Nella ricerca oncologica, dove la leucemia mieloide acuta rappresenta una delle forme tumorali più aggressive e difficili da trattare, emerge una scoperta che potrebbe cambiare l'approccio terapeutico per una variante particolarmente insidiosa di questa patologia. Un team internazionale guidato dall'Università del Surrey ha identificato nel forskolina, un composto naturale estratto da piante, un potenziale alleato nella lotta contro la leucemia mieloide acuta con riarrangiamento KMT2A, una forma che colpisce frequentemente bambini e giovani adulti con prognosi spesso sfavorevole. La ricerca, pubblicata sul British Journal of Pharmacology, rivela un duplice meccanismo d'azione che potrebbe non solo migliorare l'efficacia dei trattamenti esistenti, ma anche ridurre la tossicità delle chemioterapie convenzionali.
La leucemia mieloide acuta con riarrangiamento del gene KMT2A (KMT2A-r AML) rappresenta circa il 10% di tutti i casi di leucemia mieloide acuta e si caratterizza per una resistenza particolarmente elevata alle terapie standard. I ricercatori hanno condotto esperimenti in vitro su cellule leucemiche, scoprendo che la forskolina agisce attraverso due meccanismi distinti e complementari. Il primo coinvolge l'attivazione della proteina fosfatasi 2A (PP2A), un enzima che funziona come soppressore tumorale naturale, e la conseguente riduzione dell'attività di geni oncogenici cruciali come MYC, HOXA9 e HOXA10, responsabili della proliferazione incontrollata delle cellule tumorali.
La vera sorpresa dello studio è emersa dal secondo meccanismo d'azione, completamente indipendente dal primo. Gli scienziati hanno osservato che la forskolina aumenta drasticamente la sensibilità delle cellule leucemiche alla daunorubicina, uno dei farmaci chemioterapici di prima linea nel trattamento della leucemia mieloide acuta. Questa potenziazione non deriva dall'attivazione della PP2A, ma dall'interferenza con la glicoproteina P-1 (P-glycoprotein 1), una proteina di membrana che funziona come una vera e propria pompa di espulsione dei farmaci. Le cellule tumorali spesso sovraesprimono questa proteina per proteggersi dai chemioterapici, espellendoli attivamente dall'interno cellulare e riducendone l'efficacia terapeutica.
La dottoressa Maria Teresa Esposito, docente senior di biochimica presso l'Università del Surrey e coordinatrice dello studio, sottolinea l'importanza clinica di questi risultati: "I nostri dati evidenziano un entusiasmante duplice meccanismo d'azione della forskolina. Non solo possiede effetti anti-leucemici diretti, ma agisce anche come potente potenziatore della chemioterapia convenzionale". Secondo la ricercatrice, la combinazione di forskolina e daunorubicina potrebbe tradursi in una strategia terapeutica più efficace, consentendo potenzialmente l'utilizzo di dosaggi chemioterapici inferiori e riducendo così gli effetti collaterali gravi tipicamente associati ai trattamenti per la leucemia mieloide acuta.
La ricerca si inserisce in un contesto più ampio di studio sui composti naturali come base per lo sviluppo di nuovi farmaci oncologici. La forskolina, estratta dalle radici della pianta Coleus forskohlii, è stata tradizionalmente utilizzata nella medicina ayurvedica e ha già mostrato proprietà biologiche interessanti in altre ricerche. Tuttavia, questo studio rappresenta la prima dimostrazione del suo potenziale specifico contro le leucemie con riarrangiamento KMT2A e del suo meccanismo di potenziamento chemioterapico attraverso l'inibizione della resistenza farmacologica mediata dalla glicoproteina P-1.
Il lavoro è stato realizzato grazie al sostegno di Leukaemia UK, organizzazione dedicata al finanziamento della ricerca sulle leucemie, e ha visto la collaborazione di un ampio network scientifico internazionale. Oltre all'Università del Surrey, hanno partecipato l'Università di Roehampton, il Barts Cancer Institute della Queen Mary University of London, il Great Ormond Street Institute of Child Health dell'University College London e il Centro di Regolazione Genomica di Barcellona. Il dottor Simon Ridley, direttore della ricerca presso Leukaemia UK, ha dichiarato che la leucemia mieloide acuta rappresenta uno dei tumori più aggressivi e mortali, e che studi come questo non solo approfondiscono la comprensione dei meccanismi molecolari della malattia, ma aprono la strada a trattamenti più efficaci e meno tossici.
Le prospettive future della ricerca prevedono studi preclinici più approfonditi per valutare la sicurezza e l'efficacia della combinazione forskolina-daunorubicina in modelli animali, prima di poter considerare eventuali trial clinici su pazienti. Sarà necessario determinare i dosaggi ottimali, valutare potenziali interazioni farmacologiche e verificare se l'effetto potenziante si mantiene anche in vivo. L'obiettivo dichiarato da Leukaemia UK è ambizioso ma concreto: raddoppiare il tasso di sopravvivenza a cinque anni per la leucemia mieloide acuta entro il prossimo decennio.