrare Saga, ne realizza le copertine e applica i colori: un lavoro, questo, che si apprezza oggi più che mai e che probabilmente snaturerebbe Saga e la sua natura energica, crudele, sovversiva, irriverente ed emozionante, se fosse affidato a un artista differente.

Voto Recensione di Saga 10



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Nonostante gli anni non ha perso la sua energia...

  • - ...irriverente, crudele, sovversiva, ma soprattutto emozionante;

  • - I nodi lasciati in sospeso con il capitolo 54 vengono dolorosamente al pettine...

  • - ...con una delle sequenze a fumetti più strazianti di sempre;

  • - Il ritorno in grande stile di Fiona Staples

Contro

  • - Nessuna nota da segnalare

Commento

Resta salda, Saga, non si smentisce e non perde il suo smalto, facendo ciò che fin dall'inizio riesce a fare meglio: raccontare le vorticose dinamiche quotidiane, di affetto e sopravvivenza che nascono in seno a una famiglia, sia essa quella biologica o quella che ci siamo scelti (o che, ancora, gli eventi hanno scelto per noi). E lo fa sempre con quell'indomabile, meravigliosa irriverenza che trasduce il turbamento e l’imbarazzo iniziali in un riconoscimento dei meccanismi che muovono la (spesso) inverosimile realtà. È un ritorno in grande stile, questo, fatto mettendo il piede sull'acceleratore del dolore. Ciò che avevamo lasciato in sospeso con il capitolo 54, quella morte improvvisa raccontata quasi senza pathos nella sua violenta repentinità, assume in Saga 10 il sapore definitivo della lancinante consapevolezza con una delle sequenze fumettistiche più belle e strazianti degli ultimi anni. Saga 10 non sancisce però solo il ritorno di una narrazione epica ed emozionante, ma anche di uno stile grafico che la identifica distintamente con un’energia in grado di trascendere il tempo: quello di Fiona Staples. La cura che Staples mette nelle sue illustrazioni, seppur sempre rapide e agili, si manifesta soprattutto nel riuscire a far trasparire da tutti i protagonisti la loro pregevole caratterizzazione: chiunque in Saga (e ancora in Saga 10), persino i personaggi più infidi e gretti, può vantare uno spessore psicologico invidiabile che è reso visivamente in maniera eccellente. Bentornata, Saga!

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Saga 10