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Recensione

Under The Waves | Recensione - Ce la spassiamo in fondo al mar

In Under The Waves una realtà alternativa, ambientata nel 1979, mescola stile retrò, ecologia e fantascienza sul fondo dell'oceano

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a cura di Andrea Maiellano

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Under The Waves è quel gioco che non ti aspetti, o meglio, è quella produzione capace di sorprenderti per la sua abilità nel mescolare stili, e generi, diversi in un unico mosaico coeso e armonioso. Un aspetto non di poco conto considerando i peculiari temi trattati dalla produzione di Parallel Studios, i quali comprendo perfettamente come abbiano fatto ad affascinare Quantic Dream al punto da voler diventare il publisher del gioco e distribuirlo attraverso la sua Spot Light by Quantic Dream.

D'altronde, Under The Waves, riesce allo stesso tempo a offrire un'esplorazione atipica sul fono dell'oceano, mettere in scena una trama per nulla contata, passare un messaggio ecologico e trasmettere delle sensazioni a metà strada fra l'onirico e il malinconico.

Ovviamente non è un'opera priva di difetti, anzi, ma l'abilità del team di sviluppo nel realizzare un impianto narrativo capace di spronare il giocatore ad arrivare ai titoli di coda e, allo stesso tempo, riuscire sempre ad offrire delle interessanti deviazioni esplorative atte a dilatarne i tempi, non è cosa da poco, specialmente mettendo in scena così pochi, seppure splendidamente realizzati, elementi.

Le avventure acquatiche di Stan

In una versione fantascientifica del 1970, ci troviamo nei panni di Stan, un uomo di cui, inizialmente conosciamo davvero poco. Le uniche informazioni che ci vengono date in merito a quest'uomo, vistosamente trasandato, sono che è un professionista delle immersioni, che ha accettato una missione nelle profondità dei mari del nord, e che una figura femminile di nome Emma non ha apprezzato la sua scelta di isolarsi dal Mondo per un così lungo periodo di tempo.

Stan, infatti, al netto del collega Tim, che dalla superficie si prodiga nel comunicargli gli incarichi relativi al suo lavoro e a tenergli compagnia quanto possibile, e di una primordiale intelligenza artificiale, che si premura di ricordargli le routine giornaliere per quanto concerne lo svegliarsi, il nutrirsi e il riposarsi, è totalmente solo, ammantato dal tombale silenzio dell'oceano.

C'è una ragione, però, per la quale Stan ha accettato un incarico del genere, la stessa ragione che piega il perché di quella barba incolta, di quegli occhi stanchi e di quell'assenza di vitalità che lo ammanta costantemente. Una ragione che verrà inizialmente accennata al temine delle sue giornate lavorative, quando si ritroverà da solo, a rimbalzare fra il tentativo di telefonare Emma e il cercare di dormire senza ritrovarsi prigioniero di alcuni sogni, distorti e disorientanti, che ne minano il riposo.

Una ragione che non vi svelerò e che, in tutta onestà, ho poco apprezzato che Quantic Dream abbia lasciato intendere nel materiale commerciale dedicato a Under The Waves. Il motivo è molto semplice, la trama è scritta bene, riesce a incuriosire il giusto e quando propone colpi di scena telefonati, riesce allo stesso tempo a introdurne di successivi per nulla scontati. Per questo il mio consiglio è quello di non leggere nulla in merito alla trama, se vorrete dare fiducia alla produzione di Parallel Studios, poiché anche i primi venti minuti possono regalarvi le giuste emozioni, se non sapete già dove andranno a parare.

Under the Waves, però, è soprattutto un gioco dedicato all'oceano. Una vera e propria lettera d'amore alle profondità marine e alla loro preservazione. Non per altro Parallel Studio ha collaborato con la Surfrider foundation Europe per promuovere proprio questa causa.

In under the Waves, difatti, si seguirà una routine precisa. Stan si sveglierà ogni mattina, si farà un caffè, ascolterà il telegiornale per comprendere cosa stia succedendo in superficie e si immergerà nel silenzio dell'oceano, intento a raccogliere rifiuti, coltivare alghe, riparare antenne, sistemare falle nei condotti petroliferi e, molto più in generale, esplorare i fondali oceanici. Il tutto ovviamente, tenendo sempre in considerazione l'ossigeno a sua disposizione e la quantità di carburante del suo mini-sottomarino.

Laddove il termine di ogni giornata lavorativa di Stan, risulta essere il punto di arrivo per chi vuole conoscere di più in merito alle motivazioni che lo hanno spinto a isolarsi sul fondo dell'oceano, le ore diurne risultano poetiche, rilassanti e capaci, almeno nelle prime ore di gioco, a far spostare l'attenzione del giocatore sulle varie cose che si possono fare in fondo al mare.

Il risultato è un misto di atmosfere oniriche e malinconiche allo stesso tempo, laddove il poetico fluttuare nell'acqua, si contrappone, costantemente, con i pensieri carichi di malinconia, e di una non celata apatia, del protagonista.

Alla ricerca di un'arricciaspiccia

Per spiegarvi al meglio come si stratifichi una giornata tipica di Stan, il modo migliore e raccontarvi un'esperienza diretta. Una volta finita la routine mattutina, e raccolta la lista di incarichi giornalieri dal terminale preposto, ci si infila nella batisfera per dirigersi al primo punto d'interesse, dove si dovrà verificare il malfunzionamento di un'antenna. Prima di partire, però, si sfrutta il macchinario che converte i rifiuti raccolti sui fondali oceanici, i risorse utili. Ecco quindi che, in pochi minuti si fa scorta di ricariche di ossigeno (per le esplorazioni a nuoto) e di taniche di carburante (per garantire l'autonomia necessaria alla batisfera).

