Commissione UE propone fibra obbligatoria per nuove strutture

La Commissione UE vuole accelerare la diffusione della fibra ottica rendendola obbligatoria nelle nuove costruzioni

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a cura di Andrea Morlacchi

La Commissione europea attraverso quello che è stato chiamato il Gigabit Infrastructure Act (GIA), ha recentemente avanzato la proposta di rendere obbligatoria la presenza della fibra ottica pura (FTTH) nelle nuove costruzioni di edifici o in caso di ristrutturazione degli stessi.

Il motivo dietro a questo intervento è il fatto che c'è una lenta e talvolta non omogenea espansione della connessione a banda ultra-larga sul territorio europeo. Questo è qualcosa che non ci possiamo permettere, in quanto il mondo digitale sta crescendo in modo fulmineo ed è sempre più necessario avere a disposizione una connessione a Internet veloce e stabile per stare al passo con i vari servizi di streaming, cloud e molto altro.

Con la proposta di legge che è stata avanzata, come si può leggere anche sul sito ufficiale della Commissione europea, l'UE vorrebbe rendere obbligatoria la fibra ottica pura (FTTH) in caso di edifici di nuova progettazione (solo nel caso in cui i permessi di costruzione siano stati rilasciati almeno un anno dopo l'entrata in vigore del GIA), inoltre questi dovranno anche avere un cablaggio in fibra ottica secondo delle norme ben precise e uniformi agli standard UE.

Già da ora, comunque, l'UE ha pubblicato sul sito ufficiale la Gigabit connectivity recommendation. Si tratta di una serie di linee guida che le Autorithy dovrebbero seguire. Queste "raccomandazioni" regolano vari aspetti del mondo delle telecomunicazioni, tra cui anche il progressivo abbandono delle vecchie infrastrutture in rame in favore di quelle nuove in fibra ottica. Tutto questo dovrebbe già da subito favorire lo svecchiamento delle reti Internet all'interno dell'UE.

Tornando al GIA, rimangono alcuni grossi punti di domanda, come ad esempio chi dovrà sostenere i costi dell'ampliamento delle infrastrutture. A tal proposito, l'UE ha parlato di voler tenere "un dialogo aperto con tutti gli stakeholder", lasciando quindi intendere che tutti coloro che ne beneficeranno dovranno anche investire nel progetto. Chissà come reagiranno i grandi nomi delle telecomunicazioni.

Ovviamente, stiamo parlando solo di un primo intervento da parte dell'UE. La strada è ancora molto ma molto lunga. Basti solo pensare al Broadband Cost Reduction Directive del 2014 che era nato con l'obiettivo di facilitare e velocizzare la diffusione della banda ultra-larga e che, ha sì prodotto dei buoni risultati, ma non in modo omogeneo né tanto meno nei tempi sperati.