Recensione NoMad e NoMad+, auricolari True Wireless con autonomia da record

Gli auricolari NoMad e NoMad+ sono delle alternative un'alternativa valida nel mondo dei dispositivi True Wireless. Dotati di buona ergonomia, funzioni peculiari e ottima autonomia grazie al case con 5000 mAh di batteria.

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a cura di Tom's Hardware

Gli auricolari True Wireless rappresentano la moda degli ultimi mesi, con praticamente tutte le firme storiche dell’audio che offrono almeno un modello, ora affiancate da nuovi marchi in grado di colmare tutte le fasce di prezzo del mercato.

Molte di queste offrono modelli creati dallo stesso OEM, cioè aziende che letteralmente producono prodotti che verranno poi personalizzati e venduti da differenti marche. E anche la componentistica interna dei differenti auricolari è la stessa, soprattutto quella dei modelli più economici, al punto tale che alcune applicazioni rilevano indifferentemente vari modelli come se fossero gli stessi.

Ci si può quindi aspettare prestazioni simili tra alcuni set di auricolari, almeno per quanto riguarda la connettività e la qualità audio. Ma non per questo dovreste scegliere ad occhi chiusi, infatti le caratteristiche aggiuntive, design ed ergonomia sono spesso tali da soddisfare utenti da gusti e preferenze differenti.

Le NoMad e NoMad+ che abbiamo provato sono indicate principalmente per chi ricerca un paio di auricolari piccoli e leggeri, che preferisce i modelli in-ear da indossare bene all'interno dell’orecchio, che vuole usarli anche mentre fa sport e, soprattutto per il modello “plus”, che offrano un’autonomia da record.

Come sono fatte

Le dimensioni sono contenute, più di altri modelli, e una volta indossati sporgono poco dall'orecchio. Non hanno una forma particolarmente ergonomica, sono semplicemente ovali. Un pulsante, posto sul dorso di entrambi gli auricolari, permette di accenderli o interagire con i soliti comandi per mettere in pausa o riproduzione la musica, o cambiare traccia.

Il LED di stato è all’interno del pulsante, ed è usato per indicarne lo stato di funzionamento o di ricarica della batteria.

Divacore, il produttore, ha intelligentemente realizzato una custodia con un inserto in plastica trasparente che permette di intravedere le cuffie e usare il LED per comunicare lo stato di ricarica anche quando inseriti nella custodia.

Quest’ultima è piccola e arrotondata per il modello NoMad, mentre è più grande e squadrata per il modello NoMad+. La differenza tra i due modelli è essenzialmente la custodia, che nel modello “plus” integra una batteria più grande, da ben 5000 mAh, e una porta USB standard che permette di ricaricare uno smartphone. In pratica la custodia delle cuffie funziona anche da powerbank.

Prova d’uso e caratteristiche speciali

La forma ovalizzata, non sagomata, ci ha lasciato con una sensazione mista: da una parte si adatta certamente a qualsiasi tipo d’orecchio, in termini di grandezza e forma, ma dall’altra si ha la sensazione che non calzi mai perfettamente. Dovrete inserirli nell’orecchio e poi ruotarli leggermente, fino a una posizione leggermente inclinata rispetto all’orecchio.

Trattandosi poi di un modello in-ear, che appunto non usa la forma dell’orecchio per ancorarsi saldamente, dovrete inserirlo per bene all’interno del canale uditivo. Nella confezione sono presenti tre cuffiette di differenti dimensioni per migliorare la vestibilità.

Questa scelta di design non è particolarmente vincente quando vorrete interagire con il pulsante degli auricolari. La pressione necessaria per inviare l’input porterà a un’ulteriore e assolutamente non piacevole pressione sull’orecchio, e vi ritroverete ben presto a usare lo smartphone, o cercare di alleviare la pressione cercando di afferrare l’auricolare con due dita prima di premere il pulsante con un terzo dito.

La connettività avviene tramite Bluetooth 5.0, l’ultima versione dello standard di comunicazione senza fili nel momento in cui scriviamo, che assicura un consumo energetico minimo, tra le altre caratteristiche. Per ricaricarli sarà sufficiente riporli nella custodia, che si apre con una leggera pressione, mentre quando li toglierete per indossarli non si accenderanno automaticamente, comportamento che invece accade con altri modelli. Da una parte la mancanza di questo automatismo influenza negativamente l’esperienza d’uso, dall’altra abilita un’ulteriore caratteristica difficile da trovare in prodotti simili, cioè la possibilità di utilizzare i due auricolari in maniera indipendente. In pratica li toglierete dalla custodia, terrete premuto il pulsante di accensione per alcuni istanti, e gli auricolari si accenderanno e collegheranno allo smartphone (ovviamente dopo averli abbinati almeno una volta). Funzioneranno normalmente in modalità stereo. Potrete però anche tenere premuto il pulsante di ogni auricolare per alcuni secondi per attivare la modalità di abbinamento singola, e abbinare ogni auricolare a un differente dispositivo.

