The Falcon and the Winter Soldier: intervista a Wyatt Russell

Intervista a Wyatt Russell, figlio d'arte, attore e sportivo, nuovo Capitan America in The Falcon and The Winter Soldier.

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a cura di Andrea Vitagliano

Come saprà chiunque ha visto anche solo il trailer di The Falcon and the Winter Soldier, lo scudo di Capitan America è senza padrone. Basta aspettare la fine del primo episodio della miniserie Marvel Studios trasmessa in streaming su Disney+ perché un nuovo Cap si faccia avanti. Ispirato ad un personaggio già noto nei fumetti Marvel di Capitan America, il nuovo Cap è John Walker, interpretato da Wyatt Russell. Ce la farà a raccogliere il testimone per tenere viva l’icona? Allo stesso modo, dobbiamo considerare Wyatt Russell come il successore di Chris Evans?

Wyatt Russell, attore e sportivo americano, è figlio di due attori molto famosi: Goldie Hawn e Kurt Russell. Wyatt è il secondo Russell ad unirsi al MCU, dal momento che suo padre Kurt è stato Ego, il pianeta vivente nel film Guardians of the Galaxy 2. Nato in California, Russell ha giocato come portiere in diverse squadre di hockey in leghe pro e leghe minori, in Canada, Stati Uniti e Germania, prima di seguire i passi dei suoi illustri genitori e dedicarsi a cinema e tv. Anche se ha partecipato a diversi film, da ruoli minori come in Goon, proprio sul mondo dell'hockey, o Cowboy & Aliens, Russell si è fatto notare principalmente per due ruoli da protagonista in Overlord, interessante horror ambientato tra supersoldati nazisti nei giorni del D-Day, e in Lodge 49, serie molto apprezzata in cui interpreta un ex-surfer allo sbando che si iscrive come iniziato ad un'associazione molto simile alla Massoneria.

In occasione di una round table virtuale, Wyatt Russell ha risposto ad alcune domande.

L'intervista

Il tuo personaggio è molto controverso. Come lo descriveresti in poche parole?

È un marine che il governo americano a chiamato a rivestire il ruolo di Capitan America ora che Steve Rogers è andato via e Sam/Falcon ha rifiutato lo scudo. È stato scelto dal governo per vestire il costume di una figura di riferimento che tutti credono sia necessaria.

Come ci si sente a portare avanti l’eredità di Capitan America?

Non ci ho mai pensato in questo modo. Alla fine, tutto si riduce a sperare di fare un buon lavoro e dare quello che serve per la specifica serie. Sono quello nuovo, ci sono cose nuove che succedono e la storia prende una piega tutta sua, quindi tutto sta in come queste cose faranno sentire la gente. Non credo di aver pensato troppo all'eredità.

Com'è stato il momento in cui hai saputo che saresti stato il nuovo Capitan America?

Ho pensato “forse si sono sbagliati, non sono la persona giusta”. Poi ho guardato il materiale della serie e mi è piaciuto l’arco narrativo del personaggio. Così ho pensato che sarebbe stato grandioso, molto divertente, anche se c’è stata un po’ di paura. Tutte le tipiche sensazioni di quando ottieni una parte.

In un’intervista anni fa hai detto all'intervistatore che la tua prima audizione è stata proprio per il ruolo del Capitan America originale, tempo fa, quindi è un po’ come chiudere un cerchio. Hai dovuto fare una nuova audizione oppure si ricordavano di quella vecchia? Che differenza c’è stata tra le due?

La prima audizione era più incentrata sulle mie capacità di recitazione, per vedere se ero in grado di recitare. Ero agli inizi, non sapevo se fossi bravo o no, certo lo speravo, ma l’unico modo per saperlo era vedere le reazioni di chi ti osservava. Penso che fosse chiaro a tutti che non sarei stato Capitan America. Nella seconda audizione invece non sapevo neanche per cosa stessero cercando, visto che era un segreto. Quando l’ho scoperto ho pensato che si chiudesse un cerchio. Ma immagina quante persone abbiano fatto l’audizione per Capitan America: chiunque avessero preso per fare il secondo Cap, le chances che si fosse già candidato per il primo Cap sarebbero state molto alte.

John Walker, il nuovo Cap

Nei comics John Walker è più cattivo che nella serie. Possiamo aspettarci che alla fine sarà lo stesso nel titolo Disney? Oppure quali sono le differenze tra serie e fumetto?

Purtroppo, non posso rispondere del tutto a questa domanda. Dovrete guardare fino alla fine e vedere come va a finire, dopo tutto quello che succede nella serie.

Nella prima scena in cui ti vediamo, quando il personaggio scende dalle scale del Campidoglio dopo essere stato appena annunciato, ti vediamo con un sorriso sornione. Che cosa ci dice quel sorriso del personaggio? Come hai preparato questa scena?

