God of War, 10 curiosità che non conoscevi

Mentre aspettiamo di conoscere il destino di Kratos e Atreus in Ragnarok, vi elenchiamo dieci tre le curiosità più interessanti del God of War uscito nel 2018.

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a cura di Marco Patrizi

Editor

L’ultimo capitolo di God of War uscito per PlayStation 4 è senza dubbio uno delle migliori opere videoludiche degli ultimi anni. Un trionfo meritatissimo per Santa Monica Studio che ha dietro di sé tanto talento e una produzione mastodontica, che racchiude diversi retroscena interessanti.

Mentre aspettiamo di conoscere il destino di Kratos e Atreus in God of War Ragnarök, atteso nell’arco del 2022, vi elenchiamo dieci tre i fatti più curiosi del titoli uscito nel 2018.

Tenete presente che l’articolo conterrà degli spoiler, quindi vi raccomandiamo di leggerlo dopo aver completato l’avventura.

Spoiler

A proposito di spoiler, sappiamo che alla fine del gioco Kratos e Atreus si imbattono in alcune pitture murali che mostrano le loro gesta, come se fossero state già prestabilite e predette. Quello di cui pochi si sono resi conto è che già nelle fasi iniziali ne incrociamo una.

Durante il primo combattimento contro l’Estraneo, ovvero Baldur, è possibile notare un dipinto su un pezzo di muro che viene coinvolto nello scontro. Guardandolo con attenzione possiamo riconoscere Kratos (con un’ascia in mano) e Baldur che combattono accanto a un gigante. Quindi sin dall’inizio il gioco ci ha mostrato come sarebbe andata a finire.

Istinto paterno

Uno degli aspetti più caratteristici e riusciti di God of War è la sinergia tra Kratos e suo figlio, sia nella storia che nel gameplay. Eppure nel corso dello sviluppo c’è stato il rischio che il personaggio di Atreus venisse eliminato dal gioco. Questo perché l’implementazione del personaggio per come lo aveva pensato Cory Barlog si prefigurava come un processo ambizioso e costoso, pertanto in molti nello studio cercarono di convincerlo a trovare una soluzione diversa per raccontare la sua storia. Il director aveva pensato a delle alternative, ma alla fine riuscì a convincere Sony a supportare la sua visione originale.

L’intuizione Barlog si è rivelata sicuramente vincente per dare profondità al personaggio di Kratos e la storia nella sua totalità, che senza il rapporto con Atreus che abbiamo visto non sarebbe stata assolutamente la stessa.

Eredità di famiglia

A proposito di Atreus, nel suo design gli autori hanno inserito un riferimento alle sue origini abbastanza subdolo che forse non tutti hanno notato. Le cicatrici che ha sul volto, infatti, danno forma allo stesso tatuaggio rosso che ha Kratos in corrispondenza dell’occhio sinistro. Per chi non lo ricordasse, il guerriero spartano si era fatto fare tale tatuaggio per replicare la particolare voglia che aveva sul volto Deimos, suo fratello minore rapito da Ares.

Si tratta ovviamente di una mera coincidenza estetica, ma che porta avanti in qualche modo la tradizione del peculiare marchio, oggetto della profezia che ha scatenato il corso degli eventi che ha tracciato il percorso di Kratos.

Trolol

In molti ricorderanno la prima presentazione di God of War all’E3 2016, durante la quale Kratos e Atreus mentre attraversano un ponte vengono sorpresi da un troll che dovranno sconfiggere. Nel gioco finale però quello scontro è stato rimosso, probabilmente perché gli autori hanno pensato che i giocatori dopo aver visto il trailer se lo sarebbero aspettato, o magari perché era ancora troppo presto per metterli davanti a un boss. Fatto sta che non vi è traccia di quel troll in quel momento del gioco e i due protagonisti attraversano il ponte senza problemi. Atreus commenterà che si sarebbe aspettato di trovare un troll sotto quel ponte. Un’auto-citazione che gli autori hanno inserito riferendosi proprio al trailer di presentazione.

