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Recensione

Figment 2: Creed Valley | Recensione - Un viaggio sensazionale al centro della Mente

Ecco la nostra recensione di Figment 2: Creed Valley, la nuova iterazione di Bedtime Digital Games in uscita quest'oggi

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a cura di Nicholas Mercurio

Non si ha mai la certezza di cosa ci sia nella mente di qualcuno. In pochi sanno quali pensieri si annidano realmente nelle sinapsi in attesa di esplodere, cosa una persona percepisca e perché, e cosa significhi vivere un momento complesso, ottenebrato dagli impegni, da paure invasive e ansie, incalzato da uno stallo che non prende realmente mai il via, e che si focalizza sui ricordi del passato. Alcuni sono belli e altri brutti: ho scoperto che la mente non è altro che un filtro della propria coscienza, e che quest’ultima si comporta seguendo un obiettivo preciso, lo stesso che porterebbe chiunque a vivere momenti sospesi fra la tristezza e la felicità.

Bedtime Digital Games, che ho avuto modo di intervistare recentemente, mi aveva parlato con grande entusiasmo di Figment 2: Creed Valley e dell’obiettivo che intendeva seguire per far conoscere al giocatore cosa significhi vivere più da vicino una zona della mente dedicata alla creatività, agli ideali e al divertimento. Una zona che qualcuno ha già spento da un po’, e che ormai raramente accende, perché è assorbito dagli oneri, da corse continue per accontentare un datore di lavoro estremamente esigente, e per arrivare in orario, sacrificando delle preziose ore di sonno e il tempo con le persone amate. Lo chiamano “Mondo dei grandi”, ma è in realtà una scusa per indicare un vero e proprio problema annidato nella nostra società ormai da diversi anni.

Bedtime Digital Games, dopo il successo di Figment, racconta una storia diversa, più matura e concentrata a far scoprire queste caratteristiche efficaci e ben amalgamate all’interno di un contesto, ma a questo preferisco arrivarci con calma. Figment 2: Creed Valley, la nuova opera del team danese, è una seconda iterazione che riprende esattamente le vicende del capitolo antecedente. A detta dello studio di sviluppo, ci sono voluti sette anni perché Figment 2: Creed Valley fosse realmente pronto per proporsi agli appassionati quanto ai nuovi giocatori.

In tal senso, l’obiettivo del team era quello di riprendere le caratteristiche che hanno reso apprezzato la precedente iterazione ed espanderla in termini qualitativi, narrativi e ludici. Quando si parla di seguiti, è sempre un grande gatta da pelare per chiunque, specie per gli autori indipendenti, che sono costretti a innovare, a sistemare, ad assestare tutto quanto per prepararsi a un pubblico vasto e imprevedibile. Basterebbe realmente poco per dirvi che Figment 2: Creed Valley arriva all’obiettivo e supera le più rosee aspettative, e che è un videogioco indipendente imperdibile per chiunque ami queste produzioni piccine ma efficaci, in grado di superare anche certi prodotti blasonati, considerati iconici e fondamentali. Ho imparato che le reali novità arrivano da chi sogna in grande e spera di raccontare storie intense e particolareggiate, restando fedele a sé stesso e al proprio percorso, migliorandolo a sua volta.

Bedtime Digital Games lo ha seguito per sette anni, abbracciando quel tipo di qualità che con Figment aveva già palesato in modo effettivamente straordinario. Stavolta è però un team più maturo, capace e consapevole delle proprie abilità, uno studio di sviluppo che sogna in grande e spera di arrivare al suo obiettivo con una nuova iterazione capace di ritagliarsi uno spazio nel panorama indipendente, e non solo, proprio per farsi conoscere a chiunque adori vivere storie differenti e sfaccettate. In tal senso, quella di Figment 2: Creed Valley lo è sotto ogni strato: non esagera, non racconta più di quanto deve e appaga, soddisfa e rende straordinario un viaggio in una zona della mente che in troppi sottovalutano.

