Scopriamo insieme Saga: un inno allo stupore in una space opera fantasy

Saga di Brian K. Vaughan e Fiona Staples: scopriamo insieme una delle serie a fumetti più spregiudicate e amate degli ultimi anni.

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a cura di Rossana Barbagallo

Il titolo Saga non avrebbe potuto essere più adatto per la serie a fumetti creata da Brian K. Vaughan (Paper Girls, Y the Last Man) e Fiona Staples (North 40, Mystery Society). Una vera saga familiare attraverso pianeti strani e lontani, tra fazioni in guerra, cacciatori di taglie, situazioni sopra le righe e una bambina da proteggere a ogni costo, in una space opera fantasy che sta per tornare, anche in Italia, con un nuovo numero. Dopo la lunga assenza dagli scaffali causata (anche) dalla pandemia, che ha ritardato i lavori su Saga, la serie di Vaughan e Staples torna a far parlare di sé grazie al nuovo Saga 10 in arrivo con la pubblicazione da parte di BAO Publishing, proseguendo una trama che, tre anni fa, ci aveva lasciati col fiato sospeso su un cliffhanger al fulmicotone. Nell’attesa del tanto bramato ritorno di Saga, facciamo la conoscenza dell’opera che più di tutte, negli ultimi anni, ha sovvertito le idee di fantasy e sci-fi e ha travolto critica e pubblico con la sua impetuosità, facendo incetta di premi.

Saga: scopriamo la serie di Brian K. Vaughan e Fiona Staples

Dieci anni fa, l’esplosione di una bomba a fumetti

La storia editoriale di Saga ha ufficialmente inizio dieci anni fa, con il primo numero pubblicato da Image Comics il 14 marzo del 2012. In realtà sembra però che l’autore Brian K. Vaughan inizi a maturare l’embrione di una trama già durante la sua infanzia, definendo la storia come “un universo immaginario che ho creato quando ero annoiato a lezione di matematica. Ho solo continuato a costruirlo”. Neanche a dirlo, l’ispirazione per Vaughan arriva dai pilastri della letteratura e della cinematografia fantasy e sci-fi, come Il Signore degli Anelli, Star Wars, Flash Gordon, benché ad una rapida occhiata sia evidente come Saga si sviluppi in una sorta di contemporaneo Romeo e Giulietta (fortunatamente, senza la veloce dipartita dei due protagonisti).

La spinta definitiva alla realizzazione di Saga arriva per Vaughan con la seconda gravidanza della moglie: per l’autore la creazione di una vita e la creazione artistica convergono e possono essere considerate pressoché analoghe e persino la trama di Saga si incentra proprio sulla nascita di una bambina, nata da due individui comuni che sovvertono le follie di una guerra tra due fazioni agli antipodi semplicemente con il frutto del loro amore. Come affermato dallo stesso Brian K. Vaughan in un’intervista a The Hollywood Reporter:

Mi sono reso conto che fare fumetti e fare bambini erano più o meno la stessa cosa e che se avessi potuto combinare le due cose, sarebbe stato meno noioso ambientando la storia in un folle universo fantasy fantascientifico, piuttosto che raccontare aneddoti sulle borse per pannolini. Non volevo raccontare un'avventura à la Star Wars con nobili eroi che combattono un impero. Queste sono persone ai margini della storia che vogliono uscire da una guerra galattica senza fine. Faccio parte della generazione in cui tutto ciò che facciamo è lamentarci dei prequel e di come ci deludono, e se ognuno di noi che si è lamentato del fatto che i prequel non sono stati all'altezza delle nostre aspettative avesse semplicemente creato il proprio fantasy/sci-fi, avremmo fatto un uso migliore del nostro tempo.

Ridurre Saga a ciò che l’ha ispirata è tuttavia riduttivo. Brian K. Vaughan alla scrittura e Fiona Staples alle illustrazioni realizzano una space opera fantasy che è ascrivibile a tali etichette per quanto riguarda le ambientazioni, l’epica, le atmosfere, ma la loro serie a fumetti potrebbe costituire un genere a sé stante che rinnova quanto c’è ormai di già visto e sentito all’interno di mercati saturi come il fumetto, la cinematografia o la letteratura. E nonostante lo stesso Vaughan abbia definito ironicamente la sua opera come uno “Star Wars per pervertiti”, Saga è sicuramente un progetto così ambizioso da non poter essere traslato su pellicola tanto facilmente, e per la sua ampiezza e per l’originalità con cui esplode sulla carta stampata e la schiettezza di contenuti espliciti ed estremamente adulti:

Volevo fare qualcosa che fosse troppo costoso per essere TV e troppo sporco e adulto per essere un blockbuster