A proposito di troll, molto più avanti nel gioco, nel Tempio di Tyr, i due dovranno sconfiggere un troll del gelo e un troll delle ceneri insieme. Dopo aver abbattuto l’ultimo, Atreus commenterà che era grande ma non abbastanza per loro in quanto dei; quando Kratos gli dirà che ne ha uccisi di più grandi, il ragazzo lo chiamerà “puny troll”. Si tratta di un riferimento al film Avengers, quando Hulk definisce Loki “puny god”. La citazione è ancora più spiritosa se pensiamo che Atreus è effettivamente Loki nel mondo di God of War, mostrando una certa inversione dei ruoli.

Sfortuna senza fine

Anche in questo God of War c’è un piccolo spazio per il Capitano della Nave. È possibile che non lo sappiate, ma il Capitano è una figura ricorrente in tutto l’arco della saga con funzione tragicomica. Si tratta infatti del capitano della nave attaccata dall’Idra del primissimo God of War, che ha dei cameo in tutti i capitoli:

  • Nel primo God of War viene "salvato" dallo stomaco dell'Idra da Kratos, ma solo perché allo spartano serviva la sua chiave; appena recuperata lo getta di nuovo nello stomaco del mostro. Più avanti nell'avventura, dopo essere stato ucciso da Ares, Kratos riesce a fermare la sua caduta nell’Oltretomba verso il fiume Stige aggrappandosi proprio alle gambe del Capitano, che a sua volta cercava di non cadere aggrappato a una rupe. Lo spartano lo trafigge con una sua lama e fa leva sul suo corpo per risalire, facendolo precipitare verso il suo crudele destino.
  • In God of War II lo vedremo ancora durante il combattimento contro Alrik, il Re Barbaro, quando questi evoca alcune anime per combattere al suo fianco. Il Capitano si ritrova evocato contro la sua volontà nel mezzo del combattimento, riconosce Kratos e cerca di fuggire, ma viene “ucciso” ancora una volta.
  • In God of War III non lo vediamo fisicamente, ma nell’Oltretomba è possibile trovare una sua lettera in cui maledice Kratos con queste parole:
  • “Avrebbe potuto salvarmi. Aveva la mia vita nelle sue mani, e l'ha lasciata andare. Sarò anche stato un semplice capitano di nave, ma lui mi ha trattato come se fossi niente. È sua la colpa del mio tormento qui! Spero che soffra nell'Ade quanto me. Maledetto Fantasma di Sparta!"
  • Anche in God of War: Ascension non è presente fisicamente, ma è possibile trovare un artefatto chiamato Idolo del Capitano nella Grotta. Ironicamente si trova nel relitto di una nave, che fa intendere che già prima di incontrare Kratos il Capitano aveva già avuto le sue sventure.

Anche nell’ultimo God of War c’è un riferimento al povero Capitano e precisamente nella descrizione di una mappa del tesoro “La Chiave del Capitano”, che guarda caso è l’oggetto che ha inaugurato il tragico legame tra i due. Nella descrizione veniamo a sapere che qualcuno, forse un membro dell’equipaggio, dopo la morte del Capitano ha preso la sua nave per intraprendere un viaggio, ma ha finito per naufragare a Midgard.

A gran voce

L’attore che interpreta Kratos, sia nelle sessioni di motion capture che per il doppiaggio, è Christopher Judge. Nonostante il considerevole numero di film e serie TV a cui ha preso parte, uno dei suoi ruoli più rappresentativi è stato quello di Teal'c in Stargate SG-1 e in seguito Stargate: Atlantis. Il personaggio viene ricordato per la sua catch phrase: “Indeed”, e dato che Cory Barlog è un fan delle serie TV ha voluto inserire la battuta nello script per farla pronunciare da Christopher Judge in God of War.

Storie di naviganti

Mentre Kratos e Atreus viaggiano in barca nel Lago dei Nove potrebbe esservi capitato di sentire il ragazzo chiedere al padre di raccontargli una storia. Lo spartano risponde di aver conosciuto un uomo le cui storie erano brevi ma significative. Nel caso non ci aveste pensato, quell’uomo era Esopo, lo scrittore greco considerato l'iniziatore delle favole scritte. Ci sono diverse storie che Kratos racconta al figlio, ma sembra che gli autori abbiano scelto con un certo criterio quali inserire. Come quella dello scorpione traghettato dalla rana, la cui natura viene subito paragonata agli dei, se analizzate bene anche altre sembrano applicarsi bene ad alcune situazioni e personaggi di God of War.