Una mente provata e stanca

Dusty e Piper, ormai amici insuperabili, passano il loro tempo a scacciare via gli incubi e a ripulire la mente da qualunque problema possa in qualche modo colpirla in maniera inaspettata. Passeggiano, schiacciano qualche pisolino, ridono e scherzano sul da farsi e non sembrano trovare nemici che possano creare loro dei reali fastidi. Un giorno, però, qualcosa accade e, a causa di un avvenimento che non riescono a comprendere, si ritrovano davanti il Buffone, un personaggio eclettico e vivace che vuole riportare la Mente a uno stato primordiale, per fargli sia ricordare i bei ricordi quanto per fargli prendere decisioni insensate.

È un piano malvagio, uno dei tanti che nessuno – neppure Dusty e Piper – può accettare che si avveri, perché significherebbe consentirgli di arrivare al suo malvagio obiettivo. Lo scopo del Buffone, infatti, è riprendere pieno possesso della Mente e ridare finalmente gioia e risate al suo portatore. Anche se sulla carta sembra un’intenzione nobile e condivisibile, la realtà è nettamente diversa, perché le sue reali intenzioni sono di dominare sulle emozioni e la ragioni, minacciando così la Bussola Morale, il reale collante che lega l’etica agli ideali. Non potendo rivelarvi troppo, la storia di Dusty e Piper questa volta si concentra su un territorio del tutto inesplorato, radicato là dove solo i bei ricordi permangono e si rafforzano, divenendo parte integrante di una scoperta che soltanto pochi conoscono realmente. Le tematiche all’interno della storia principale, anche per merito di una narrazione che si focalizza nel rappresentare degli strati di una condizione di stress sempre più invadente, ognuna di esse viene mostrata attraverso dei brevi scorci dell’esistenza di un uomo qualunque che si ritrova a dover fare i conti con le proprie debolezze e paure in un momento complesso, sospeso fra cosa sogna e qual è il suo dovere.

Oltre ad aver perduto qualunque contatto con la realtà, perso in una miriade di impegni sempre più insostenibile, l’uomo sacrifica la sua famiglia e il proprio benessere per il lavoro, dimenticando le cose belle e leggere della vita, come un ballo sfrenato in un salotto di casa. La narrazione, oltre a concentrarsi sull’evoluzione del racconto di Dusty e Piper, mostra questo spaccato in modo attento e coraggioso, tenendo in piedi un contesto unico nel suo genere. Se in passato altre produzioni hanno trattato diversi temi come il lutto e la depressione, Figment 2: Creed Valley è la rappresentazione stessa del volersi bene a ogni costo nonostante gli impegni, ed è una lettera d’amore a chiunque metta davanti il dovere al proprio benessere psicofisico.

Ciò è catturato, oltretutto, nei dialoghi della vita lineare e priva di novità fra quest’ultimo e le persone che ama, una moglie e una bambina cui non riesce dare la dovuta importanza a causa di tanti, troppi oneri. La reale dichiarazione, forte e chiara come il Si bemolle di una tromba, è accettare di essere persone con sogni e speranze da esaudire, di avere bisogno di respirare e di vivere con maggiore serenità. Attraverso Dusty e Piper lo si comprende immediatamente, poiché entrambe i protagonisti dell’avventura si ritrovano ad affrontare un nemico imprevedibile che forse nasconde una sua sensibilità.

D’altronde, non sono proprio i momenti di stress a far vedere tutto nero e a non considerare anche il bello, al netto di tante cose brutte che appaiono come insuperabili e impossibile da risolvere? Figment 2: Creed Valley abbraccia la sensibilità della vita, mentre Bedtime Digital Games tessa la sua storia con consapevolezza e capacità, dando spessore ai due protagonisti principali, rinforzando inevitabilmente caratteristiche e tematiche con coraggio e in modo particolareggiato, confezionando una storia commovente e coinvolgente, che potrebbe raccontare di chiunque sia in un momento di sconforto dettato dall’ansia e dai pensieri invasivi.

