Il dibattito sull'impatto dell'intelligenza artificiale sul mercato del lavoro si intensifica con nuove dichiarazioni esplosive da parte dei leader del settore tecnologico. Jensen Huang, amministratore delegato di NVIDIA, ha rilanciato la discussione con affermazioni che stanno facendo tremare il mondo della programmazione e dei colletti bianchi, rivelando come i giganti della Silicon Valley stiano già sostituendo porzioni significative del lavoro umano con sistemi automatizzati basati su AI.
Le parole di Huang, emerse da una registrazione riservata ottenuta in esclusiva da Business Insider, non lasciano spazio a interpretazioni: "Voglio che ogni attività che può essere automatizzata con l'intelligenza artificiale venga automatizzata con l'intelligenza artificiale". Una dichiarazione che arriva dopo precedenti interventi in cui il CEO di NVIDIA aveva già suggerito che professioni come la programmazione potrebbero essere destinate a scomparire, invitando le nuove generazioni a orientarsi verso settori alternativi come biologia, agricoltura e manifattura.
La posizione di NVIDIA sulla questione appare particolarmente significativa considerando il ruolo centrale dell'azienda nel fornire l'hardware che alimenta la rivoluzione dell'AI generativa. Durante la riunione trapelata, Huang si è spinto oltre criticando apertamente alcuni manager della stessa NVIDIA che avrebbero scoraggiato i dipendenti dall'utilizzare strumenti di intelligenza artificiale: "Ho saputo che alcuni manager di NVIDIA stanno dicendo ai loro collaboratori di usare meno AI. Ma siete impazziti?", ha tuonato il CEO, promettendo comunque che ci sarà comunque lavoro per tutti.
Il fenomeno non riguarda solo NVIDIA. I dati emersi nelle ultime settimane rivelano un'adozione massiccia dell'AI nella scrittura di codice da parte delle principali aziende tecnologiche. Salesforce ha dichiarato che fino al 50% del proprio codice viene ora generato da sistemi di intelligenza artificiale, con il CEO Marc Benioff che ha ammesso all'inizio dell'anno di aver seriamente dibattuto sulla necessità di continuare ad assumere ingegneri del software tradizionali, citando guadagni di produttività straordinari.
Microsoft non è da meno: secondo quanto rivelato dal CEO Satya Nadella, il colosso di Redmond utilizza l'AI per scrivere circa il 30% del proprio codice, ottenendo risparmi stimati in 500 milioni di dollari. Una cifra che evidenzia non solo l'efficienza degli strumenti basati su machine learning, ma anche l'inevitabile impatto economico sulla forza lavoro tradizionale nel settore dello sviluppo software.
Le implicazioni per il mercato del lavoro appaiono sempre più concrete. Dario Amodei, amministratore delegato di Anthropic (azienda concorrente di OpenAI nel campo dei large language model), ha recentemente affermato che l'intelligenza artificiale potrebbe eliminare fino al 50% dei posti di lavoro entry-level nei settori impiegatizi, con conseguenze particolarmente gravi per la Generazione Z che si affaccia ora al mondo professionale.
La situazione pone interrogativi urgenti sulla formazione e sulla riqualificazione professionale. Mentre alcune posizioni vengono automatizzate, emerge la necessità di competenze specializzate nella gestione, supervisione e sviluppo di sistemi AI. Il percorso più praticabile per i professionisti del settore tecnologico sembra essere l'aggiornamento continuo delle competenze, con particolare attenzione ai campi emergenti legati all'intelligenza artificiale, al machine learning e alle architetture dei modelli neurali.