Si tratta di una modalità utile per chi volesse usare le cuffiette in modalità mono-auricolare. Per esempio mentre si guida, o si è in ufficio, o mentre si fa qualche attività e si vuole o ascoltare un po' di musica, o effettuare una chiamata, senza però isolarsi completamente dall’ambiente circostante, data la natura in-ear del prodotto.

Infine, citiamo la modalità “sport all’aperto”: con tre pressioni veloci del pulsante si attiverà il microfono che invierà all’auricolare i suoni percepiti attorno a noi. Essendo necessario tappare bene l’orecchio per una buona qualità d’ascolto, l’isolamento acustico che ne deriva potrebbe essere pericoloso durante una corsa all’aperto, e appunto questa modalità ci permette di sentire i rumori attorni a noi ed evitare potenziale pericoli. La qualità d’ascolto in questo caso sarà ridotta, ma è certamente meglio prediligere la sicurezza.

Qualità audio

Ancora una volta ci troviamo in quella situazione dove la qualità audio non si può definire eccelsa, ma è certamente buona per la maggior parte degli utilizzatori. Soprattutto se riuscirete a indossarli correttamente, tappando l’orecchio al punto giusto per una buona resa dei bassi.

Qualche dubbio rimane invece sulla resa qualitativa del microfono. Il giudizio passa dal molto buono, nel momento in cui vi trovate in un ambiente silenzioso o, comunque, non particolarmente rumoroso, a pessimo in condizioni di rumorosità sopra alla media. Per fare qualche esempio, abbiamo effettuato alcune chiamate (in stereo) mentre passeggiavamo per un centro città trafficato o in una stazione metro, e il nostro interlocutore faceva fatica a sentirci, poiché percepiva una rumorosità di fondo troppo accentuata.

Così come la sensibilità dei microfoni incide negativamente sulla qualità della conversione in un ambiente rumoroso, permettono invece di dialogare molto bene quando è solo, o quasi, la nostra voce ad essere catturata.

La mancanza di un filtro in grado di ridurre la rumorosità di fondo non permette prestazioni adeguate in tutte le situazioni.

Autonomia

Gli auricolari NoMad offrono un’autonomia di circa 3 ore per singola carica con volume mediamente alto, mentre la custodia permette di ricaricarli circa 5 volte completamente. Potrete puntare a un’autonomia totale tra le 13 e le 15 ore. Dovrete però ricordarvi che la ricarica completa dei singoli auricolari, tramite custodia, impiega poco meno di un’ora, quindi le 15 ore ottimistiche indicate sono totali, ma non continuative.

I NoMad+ offrono la stessa autonomia per singoli auricolari, mentre la batteria da 5000 mAh della custodia estende il totale a 180 ore. Questo è il dato dichiarato da Divacore. Non abbiamo e non crediamo sia necessario verificare questo dato considerando l’enormità dello stesso, oltre al fatto che la custodia delle NoMad+ è pensata per ricaricare altri dispositivi, e quindi immaginiamo che l’uso eterogeneo porterà a dati di autonomia differenti in base a persona e situazione.

Verdetto

Le NoMad costano 99 euro, mentre le NoMad+ 119 euro. Iniziamo con il dire che si tratta di prezzi in linea con quelli di altri auricolari True Wireless dalle caratteristiche e qualità audio simile. L’ergonomia non ci ha particolarmente entusiasmato, anche se riconosciamo che nell’indossabilità c’è sempre un fattore soggettivo che cambia in base alla forma dell’orecchio.

La modalità Sport è utile, non solo nel caso di corsa all’aperto, ma anche quando vorrete ad esempio parlare con una persona senza togliere l’auricolare. La possibilità di abbinare i due auricolari a dispositivi differenti non fa la differenza in termini di praticità, ma può tornare utile in alcuni casi specifici.

La qualità audio nelle chiamate invece è buona in ambienti con rumorosità contenuta, sia per quanto riguarda il microfono che la voce del nostro interlocutore, trasmessa su entrambi gli auricolari. Non li consigliamo invece se volete fare molte chiamate in ambienti rumorosi.

Scegliete il modello NoMad se vi piace l’indossabilità classica degli auricolari in-ear e se preferite una forma simmetrica e poco ingombrante, anziché una cassa sagomata che sfrutta l’intero orecchio per fissarsi in maniera salda. Tra i due ci ha comunque convinto maggiormente il modello Nomad+, che per circa 20 euro in più permette anche di ricaricare lo smartphone in caso di emergenza, o che estende l’autonomia degli auricolari a moltissime ore, al punto tale che se li userete per qualche ora al giorno tra chiamate e un po’ di musica durante gli spostamenti, non dovrete ricordarvi di metterli sotto carica per intere settimane.

Se volete un paio di auricolari True Wireless comodi, resistenti e con Bluetooth 5.0, le Anker Soundcore Liberty Lite sono tra i migliori per rapporto qualità prezzo.