Saga però non esisterebbe oggi senza l’apporto artistico di Fiona Staples, la quale è co-creatice con Vaughan della serie a fumetti sin dal momento in cui il suo nome è stato proposto dallo scrittore e amico comune Steve Niles e le sue opere hanno impressionato Vaughan a tal punto da lasciarlo senza più alcun dubbio. Lo stile unico di Fiona Staples non solo ha decretato l’inizio della sua fortunata collaborazione con l’autore (il quale ha definito il lavoro dell’artista come “diverso da quello di chiunque altro”), ma ha impresso un ulteriore sigillo di originalità a un’opera che per la sua innovazione ha lasciato (e continua a lasciare) un’impronta profonda nel panorama fumettistico. Il suo lavoro si basa inoltre sullo stile dei film d’animazione, ponendo particolare cura sulle figure e gli sfondi e, oltre all’illustrazione e alla colorazione delle tavole, Staples si dedica anche alla realizzazione delle copertine. Senza contare che molti dei concept scaturiti dalla creatività dell’autrice hanno plasmato a loro volta la narrazione di Vaughan. Ad esempio, il razzo-casa che i protagonisti usano per spostarsi e vivere, è una sorta di struttura organica dall’aspetto di un grande albero che Fiona Staples ha ideato per sopperire alla sua insofferenza verso l’illustrazione di oggetti altamente tecnologici o meccanici; così come il personaggio di Ghüs, una sorta di piccola foca artica antropomorfa, è stata totalmente ideata dall’autrice.

Saga premiata, saga fortunata

Nonostante i temi maturi e complessi, il frequente turpiloquio, le immagini esplicite che ritraggono scene di sesso senza censure, la violenza rappresentata in ogni sua declinazione, Saga è un’opera che mette d’accordo tutti. A dimostrarlo non sono solo le vendite che negli anni hanno prodotto diversi sold out e contribuito a definire Saga come uno dei migliori best seller fumettistici, ma anche la sfilza di premi che la serie di Brian K. Vaughan e Fiona Staples ha collezionato sin dal suo esordio nel 2012. Saga vanta ben 12 Eisner Awards, 17 Harvey Awards, 1 Hugo, 1 British Fantasy Awards e una lunga serie di nomination. Sono forse proprio la franchezza e la spontaneità con le quali è intessuta la narrazione ad avvicinare i lettori, ritrovandosi tra le mani un prodotto che, se da un lato mette in scena l’epicità di una guerra senza quartiere che da due fazioni in lotta coinvolge innumerevoli pianeti dell’universo, dall’altro segue situazioni e sentimenti umani autentici tanto nella loro nobiltà quanto nella crudezza.

Sin dal debuto di Saga, la stampa di settore non manca quindi di sperticarsi in lodi e critiche positive, e tuttavia la serie a fumetti diventa al contempo anche una tra le più chiacchierate: mentre Saga è al suo zenit, nel 2014 viene anche inserita all’interno dell’American Library Association nell’elenco dei 10 libri più contestati dell’anno, per i contenuti sessualmente espliciti e il linguaggio offensivo. In barba a polemiche varie ed eventuali, Saga prosegue comunque la sua corsa per diversi anni ancora, benché sia costretta a subire una battuta d’arresto nel 2019 per 3 anni, complici gli altri progetti fumettistici a cui gli autori si dedicano nel frattempo, ma anche la pandemia da Covid-19 che costringe Vaughan e Staples a interrompere temporaneamente i lavori. Con il lento sfumare dell’emergenza verso una nuova parvenza di normalità, nel 2021 la lunga pausa sembra giungere al termine e l’annuncio del ritorno di Saga da parte dei due autori è seguito da un sono “finalmente”. Per l’occasione, Fiona Staples ha dichiarato:

Mi è mancata davvero la connessione con i lettori attraverso le pagine di Saga, sono entusiasta di rimettermi al lavoro e tuffarmi nuovamente in questo mondo. Il prossimo arco narrativo mi sta già stupendo. Sono davvero onorata di poter continuare questa serie!

Premere il tasto “pausa” su una produzione del genere, infatti, è stato visto da più parti come un possibile abbandono del progetto da parte degli autori, soprattutto alla luce dell’estensione prevista per Saga che Vaughan e Staples hanno annunciato al debutto della serie: 108 numeri, di cui 54 pubblicati finora. Lo spettro di una brusca conclusione esattamente a metà dell’opera, è aleggiato per lungo tempo tra i lettori di Saga. Intanto, Image Comics in patria e poi BAO Publishing in Italia, trasferiscono le singole issues di Saga all’interno di volumi generosi e di eccellente fattura: Saga Deluxe, in 3 volumi cartonati da 18 capitoli ciascuno, fino al numero 9 della serie a fumetti pubblicata finora. Con l’annuncio dell’arrivo di Saga 10 la speranza di poter tornare a leggere la storia di Hazel, Alana e Marko si è ravvivata e ha scatenato un forte hype, lasciando cadere ipotetiche congetture sull’interruzione della serie. Ma chi sono questi personaggi? E di cosa parla esattamente Saga?

