Anonymous rintraccia il pedofilo e lo mette alla gogna

Il suicidio di una giovane canadese ha convinto Anonymous a rintracciare il suo molestatore online. Nome e indirizzo di residenza sono apparsi online, facilitando non poco le indagini della Polizia. Adesso ci si interroga sulla portata della vicenda.

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a cura di Dario D'Elia

Anonymous ha svelato online il nome e l'indirizzo del pedofilo che si presume abbia portato al suicidio una giovane canadese di 15 anni. Il caso di cronaca sta scuotendo l'America per le tante implicazioni. Non solo si ripropone il problema dell'adescamento online e dei rischi del sexting, ma anche degli strumenti legali (o illegali) per affrontare la situazione.  

Il gruppo di hacktivisti, dopo una veloce cyber-indagine, è riuscita a risalire al molestatore trentenne che ha estorto foto senza veli alla ragazzina. Probabilmente hanno tracciato il traffico in entrata e uscita del PC della ragazza. A nostro parere la famiglia potrebbe aver collaborato in qualche modo. Ad ogni modo su Pastebin sono stati pubblicati il suo nome e cognome, nonché l'indirizzo di residenza di New Westminster (British Columbia).

Il video-denuncia della ragazza

"Di solito non ci piace dare una mano alla polizia ma siamo stati costretti a mettere le nostre abilità a favore della protezione dei bambini", si legge nella lettera di Anonymous spedita alla filiale canadese di CTV News. "Ironia della sorte abbiamo qualche buona persona in Vancouver che ha portato questa cosa all'attenzione dei nostri coordinatori. È una storia davvero triste che ci riguarda tutti".

Il presunto molestatore è stato arrestato e accusato di violenza sessuale nonché abuso su minore. Pur non negando l'amicizia sostiene che il responsabile di tali azioni sia un'altra persona, residente a New York. La polizia sta proseguendo con le indagini.

Intanto l'America si interroga sulla storia: Amanda Todd, una ragazzina di 15 anni che mercoledì scorso si è tolta la vita per sfuggire al trauma degli abusi ricevuti. Grazie a un video di denuncia della ragazza, caricato su YouTube, a settembre è stato possibile ricostruire i fatti. Pare che tutto sia iniziato al primo anno dell'High School (aveva 12/13 anni), quando online ha conosciuto un adulto. Probabilmente deve esserci stata una qualche circonvenzione che ha portato a degli abusi. La legge canadese è molto chiara al riguardo: il cosiddetto sexting con un minore è un reato.

Un anno dopo l'uomo l'ha rintracciata su Facebook e diffuso fra tutti i suoi amici le sue foto in topless. A scuola per questo incidente è stata oggetto di bullismo e malmenata anche da un gruppo di ragazze. A quel punto vi è stato un primo tentativo di suicidio. Dopodiché la fragilità psicologica è andata aggravandosi fino al triste epilogo della settimana scorsa.

Adesso è tempo di rispondere ai numerosi interrogativi rimasti: i rischi del sexting, il crescente fenomeno del bullismo, gli abusi online... e non ultimo la condotta illegale di Anonymous per perseguire nobili obiettivi.