Oltre però a designare dei tratti così intensi, dolci e potenti, il team danese ha lavorato attentamente alla costruzione di un mondo popolato da creature diverse, non relegandole soltanto a comprimarie prive di personalità ma delineando delle caratterizzazioni convincenti. Presa infatti la mongolfiera e giunti a Creed Valley, Dusty e Piper che vengono citati Pareri, delle bestioline che stanno vivendo in prima persona i turbamenti della Mente, ormai prossima all'esaurimento nervoso. Il team, riuscendo a incastrare la scrittura e la realizzazione di un mondo convincente e lineare, è stato in grado di mettere alla luce i patemi più tenebrosi dell’animo umano, trasmettendomi un senso di smarrimento nelle fasi concitate e ricche di emozioni.

Come molte altre produzioni indipendenti, ma riuscendo a proporre una personalità inedita ed unica, Figment 2: Creed Valley rappresenta una crescita stilistica di spessore che indica l’ambizione di un team capace. Scrivere una storia è la parte più complessa, specie in un gioco del genere, e unire i puntini fra narrazione, tematiche e contesto lo è ancora di più. Non esiste però alcun rischio per chi sogna in grande, e non c’è turbamento per chiunque si augura di trasmettere la fantasia con poche e semplici parole, arrivando allo scopo senza esagerare, tenendo incollati allo schermo con la forza che caratterizza la sensibilità.

Un sogno chiamato Figment 2: Creed Valley

La produzione, proprio come il capitolo antecedente, mantiene la stessa visuale dall’alto verso il basso, rendendola più dinamica e meglio implementata. Figment 2: Creed Valley è un videogioco d’avventura con elementi rompicapo e con combattimenti spada alla mano, in cui le schivate e le deviazioni sono fondamentali per evitare attacchi di qualunque genere. Il lato curato maggiormente, superiore rispetto al predecessore, è negli enigmi ambientali da risolvere man mano che si avanza nell’avventura di gioco, presenti in ogni area.

In un videogioco in cui è la Mente la reale protagonista, il team non poteva affatto limitarsi a un contesto: il giocatore è chiamato a usare la propria per trovare delle soluzioni. Quando si crea un videogioco di questo genere, il pericolo maggiore che si corre, anche a causa delle tante pubblicazioni presenti sul mercato, è renderli scontati, semplici e poco rifiniti, ma questo non è ovviamente il caso. Spesso mi sono trovato a esplorare in un lungo e in largo per trovare il modo migliore per risolvere un enigma, fermandomi spesso per riflettere, cercando di risolvere cosa mi trovassi di fronte e sbattendo la testa non una, non due, bensì tre volte prima di capire come avanzare nell’esperienza di gioco e trovare la risoluzione adatta ai problemi che si palesavano di fronte a me.

Il combattimento, simile rispetto al passato, è invece reso più fluido e con nuove combinazioni, come un salto addosso al nemico a mezz’aria. Come accennavo prima, si tratta di un sistema molto semplice e approcciabile facilmente a chiunque conosca prodotti del genere. Per chi invece è poco avvezzo, deve sapere che la sconfitta è solo momentanea, e riporta il giocatore in un momento appena prima essere sconfitti. Questo fa riferimento, in realtà, anche a chi è rivolto il videogioco in termini ludici, al netto della complessità della tematica al centro del progetto. Mi è capitato più volte di interfacciarmi con produzioni capaci di dedicarsi a differenti fasce d’età, e in quest’occasione appare chiara la decisione di rendere tutto quanto efficace e ben delineato anche per chi è più piccolo e cerca una prima esperienza da affrontare con un genitore già rodato con videogiochi di questo calibro.

Un altro aspetto vincente, reso magistralmente, è la cura riversata nel level design dell’intera opera: sebbene sia semplice, riesce in ogni caso a delineare in modo peculiare ogni sezione, spingendo il giocatore a esplorarlo da cima a fondo, per fargli così conoscere nuovi modi per andare avanti. Proprio come il precedente capitolo, ma in una misura ancora più curata e ottimamente caratterizzata, Figment 2: Creed Valley propone innesti, collegamenti e interruttori da accendere, come se fossero delle lampadine legate in modo indissolubile al cervello umano. Come ben sappiamo, tutto ricorda le sinapsi e le funzioni dei ricordi. In una misura ancora maggiore, ogni cosa è sistemata perché il giocatore avverta un senso di smarrimento e di costante ansia mentre affronta i patemi dell’animo umano e le sue imprevedibilità.