Non saprei. Il sorriso vuol dire probabilmente “ciao, sono quello nuovo”. Walker si sente bene con sé stesso in quel momento, e un po’ della sua spavalderia esce fuori. È un marine molto capace, ed è al massimo della sua felicità in quel momento, non è ancora successo niente di male, non c’è ancora stata alcuna controversia, non ha ancora avuto a che fare con nessun avversario e si sente bene. Anche se nella scena successiva vediamo che non si sente poi così bene e questo da un’idea della traiettoria del personaggio. Non è che mi sia preparato tanto per questa scena, nessuna direzione specifica, mi è venuto così, ho guardato in camera ed ho fatto l’occhiolino, quasi per scherzo, e invece Kari [Skogland, regista della serie] alla fine ha deciso di tenerlo nell’episodio.

Come reagiranno i fan nei confronti del personaggio con lo svolgimento della serie?

Non ne ho idea. Non mi piace dire alla gente come si deve sentire, penso che le persone siano in grado di giudicare la reazione al personaggio meglio di come potrei farlo io per loro.

Come ti sei preparato per interpretare John Walker?

Tanto allenamento. Ho anche dovuto mangiare molto! Imparare a memoria le battute e cercare di non dimenticarle. E poi lottare con chi mi dicevano di scontrarmi. In sostanza, è tutto qui.

Già, hai molto combattimenti nella serie.

Sì, si combatte molto. Penso che le scene di lotta siano spettacolari. Gli stunt team Marvel sono fantastici, incredibili, tra i migliori del pianeta e lavorare con loro è stato grandioso.

Sappiamo quando è grande il MCU e quanto certi piani possano essere esigenti. Hai sentito una pressione particolare per questo ruolo?

Forse. In realtà mi accorgo della pressione solo quando è tutto finito, perché non ho più controllo su quello che succede e inizi a sentire persone parlare di quanto sarà grandioso e ti dici “speriamo, perché se farà schifo…farà schifo”, non c’è niente da fare. Quando sono in azione. mi dedico a dare il meglio che posso, concentrarmi sui risultati di cose che non ancora conosco non mi aiuta. Come tutto nella vita, se ti focalizzi troppo sulla linea di arrivo durante la corsa, non funziona. Cerco di divertirmi con le persone con cui lavoro mentre giriamo e se verrà bene, meglio così. Se invece non sarà ottimale come risultato, andrà meglio la prossima volta. Ma mentre sto facendo qualcosa non mi concentro mai troppo su come riuscirà.

Hai visto altri film Marvel Studios? Qual è il tuo preferito?

Non ho visto tutti i film. Ho visto Endgame, il primo Cap, Winter Soldier. Penso che il mio preferito sia il primo Guardian of the Galaxy, credo sia un film strepitoso, James Gunn è un visionario. Ho visto Thor Ragnarok, perché ero già fan di Taika Waititi da quando ho visto Boy in Germania. Questo per me è il miglior film di tutti i tempi. Forse allora Thor Ragnarok è il mio preferito.

Un passato da sportivo

Hai giocato ad hockey in Germania. Che ricordi hai? Hai ancora contatti con i tuoi compagni di squadra?

Sono ancora in contatto con alcuni miei compagni di squadra, ci sentiamo spesso. Mi sono divertito molto, ho giocato a Timmendorfer Stand per un anno, mi sono innamorato della Germania. Abbiamo giocato in posti interessantissimi, ma noi stavamo a Timmendorfer Stand, 1 ora a nord di Amburgo. È un posto di mare con le case estive dei tedeschi benestanti, quindi d’inverno il posto era deserto. Spesso andavamo a Lubecca, la città più vicina a 20 minuti di distanza. Ma è stata un’esperienza bellissima.

Parlando di hockey, hai detto in passato che come portiere ti piaceva indossare la maschera perché così era solo la tua performance a contare. Ora invece sei sotto i riflettori, visto il ruolo importante, anche se ogni tanto reciti indossando la maschera. Come ti trovi nel ricevere attenzione non solo per la tua recitazione ma anche per tutto il resto?

Nell'hockey, se ricevi critiche, puoi sempre confortarti verificando se hai giocato bene, guardando il punteggio, il numero di parate, quante partite hai vinto rispetto a quante ne hai perse. Trattandosi di numeri, è anche una valutazione piuttosto oggettiva. Nel cinema è tutto più soggettivo. Arrivi al punto che scegli le critiche che vuoi sentire, e quando ne senti troppe, inizi a filtrarle. Quando ricevi le stesse critiche da più parti, magari da qualcuno che stimi, allora inizi a processarle con interesse perché le ritieni valide. La maggior parte delle volte, però, le persone parlano solo per mettere le parole in fila, per pubblicare e farsi leggere in cerca di validazione. Troppo raramente capita di leggere o sentire qualcosa che non riguarda, in fondo, la persona che parla. Quando ogni tanto senti qualcuno che ha un’opinione vera, onesta e ragionata e vedi che non riguarda solo come si sente chi esprime l’opinione, allora diventa interessante e cerco sempre di non ignorare questo tipo di critiche. Ma è facile scremare le opinioni inutili ed ignorarle.

Dopo lo sconvolgente epilogo del quarto episodio, e le novità del quinto, collegatevi su Disney+ per vedere l'ultimo episodio della prima stagione di The Falcon and the Winter Soldier, a partire da Venerdì.