Google sta preparando una revisione radicale dell'interfaccia di Gemini, il suo assistente basato su intelligenza artificiale, con l'obiettivo di ridurre il disordine visivo e rendere l'esperienza utente più immediata e intuitiva. Le modifiche, individuate attraverso l'analisi della versione 16.51.52 dell'app Google, introducono una nuova barra di input flottante a singola riga che sostituisce l'attuale layout più complesso, spostando le funzionalità avanzate dietro menu dedicati. Il cambiamento rappresenta un tentativo di bilanciare semplicità per gli utenti occasionali e potenza per chi desidera sfruttare appieno le capacità dell'AI, in un momento in cui gli assistenti virtuali basati su modelli linguistici di grandi dimensioni si contendono quote di mercato sempre più rilevanti.
La nuova interfaccia principale di Gemini abbandona la disposizione attuale per adottare una barra di input flottante a riga singola che si espande in un layout a doppia riga quando l'utente inizia a digitare. Questo approccio minimalista elimina pulsanti ridondanti dalla schermata principale, concentrando l'attenzione sull'azione fondamentale: porre domande all'assistente. Per gli utenti che necessitano di funzionalità più sofisticate, come l'allegare file o selezionare modelli specifici, tutte le opzioni avanzate vengono ora raggruppate dietro un pulsante Plus accessibile con un singolo tap.
La filosofia di design richiama quanto già visto in altre interfacce conversazionali moderne, dove la riduzione della complessità visiva immediata favorisce l'adozione da parte di utenti meno esperti, senza sacrificare le capacità avanzate richieste da professionisti e appassionati. Tuttavia, Google sembra ancora perfezionare l'equilibrio ideale: la sovrapposizione di Gemini mostra infatti l'introduzione di una nuova icona "Tools" che apre un menu di selezione con funzionalità AI avanzate come Deep Research e Canvas, creando potenzialmente un nuovo punto di complessità nell'interfaccia.
Particolarmente interessante è l'apparizione di riferimenti a "Gemini Labs" nel codice dell'applicazione, una sezione che dovrebbe ospitare funzionalità sperimentali da attivare manualmente. Il concetto ricalca quanto già visto con Google Labs e Search Labs, ambienti dove Mountain View testa pubblicamente innovazioni non ancora pronte per il rilascio mainstream, raccogliendo feedback dagli early adopter. Questa strategia permette di accelerare lo sviluppo iterativo mantenendo stabile l'esperienza per la maggioranza degli utenti, un approccio consolidato nell'industria tech per bilanciare innovazione rapida e affidabilità.
L'analisi del codice dell'app rivela che tutti questi elementi sono ancora in fase di sviluppo attivo e non risultano disponibili pubblicamente. Le stringhe individuate confermano che "robin" rimane il nome in codice interno per Gemini, mentre la presenza di riferimenti a "assistant_robin_labs_settings_title" lascia poche ambiguità sulle intenzioni di Google. La tempistica del rilascio rimane incerta, tipica situazione per funzionalità individuate tramite teardown degli APK, dove elementi presenti nel codice possono essere modificati, ritardati o completamente abbandonati prima del lancio pubblico.
Questa riorganizzazione dell'interfaccia di Gemini si inserisce in un contesto competitivo particolarmente acceso, con OpenAI che continua a espandere ChatGPT su diverse piattaforme, Microsoft che integra Copilot in tutto l'ecosistema Windows e Office, e Anthropic che spinge Claude come alternativa per utenti professionali. La capacità di Google di rendere Gemini accessibile e potente contemporaneamente potrebbe risultare determinante per conquistare quote significative in un mercato dove l'esperienza utente conta quanto le capacità tecniche sottostanti. Le prossime settimane dovrebbero chiarire quando questi cambiamenti raggiungeranno gli utenti finali e se Google riuscirà a risolvere le apparenti contraddizioni tra semplificazione e accessibilità alle funzioni avanzate.