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AdBlock Plus entra nel mercato della pubblicità

AdBlock Plus ha innescato un fenomeno che oggi riguarda milioni di persone e che mette in difficoltà gli editori di tutto il mondo. Dopo aver reso possibile e diffuso il blocco delle pubblicità online, l'azienda prova a proporsi come intermediario in quello stesso mercato che ha messo in crisi.

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 13/09/2016 alle 15:42
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AdBlock Plus (ABP) si evolve e da servizio che blocca la pubblicità è ora anche un network pubblicitario. Nelle intenzioni dell'azienda, la popolare estensione sostituirà le pubblicità "cattive" con altre tollerabili, e si occuperà anche di vendere gli spazi.

Chi visita un sito o un blog e usa ABP, quindi, in effetti già oggi vede solo le pubblicità ritenute accettabili dal servizio - a meno di aver disabilitato manualmente questa opzione. Per l'utente quindi cambia poco, ma per Eyeo GmbH, la società che possiede e gestisce ABP, ci sono le potenzialità per creare un nuovo business.

Come funziona? Oggi se un sito propone una pubblicità non accettabile ABP lo blocca e basta. Domani la stessa ABP venderà quegli spazi ad aziende che vogliono promuoversi con pubblicità accettabili. Il meccanismo non è diverso da chi ha un cartellone lungo la statale e lo vende al ferramenta o al negozio di ottica - con la notevole differenza che è possibile misurare quando una persona vede davvero la pubblicità e solo in quel caso c'è uno scambio di denaro, il pagamento.  

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Foto: maxkabakov / Depositphotos

I gestori del sito non dovranno far altro che scegliere quali mostrare, e il ricavato sarà diviso tra loro ed Eyo, in una proporzione di 80 e 20 percento (revenue sharing). Eyo poi dividerà ulteriormente la sua parte con altri partner coinvolti, e alla fine terrà per sé il 6%.   

Tutto questo sempre che gli utenti abbiano scelto di visualizzare le pubblicità accettabili; per chi ha deciso di bloccare tutto non cambierà nulla. Secondo Ben Williams di Eyo si tratta di una buona occasione per gli editori che potranno "monetizzare gli utenti che bloccano gli annunci, alle loro condizioni".

L'idea potrebbe anche funzionare ma fino a oggi la politica degli annunci accettabili non ha avuto grande riscontro. Il fatto è che questo tipo di annunci va creato dal primo momento per soddisfare le linee guida di ABP, e questo è un lavoro che pochi pubblicitari sono disposti a fare. Dopodiché i siti più grandi devono pagare per entrare nelle liste speciali di ABP, e sperare così che i loro annunci raggiungano i lettori.

Una situazione che ha portato diversi editori e anche l'ex ministro alla Cultura inglese John Whittingdale a parlare di ricatto: "ma come?", dicono, "prima mi blocchi una fonte di profitto e poi mi chiedi di pagare per riaverne una che rende la metà? Sembra un atteggiamento mafioso".

Sulla questione si potrebbe dibattere a lungo, ma di sicuro ABP si è costruita una posizione che come minimo autorizza a parlare di conflitto di interessi. Se le criticità sono evidenti, tuttavia, Williams sceglie un approccio pratico quando afferma che "il blocco della pubblicità sarebbe arrivato con o senza di noi. Ciò che siamo riusciti a fare è tentare di invertire la tendenza a bloccare il 100% degli annunci ... gli annunci accettabili sono un faro che indica ciò che per noi è meglio".

Nel frattempo i concorrenti di AdBlock Plus si sono fatti relativamente numerosi, per quanto questo specifico servizio resti con ogni probabilità il più diffuso e quello con il maggior numero di utenti. Il fenomeno è sempre più comune, e di pari passo sono sempre più numerosi quei siti che, in mancanza di alternative, bloccano l'accesso agli utenti che usano questo servizio o altri simili.

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