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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Un saluto a tutti i lettori, e bentornati ad un nuovo episodio della rubrica dove noi di Tom's Hardware vogliamo raccontarvi storie, aneddoti e curiosità su tutti quei videogiochi che, per un motivo o per l'altro, non sono riusciti ad ottenere tutto il successo che forse meritavano.

Dopo una breve pausa estiva siamo dunque pronti a ricominciare alla grande con un titolo che ha fatto, fa e farà sempre discutere gli appassionati. Stiamo parlando di Beyond: Two Souls, quarto progetto targato Quantic Dream uscito nell'ottobre 2013 come esclusiva PlayStation 3 e riproposto un paio d'anni più tardi anche su PS4. Se ne sono dette davvero tante su questo titolo, un'avventura che a distanza di qualche anno ci sentiamo di affrontare in maniera più ponderata, considerandone sia gli enormi pregi che - ahinoi - i notevoli difetti. Ma non perdiamoci in chiacchiere e partiamo subito facendo un salto indietro di qualche anno, tornando al 2012...

Il progetto più ambizioso di David Cage?

Nel bene o nel male, tutti conosciamo David Cage: una delle personalità più controverse nel mondo dei videogiochi, capace di spaccare letteralmente a metà l'opionione degli appassionati. Se da una parte alcuni lo venerano come uno dei più abili game designer degli ultimi anni, altri non rinunciano mai ad attaccarlo con l'accusa di puntare più alla quantità che all'effettiva sostanza. Un punto, quest'ultimo, che ha accompagnato Cage sin dal suo esordio nel 1999 con The Nomad Soul: un titolo che prometteva di rivoluzionare il mondo del gaming ma che, controller alla mano, si rivelò un mix di tante idee mal assortite.

Dopo due progetti di spessore come Fahrenheit e Heavy Rain - considerato da molti il vero capolavoro dello studio francese - Quantic Dream decise di puntare ancora più in alto, sfruttando completamente l'hardware della terza PlayStation ormai all'apice del suo successo. Fu così che, nel corso dell'E3 2012 in quel di Los Angeles, David Cage annunciò Beyond: Two Souls mostrando un trailer capace di lasciare senza parole il pubblico...

Con un cast degno di un film hollywoodiano che può vantare due attori del calibro di Ellen Page (Juno, Inception, Hard Candy) e Willem Dafoe (L'ultima tentazione di Cristo, Platoon e il recentissimo At Eternity's Gate) il titolo mira ad offrire all'utente un'esperienza mai vista prima, riducendo sempre di più il già sottile divario tra cinema e videogioco.

In Beyond vestiremo i panni di Jodie Holmes ripercorrendo, in ordine non cronologico, i momenti più importanti della sua vita: dall'infanzia all'età adulta, passando per amori, amicizie ed eventi che sconvolgeranno il nostro cammino. Ciò che rende la ragazza così speciale è l'essere costantemente accompagnata da una misteriosa entità sovrannaturale legata a lei sin dalla nascita di nome Aiden: Jodie, insomma, non sarà mai da sola. Nel corso della sua esistenza la sua strada incrocerà quella di tante altre persone tra cui il professor Nathan Dawkins: uno scienziato studioso di attività paranormali che, col passare degli anni, prenderà sempre più a cuore la nostra giovane protagonista.

Come in ogni titolo targato Quantic Dream la sceneggiatura risulterà ben curata nonostante non manchi qualche sbavatura che, a onor del vero, appare evidente anche se relazionata al prodotto nel suo complesso. Altro elemento comune a produzioni di tal genere è la possibilità di plasmare la nostra storia attraverso tutta una serie di decisioni, più o meno importanti, che dovremo prendere nel corso della nostra avventura. Da un semplice dialogo a scelte che determinano vita o morte di chi ci sta accanto, Jodie si troverà a dover fare i conti con le conseguenze di qualunque strada deciderà di intraprendere: un percorso che la condurrà ad uno dei tanti, differenti finali presenti nel gioco.

