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Immagine di EA Sports UFC 5 | Recensione - L'MMA incontra la Next Gen
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EA Sports UFC 5 | Recensione - L'MMA incontra la Next Gen

Abbiamo speso qualche giorno sul ring di UFC 5 fra una grafica mozzafiato e un gameplay che corregge gli errori del passato.

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Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author

Pubblicato il 28/10/2023 alle 16:30
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  • Pro
    • Game Play fluido e dinamico...
    • Modalità carriera longeva e appagante...
    • Tante modalità di gioco...
  • Contro
    • ... ma il Combat System è facilmente "rompibile".
    • ... ma leggermente ridondante sulla distanza.
    • ... ma l'online presenta alcune incertezze.

Il verdetto di Tom's Hardware

8
UFC 5 è una produzione che sfiora, perlomeno nel suo genere d’appartenenza, la perfezione. Se non fosse per un combat system facilmente “rompibile”, non appena se ne apprendono tutte le sfumature, la nuova iterazione della serie di EA mostrerebbe il fianco a ben poche sbavature. Resta il fatto che, almeno per il momento, sia il miglior esponente del genere, capace di stupire, e divertire, specialmente in single player, grazie a una modalità carriera appagante, a un gameplay immediato e soddisfacente e a un comparto tecnico fra i migliori attualmente sul mercato.

Informazioni sul prodotto

Immagine di EA Sports UFC 5 - PlayStation 5

EA Sports UFC 5 - PlayStation 5

€ 35.91 su Versione PS5

Un errore comune, che sembra assurdo ma è ancora frequente nei videogiocatori, è quello di associare giochi che simulano sport di combattimento (quali la boxe, il wrestling e l’UFC) ai più comuni picchiaduro. 

Queste “simulazioni” (le virgolette sono d’obbligo per alcuni esponenti di questo genere) sono produzioni completamente diverse dai più comuni picchiaduro, pensati per il gioco competitivo e votati a un minuzioso bilanciamento dei combattenti, realizzate per offrire un’esperienza finale che si avvicini il più possibile al riprodurre le sensazioni che quegli scontri fra atleti sono in grado di trasmettere, mettendo il giocatore nei panni del regista. 

UFC 5 non è da meno e, forse più di ogni altro esponente di questo peculiare genere, mette il realismo prima di qualsiasi altro aspetto. 

Ogni colpo dovrà essere inferto dopo aver studiato a dovere l’avversario, così come la stazza dei vari lottatori avrà un impatto, quasi, totalitario sul resto delle meccaniche di gioco.

Immagine id 2902

Mazzate fluide e armoniose

Proprio in  virtù del gameplay, per chiunque fosse acerbo della serie di EA, UFC 5 presenta un combat system analogo alle precedenti iterazioni e, come ogni simulazione, offre una curva di apprendimento graduale, la quale tende, costantemente, a illudere il giocatore sul fatto che il sistema di combattimento sia semplice e immediato.

Molto brevemente: i tasti frontali del pad permetteranno di muovere gli arti superiori e inferiori, mentre i dorsali saranno adibiti alla gestione dell’intensità dei colpi e alla loro direzione.

Laddove il combat system ricorda quello di una simulazione pugilistica, sono le prese a mescolare le carte in tavola.

Queste ultime sono state completamente riviste rispetto al passato della serie, abbandonando quei tediosi mini-giochi che rompevano il ritmo di gioco e sostituiti da una nuova meccanica chiamata “Seamless Submission”.

Come in ogni scontro che si rispetti, prima di poter atterrare l’avversario bisognerà indebolirlo, in maniera tale da aprirgli la guardia e poter eseguire un “clinch” (il corpo a corpo serrato, simile a un abbraccio aggressivo, tipico della boxe) e chiudere la combo con una sequenza di prese pensate per sottomettere l’avversario. 

Questa sequenza verrà gestita interamente attraverso l’inclinazione dello stick analogico sinistro, con il quale potremmo alternare le differenti prese, in maniera tale da abbassare la stamina dell’avversario, ed eseguire la sottomissione per chiudere il match.

Immagine id 2903

Esattamente come per l’indebolimento prima del clinch, rischiare di sottomettere un avversario con una stamina elevata, potrebbe concludersi con un ribaltamento della situazione, facendo volgere le sorti dello scontro a favore dell’opponente.