Già che si è li, si creano un paio di mine da portarsi appresso in caso di necessità. Una volta che ci si ritrova, finalmente, sul fondo dell'oceano, in direzione della tanto agognata antenna, si incontra un gruppo di tartarughe di mare. Ci si ferma per fotografarle, in maniera tale da portare avanti il compendio, totalmente opzionale, dedicato alla flora e alla fauna subacquea.

Notando qualche resto di metallo, un paio di bottiglie di plastica e un pezzo di carbone sul fondale sottostante, si esce dalla batisfera per andare a raccoglierli, sia per tenere pulito l'oceano, sia per avere materiale a sufficienza da convertire in risorse utili. Una volta raccolto tutto, si continua in direzione dell'antenna ma si nota un relitto abbandonato a pochi metri di distanza. Si compie una piccola deviazione per andare a esplorarlo e, al suo interno, si rinviene un logoro sacco da boxe.

Si decide di raccoglierlo e, dopo averlo rimesso a nuovo, di appenderlo all'interno della casa sottomarina di Stan (azione che garantirà l'accesso a un minigioco con cui ingannare il tempo). Finalmente si arriva all'antenna, si controlla il danno e lo si comunica in superficie ma, prima di ripartire, si nota una grotta li vicina e si decide di addentrarsi al suo interno per esplorarla alla ricerca d risorse e di oggetti smarriti.

Insomma, penso di avervi fatto capire come sia facile perdersi, con estrema facilità, nei fondali oceanici di Under The Waves, ritrovandosi a protrarre per ore, una giornata di lavoro che durerebbe una ventina di minuti scarsi se eseguita in maniera lineare e senza deviazioni. A rendere l'esplorazione così piacevole, però, è l'ottimo sistema di movimento sott'acqua. Stan sembra fluttuare quando si muove a nuoto, così come la batisfera è reattiva e mai pesante da governare.

Il resto delle azioni, come da tradizione per questo tipo di produzioni, si limita alla pressione di un paio di tasti e, in rari casi, alla rotazione di uno degli stick analogici per simulare l'apertura di una valvola ma è tutto ciò che serve, per rendere sufficientemente interattive, e indubbiamente godibili, le sessioni di esplorazione offerte da Under The Waves.

Quello che non funziona, purtroppo, è la ridondanza delle attività proposte, le quali, una volta scoperte tutte, inizieranno a ripetersi ciclicamente per tutta la durata dell'avventura, lasciando solo alla narrazione il gravoso compito di mantenere alta l'attenzione del giocatore. Sia chiaro, potrebbe essere stata una soggettivissima sensazione data dal fatto che ho letteralmente consumato il titolo di Parallel Studio ma ho trovato tedioso, dopo svariate ore di gioco, ritrovarmi a compiere le stesse cose durante ogni singola fase esplorativa presente nelle fasi avanzate dell'avventura.

Resta indubbio, però, che nel mio specifico caso ho voluto spingere al massimo sul completismo, aspetto che potrebbe non essere nelle esigenze di ogni tipo di giocatore e che potrebbe, tranquillamente, rendere Under The Waves vario nelle sue attività dall'inizio alla fine.

Tecnicamente imperfetto

Se la direzione artistica, il comparto narrativo, la peculiarità delle tematiche e l'estrosità dell'impianto ludico, risultano di indubbia qualità, al netto della potenziale ridondanza di cui vi ho accennato poc'anzi, lo stesso non si può dire per il comparto tecnico del gioco. Sia chiaro non si tratta di nulla più che sbavature ma, in un contesto dove l'immersione del giocatore deve essere sempre elevata, ritrovarsi con muri invisibili, flickering quando si sposta la videocamera, labiale desincronizzato (con il doppiaggio in lingua originale) e alcuni momenti in cui Stan si impunta e non si muove più, sono dettagli che, seppur di poco conto, riescono a inficiare il rislktato finale.

Niente che non possa essere risolto con un paio di patch correttive, o che invalidi l'esperienza di gioco, ma al momento trovo corretto segnalarle, almeno per la verisone PlayStation 5 del titolo. nulla da dire, invece, per la localizzazione in italiano dei testi, sempre accurata e fedele al doppiaggio in lingua originale, il quale presenta delle ottime prove d'attore rovinate, per l'appunto, solamente da un labiale fuori sincrono un po' troppo sovente.

Voto Recensione di Under The Waves - PlayStation 5


7.8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Ottimo comparto narrativo.

  • - Messaggio ecologico ben implementato.

  • - Gameplay rilassato, onirico e capace di intrattenere.

Contro

  • - Tecnicamente non è impeccabile

  • - La ripetitività delle cose da fare rischia di tediare a lungo termine

Commento

Under The Waves è una produzione atipica, capace di mescolare alcuni aspetti che da sempre contraddistinguono le opere targate Quantic Dreams a un gameplay peculiare e ben confezionato. Da un lato troviamo la storia di Stan, capace di catturare l'attenzione e trascinare ai titoli di coda, dall'altro troviamo un gameplay fatto di routine sul fondale oceanico, perfettamente studiato per rilassare il giocatore e offrirgli delle sessioni che, se contenute, risultano sempre appaganti. Indubbiamente presenta delle sbavature di carattere tecnico e in termini di performance ma questo non riesce a scalfire la solidità dell'esperienza realizzata da Parallel Studio.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Under The Waves - PlayStation 5

Under The Waves - PlayStation 5