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Beyond: Two Souls può inoltre contare su un comparto tecnico davvero impressionante, che rappresenta in tal senso uno dei punti più alti raggiunti da PlayStation 3. A colpire, sin dalla diffusione del primissimo trailer, è soprattutto l'alta qualità dei volti dei personaggi: elemento figlio della grande attenzione prestata al motion capture.

Prendiamo ad esempio la protagonista, che ricordiamo essere interpretata da Ellen Page: in tutte le diverse sezioni del gioco riusciremo ad ammirare ogni minimo dettaglio, ogni minima espressione del suo viso. Un risultato che, anche alla luce della tecnologia non ancora ai livelli di quella odierna, lascia davvero poco spazio a qualunque critica.

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Il motion capture di Beyond: Two Souls è ancora oggi uno dei migliori esempi in circolazione.

Altro elemento di spicco è la colonna sonora, ultimo lavoro di Normand Corbeil prima del suo prematuro decesso avvenuto all'età di 57 anni. A concludere l'opera dell'indimenticato compositore canadese ci hanno pensato lo scozzese Lorne Balfe - già noto al pubblico per aver dato vita alle composizioni di Assassin's Creed e Call of Duty - e il Premio Oscar Hans Zimmer, che non ha certo bisogno di presentazioni.

Un'esperienza... Troppo cinematografica?

Beyond è dunque un titolo con molto potenziale e con molti pregi dalla sua parte: una trama avvincente, dei personaggi molto interessanti e un livello tecnico generale davvero molto elevato. Come mai, allora, è considerato da molti un successo a metà?

Per quanto chi vi scrive sia, nonostante tutto, un sostenitore di David Cage va fatta una doverosa constatazione: egli riesce spesso a creare, intorno ai suoi progetti, un livello di aspettativa fin troppo superiore all'effettivo risultato finale. Ecco, questo è quello che è successo con Beyond: Two Souls.

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Ad una trama così interessante non manca, come detto, qualche imprecisione o qualche momento riempitivo o non particolarmente utile ai fini della storia. Ma ciò che viene imputato più di tutto al gioco è la mancanza di vere e proprie scelte. Già, avete letto bene: in Beyond molte delle decisioni che dovremo prendere si riveleranno con il proseguo della storia perlopiù inconsistenti, senza procurare al mondo di gioco conseguenze particolarmente importanti.

Questo ha portato molti giocatori a interrogarsi su quanto effettivamente il titolo possa essere considerato "videogioco", dato che la componente ludica appare in molte sezioni ridotta davvero all'osso: possiamo dunque parlare di passività del giocatore, che spesso si trova inerme di fronte a gran parte delle vicende che hanno luogo nel gioco.

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Le aspettative erano alte, forse troppo, per quello che si è per molti tradotto in un film interattivo e poco altro. Non fraintendete, l'avventura di Jodie Holmes merita di essere vissuta almeno una volta, e coloro che non hanno avuto occasione di provarla dovrebbero recuperarla il prima possibile. Nel bene o nel male, si tratta dell'ennesimo tentativo di Quantic Dream di sconvolgere i canoni del videogioco moderno e, almeno da questo punto di vista, il gioco riesce completamente nel suo scopo.

L'elemento meglio curato del gioco è con tutta probabilità la tematica. Con una narrazione ambiziosa, mirata a spingere il giocatore verso la scoperta di cosa c'è dopo la morte, l'avventura di Jodie è senza ombra di dubbio ricca di fascino. A fare da contorno al tutto troviamo una forte componente emozionale, con l'empatia a giocare un ruolo molto importante nel farci affezionare, ricordo dopo ricordo, alla nostra protagonista e al suo desiderio di una vita normale.

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Concludiamo con un'ultima considerazione: volendo vedere l'intero progetto rendendo giustizia alla bontà dell'idea alla base, possiamo catalogare Beyond: Two Souls come un ottimo esperimento di convergenza tra cinema e videogioco. Un cast eccellente, una regia di alto livello e una sceneggiatura prodotta come si deve sono infatti soltanto alcuni dei fattori che avvicinano il gioco all'essere un'esperienza crossmediale dal valore indiscutibile.

Con il senno di poi viene da pensare che qualche aggiustamento in più avrebbe reso il tutto un capolavoro indiscusso, e non un successo soltanto a metà. Peccato.


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