A rendere ancora più profonda e particolareggiata la struttura di gioco, è inoltre un supplemento che a qualcuno potrebbe ricordare It Takes Two, nonostante Figment 2: Creed Valley non abbia pretese del genere. Una novità è infatti la possibilità di impersonare Dusty o Piper se si affronta l’esperienza con qualcuno, rendendo ancora più godibile e coinvolgente l’esperienza in tutta la sua interezza. Oltre a garantire una buona rigiocabilità, soprattutto assieme a qualcuno, Figment 2: Creed Valley propone una pregevole sfilza di collezionabili da raccogliere in giro per l’esperienza di gioco chiamati “Ricordi”, abbattendo semplicemente la spada contro dei massi rocciosi per recuperarli e procedere nell’esperienza, che si può ricominciare da ovunque lo desideriate solo per impossessarsi di queste preziose memorie.

Un’esperienza a suon di musica

Il primo Figment, oltre a essersi ritagliato uno spazio nel cuore dei giocatori grazie al suo game design e allo stile scelto per raccontare la storia e mostrare la sua direzione artistica, è stato spesso osannato per le composizioni musicali scelte per l’occasione. Il team ha infatti ammesso di aver optato per canzoni jazz, rock e brani soul, ricordando a lunghi tratti alcuni dei film d’animazione Disney Pixar più celebri degli ultimi vent’anni. In Figment 2: Creed Valley questo approccio ritorna in modo convincente e sfavillante, proponendo un’esperienza capace di far suonare al ritmo chiunque adori la musica e i videogiochi di questo calibro.

Aggiungendosi al mercato indipendente, Figment 2: Creed Valley si presenta come un’opera capace di infondere le migliori caratteristiche del passato, infondendo una consapevolezza maggiore. La crescita del team, oltre che personale quanto professionale, si traduce nel coraggio di affrontare certe tematiche tremende e di raccontarle a un pubblico vasto. Sul lato tecnico non abbiamo nulla da eccepire, tant’è che ho gradito l’impatto grafico senza trovare alcun genere di problematica al suo interno.

Se un racconto perdura e viene narrato bene, è solo merito di uno studio attento alle necessità odierne. Nei mesi scorsi mi è capitato di interfacciarmi con opere differenti che parlavano al cuore dell’umanità, del raziocinio e della complessità inerente all’evoluzione umana. Figment 2: Creed Valley, al contrario di tante altre, ricorda perché è importante fermarsi, respirare e toccare con mano qualcuno che ha bisogno di conforto. Che ha bisogno di tempo, tanto tempo per ritrovarsi. Lo diceva Aerith attraverso il linguaggio dei fiori e lo ripete, a distanza di sette anni dalla prima volta, anche Bedtime Digitale Games.

Voto Recensione di Figment 2: Creed Valley


8.7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Una storia intensa e particolareggiata, che arriva al suo obiettivo in modo straordinario

  • Un gameplay semplice e ottimamente strutturato che ancora una volta sorprende

  • Tanti enigmi, tante sezioni da esplorare e molte possibilità d'approccio

  • La colonna sonora è di pregevole fattura, nonché una delle migliori che io abbia mai ascoltato

Contro

  • Purtroppo si conclude troppo presto

Commento

Figment 2: Creed Valley è la concreta dimostrazione di una cura maniacale nel ricreare un contesto unico nel suo genere inserendo la musica come reale punto di forza. La nuova produzione di Bedtime Digital Games è potente, efficace, semplice e toccante, forte di una storia intensa e particolareggiata. Rafforzata maggiormente da una struttura ludica mai scontata, l'esperienza di gioco rappresenta una concreta prova di coraggio e cura. Un videogioco indipendente imperdibile per chiunque ami viaggiare con la fantasia.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Figment 2: Creed Valley

Figment 2: Creed Valley