La favola del cavallo che permette a un cacciatore di legarlo e cavalcarlo per vendicarsi di un cervo, ma finisce per perdere la propria libertà, può essere letta come una metafora di quello che accadde a Kratos con Ares.

La favola di mamma granchio che rimprovera il figlio di camminare di lato può essere applicata direttamente ai due protagonisti: Kratos cerca sempre di spronare Atreus a essere migliore, soprattutto in virtù della sua natura divina, ma egli stesso deve ancora venire a patti col suo passato.

Quella del ladro e la madre potrebbe applicarsi al rapporto tra Freya e Baldur, fungendo da presagio a come l’iperprotettività della dea porterà Baldur a detestarla e tentare di ucciderla.

Sua altezza marziale

Attraverso la serie di God of War il modello di Kratos non è rimasto sempre uguale. Durante il corso dei primi quattro titoli le alterazioni non sono state molto evidenti, limitandosi a particolari minori di stile. Il vero cambiamento c’è stato con il capitolo più recente, e non stiamo parlando solo della barba.

Kratos è sempre stato un uomo dalla stazza considerevole, ma l’argomento della sua altezza ufficiale è sempre rimasto piuttosto nebuloso, dato che la sua altezza nella serie originale dovrebbe essere addirittura di circa 2,34 metri. Ad ogni modo per il nuovo corso iniziato nel 2018 il team di Santa Monica ha scelto un design più realistico rispetto a quello della prima serie dallo stile piuttosto "cartoonesco". Per questo motivo Kratos è ora alto “solo” 1,94 metri e il suo corpo è stato rimodellato, quindi i suoi muscoli sono più proporzionati rispetto alla sua testa. Una scelta decisamente azzeccata che contribuisce a rendere il personaggio più umano.

Ostinazione registica

I giocatori più appassionati di cinema avranno sicuramente notato nel nuovo God of War una differenza registica palpabile rispetto ai titoli passati, ovvero l’inquadratura dinamica e continuativa. La telecamera segue Kratos continuamente tra esplorazione, combattimenti e cutscene senza mai “staccare”, come se l’intero gioco fosse un gigantesco film in piano sequenza. Questa scelta registica è stata fortemente voluta dal director Cory Barlog, ma la sua è stata un’intuizione che si portava dietro da molti anni e che aveva già proposto per il reboot di Tomb Raider uscito nel 2013.

Nel 2010 infatti Cory Barlog aveva lasciato Santa Monica Studio e, dopo un’esperienza infruttifera con Avalanche Studios, si unì a Crystal Dynamics come direttore delle sequenze cinematiche. Fu durante lo sviluppo del nuovo Tomb Raider che propose l’idea di utilizzare la tecnica dell’inquadratura senza interruzioni, ma questa venne bocciata dallo studio reputandola una follia. Da quel sonoro rifiuto Barlog aveva già capito che probabilmente quello non era il posto ideale per lui, tant’è che lasciò Crystal Dynamics non appena Tomb Raider uscì nei negozi. Nel frattempo aveva cominciato a dialogare con Sony per il nuovo progetto e in seguito elogiò la compagnia per il supporto che gli ha concesso nella creazione di God of War secondo la sua visione.

Accenni di destino

A proposito di visione, ormai abbiamo capito che ai ragazzi di Santa Monica piace lasciare indizi nascosti in bella vista e già nell’aprile 2019 evidentemente avevano deciso l’evento principale del seguito.

Nel tema dinamico rilasciato in quel periodo, infatti, possiamo vedere Kratos e Atreus sulla barca usata nel gioco, sulla quale è possibile intravedere delle rune. Ebbene qualcuno ha tradotto quelle rune e il messaggio nascosto è: “Ragnarök sta arrivando”. Un chiaro riferimento all’evento principale e al titolo del prossimo God of War Ragnarök.