L’amore ai tempi delle guerre interplanetarie

Alana e Marko si incontrano sul campo di battaglia, si innamorano e dalla loro unione nasce una bambina, di nome Hazel. C’è solo un “piccolo” particolare. I due appartengono a due fazioni opposte e in guerra da secoli, tra le quali le relazioni tra nemici sono severamente proibite e, dato che c'è in ballo persino una bambina, la pena non può che essere una sola: la morte. Nell’universo di Saga esiste infatti un pianeta chiamato Landfall, abitato da una popolazione di umanoidi tecnologicamente avanzati e dotati di ali; e poi c’è la sua luna, Wreath, su cui vivono invece umanoidi provvisti di corna e la capacità di governare le arti magiche. Queste due razze sono in lotta da un tempo incalcolabile, al punto che la guerra in corso coinvolge sempre meno gli esponenti delle due popolazioni e vede scendere in campo un numero sempre maggiore di abitanti di altri pianeti, su cui la guerra è stata subappaltata. La conseguenza di un conflitto di tale portata è che ormai, in tutto l’universo, non c’è razza che non sia schierata da una parte o dall’altra.

La nuova, bizzarra famiglia composta da Alana, Marko e Hazel dà inizio alla propria fuga e sulle loro tracce vengono sguinzagliati dei freelancer, spietati cacciatori di taglie tra cui uno particolarmente sanguinario chiamato Il Volere, con l'obiettivo di ucciderli tutti, inclusa la neonata Hazel. Si unisce alla caccia anche il principe Robot IV, che indaga personalmente sul passato di Alana e sulle sue presunte idee sovversive che hanno portato all'instaurazione di un legame con il nemico. I due sono colpevoli infatti non solo di aver disertato, ma anche di aver dato alla luce una bambina, prova vivente che tra Landfall e Wreath potrebbe esserci la pace, se solo la si volesse. E nella loro fuga da un pianeta all’altro per la sopravvivenza, Alana e Marko intrecceranno le loro vite a quelle di chi vuole vederli morti e di chi invece ribalterà totalmente credenze e ideali nati in seno a una guerra insensata e interminabile.

Una Saga spregiudicata: le tematiche

A metà tra fantasy e fantascienza, tra l’epica dei viaggi interstellari come in Star Wars e il tormento amoroso di una relazione ostacolata come in un Romeo e Giulietta nello spazio, Saga rimescola le carte in tavola e propone trame e tematiche probabilmente non troppo originali, eppure allo stesso tempo innovative e spregiudicate nella dimensione narrativa costruita dai due autori. Fin dal principio risulta chiaro come, al tema principale di un amore profondo e votato ad essere indistruttibile (nonostante le fisiologiche avversità tipiche dei legami coniugali, come vedremo più avanti), la composizione che scrivono Vaughan e Staples si arricchisce di arie suonate su note più gravi. Quelle di un conflitto bellico senza fine, il quale coinvolge schiere di individui ormai sfiniti che molto probabilmente andranno solo a riempire le sconfinate file di croci nei cimiteri di guerra, invano, poiché tale guerra sembra essere destinata a proseguire indefinitamente. E quelle di una presunta democrazia da radicare a ogni costo attraverso l’esportazione in altri luoghi (in questo caso, su altri pianeti), in uno slancio narrativo che non nasconde la critica verso il modello statunitense, con costi che nell’alimentare il conflitto non tengono conto delle esigenze interne di un paese.

Saga si fa carico dunque di argomenti scomodi e talvolta molto crudi, come la vendita di bambini nella tratta del sesso, con annesse depravazioni adulte e traumi infantili per le innocenti vittime; o ancora, il diritto all’aborto spesso negato alle donne, costrette a ricorrere ad espedienti illegali per poter ricevere un’assistenza sanitaria. Nella serie di Vaughan e Staples trovano ampio posto, inoltre, anche le tematiche legate alla sfera LGBTQ+, grazie alla presenza di personaggi che subiscono forti pressioni anche in ambito lavorativo a causa dell’intolleranza radicata nella propria società. E poi ancora perversioni, traumi familiari irrisolti, l’elaborazione del lutto... Saga non teme di affrontare quanto di più duro e allo stesso tempo autentico sobbolle nel sostrato dell’umanità (che essa indossi ali, corna, teste a forma di TV o branchie).