Sarà, quindi, necessario controllare costantemente le barre della stamina di entrambi i lottatori e vagliare, con la giusta strategia, quando sia meno rischioso tentare la sottomissione.

Un combat system che funziona e che, fin dai primi match, risulta facile da apprendere ma difficile da padroneggiare.

Quello che, però, non ci ha convinto è che per quanto tutta l’esperienza di gioco risulti molto più fluida che nelle iterazioni precedenti, permane quella rapidità degli scontri che rompe il realismo di una produzione che cerca in tutti i modi di risultare il più simulativa possibile. 

Non appena si apprende come abbattere rapidamente l’avversario, difatti, difficilmente si arriverà al secondo round di uno scontro, andando a sfaldare, irreparabilmente, tutti quegli strati di strategia e ragionamento che risultano indispensabili per apprendere al meglio i fondamenti del combat system.

Un vero peccato, considerando che il gameplay di questa nuova iterazione di UFC risulta il migliore della serie sia in termini di simulazione che in termini di puro divertimento. 

Immagine id 2901

Una carriera splendente

Per quanto riguarda, invece, i contenuti presenti in UFC 5, il nuovo capitolo della serie targata EA non si risparmia di certo, offrendo una moltitudine di modalità di gioco, prese di peso dalle precedenti iterazioni della serie, e una modalità Carriera fra le più complete e divertenti sulla piazza, ripartita fra estenuanti tutorial per apprendere tutti gli aspetti della MMA, un fitto calendario di scontri, interviste e gestione dei profili social per fomentare i propri fan prima di ogni incontro. 

Come da tradizione si acquisiranno punti da spendere per migliorare le varie caratteristiche del nostro lottatore (realizzabile tramite un ricchissimo editor), così come si potrà cadere vittima degli infortuni, rischiando di perdere tempo, denaro o, addirittura, saltare degli incontri. 

Insomma la modalità Carriera di UFC 5 è votata totalmente al realismo e si presenta come la parte più solida dell’esperienza. La difficoltà è graduale e capace di offrire sempre un ottimo livello di sfida, anche quando, nelle fasi avanzate, la ripetitività farà, irrimediabilmente, capolino e si apprenderà come risolvere rapidamente ogni incontro sul nostro cammino.

Per quanto riguarda le modalità online, abbiamo particolarmente apprezzato il senso di progressione dato dalla Carriera Online, che garantisce un costante accumulo di punti evoluzione, da spendere per migliorare il proprio combattente.

Meno interessanti, invece, le modalità online più canoniche, le quali, durante la nostra esperienza, sono state minate dall’impossibilità di rifiutare l’accesso a incontri con avversari con connessioni poco stabili.

Guarda su

Tecnicamente ineccepibile

In merito al comparto tecnico di EA UFC 5 c’è ben poco da appuntare. Il Frostbite lavora in maniera impeccabile, offrendo un realismo senza precedenti. Le animazioni dei lottatori, e la loro fluidità nei movimenti, è incredibile così come la stabilità del framerate che, nella versione per PS5, non si è mai mosso dai 60 fps. 

Basta un attimo per comprendere come mai EA abbia deciso di realizzare UFC 5 solo per le console di attuale generazione, così come, al contrario, ci vorrà parecchio tempo per notare la mole di dettagli che adornano questa nuova iterazione della serie. 

Il sanguinamento dinamico delle ferite, la deformazione dei corpi e dei volti, rispetto ai vari impatti inflitti o ricevuti, e l’aver implementato tutti questi aspetti nel gameplay di UFC 5, ci ha indubbiamente sorpreso. 

Immagine id 2905

Un naso rotto, difatti, potrà inficiare la stamina generale di un lottatore, così come una ferita troppo dolorosa, chiamerà a rapporto il medico a bordo ring  che fermerà prontamente il match.

L’intelligenza artificiale è ben gestita e si mostra infida in maniera, fin troppo, naturale, andando a mirare alle parti del corpo già doloranti e prevedendo le mosse quando vengono ripetute troppo frequentemente.

Tutto questo viene poi adornato da una regia di prim’ordine, ricca di replay ottimamente confezionati, slow motion nei punti giusti e una serie di tagli cinematografici che rendono sempre godibile ogni scontro. 

L’unico aspetto negativo lo abbiamo trovato nella gestione dei sottotitoli in italiano, non sempre a fuoco e con alcune sbavature che stonano in una produzione confezionata con così tanta cura. 

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