Il perno centrale attorno a cui ruotano le vicende che si dipanano in Saga resta comunque l’amore, inteso come legame romantico ma anche come affetto familiare che unisce più individui e li rende in grado di sostenere dure prove, anche di sopravvivenza. Un amore che si trova spesso con le spalle al muro, e non solo a causa di cacciatori di taglie assassini. La genuinità di Saga sta anche nel saper raccontare la relazione coniugale in ogni suo aspetto, incluse le difficoltà nel tenerla in piedi a causa di problemi finanziari e cali di desiderio, segreti e spettri di possibili relazioni extraconiugali, con un bambino che intanto necessita di cure e attenzioni (oltre che essere protetto da chi vuole ammazzarlo senza pietà, soprattutto perché possiede sia ali che corna). La linea seguita nel raccontare questi aspetti umani e sociali è quella del linguaggio schietto e crudo, quindi spesso denso di turpiloqui e toni colloquiali, in un’atmosfera sempre aperta all’ironia, allo humor nero e alle immagini impudiche, alla provocazione e alla leggera sfrontatezza. Questa avventura epica e consistente viene così tagliata trasversalmente dall’impronta umana che gli autori le conferiscono: a imbarcarvisi non sono eroi tutti muscoli e coraggio, ma due genitori che intendono solo salvare la propria famiglia, trovando spesso l’ironia e la voglia di vivere anche laddove qualcun altro potrebbe abbandonare ogni speranza.

E infine, il design

Alla luce degli argomenti trattati e delle modalità con cui la narrazione si sussegue in maniera appassionata, impetuosa e spregiudicata, è facile rimanere a bocca aperta di fronte a Saga. Per la sorpresa, la rabbia, la gioia e l’imbarazzo. Ciò avviene grazie anche e soprattutto alle immagini che Fiona Staples delinea, con grande attenzione e cura per il dettaglio, ma anche con il coraggio di chi osa mettere su carta gli stigmi sociali, le perversioni e i tabù. Basti pensare alla bellissima copertina di Saga Deluxe 1 che ritrae una piccola Hazel attaccata al seno, cosa che per molti ancora oggi rappresenta un (ingiustificato) motivo di imbarazzo. Ma anche alle esplicite scene di sesso, ora marcate verso le sofisticazioni fasulle della pornografia, ora dense della realistica goffaggine che intercorre in una coppia comune.

È inoltre il design, soprattutto dei personaggi, a dare a Saga un’ulteriore scarica di originalità, oltre che a risultare spesso in soluzioni geniali capaci di ritrarre un pezzetto di società attraverso le immagini. I landfalliani con le loro ali, tutte diverse – da insetto, da uccello, da fata e così via; e gli abitanti di Wreath con le loro corna e le magie che sono in grado di produrre; in una contrapposizione che richiama l’eterno conflitto tra angeli e demoni. Ma anche la società dei robot, umanoidi con le teste a forma di TV, su cui le immagini possono essere in bianco e nero o a colori in base al gradino della scala sociale su cui si trovano. Una raffigurazione in cui è impossibile non ritrovare una critica alle profonde disuguaglianze sociali rappresentate dal mezzo di informazione (e spettacolarizzazione) per antonomasia, specialmente se si pensa che il sovrano di questo popolo ha una testa a dir poco gigantesca che altro non è che uno schermo piatto da home cinema.

E poi ancora, una spietata freelancer dal corpo di ragno, giornalisti provenienti dal mondo acquatico con tanto di pinne e branchie, un gatto sphynx che comunica quando qualcuno mente (non per nulla chiamato Gatto Bugia) e razze aliene di ogni forma e colore. Ogni illustrazione firmata da Fiona Staples è un inno e un invito allo stupore, come solo i mondi fantasy e fantascientifici riescono a suscitare. Uno stupore che pochi fumetti, per lungo tempo, sono riusciti a produrre e che, con Saga, ci ha fatto riscoprire la meraviglia dell’addentrarsi in universi strani e remoti. Oltre alla meraviglia dello scoprire quanto è profonda quella tana del bianconiglio che è l’umanità, anche a distanza di anni luce.

Saga Deluxe 1

Alana e Marko si amano, ma i loro mondi sono in guerra. Questo è il racconto della loro storia, un classico della narrativa: ragazzo incontra ragazza, e l'universo li vuole morti.

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Saga Deluxe 2

Saga Deluxe 2 continua l'educazione ricca di azione di Hazel, una bambina nata da genitori sfortunati provenienti dai lati opposti di una guerra galattica senza fine.

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Saga Deluxe 3

Gli ultimi tre archi narrativi che vedono protagonista la bizzarra famiglia composta da Alana, Marko e Hazel, mentre la caccia nei loro confronti si fa sempre più letale.

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