Assoprovider dà lezioni al Comitato anti-pirateria

Assoprovider esprime la sua posizione al Comitato Tecnico contro la Pirateria Digitale e multimediale

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Assoprovider ha spiegato al Comitato Tecnico contro la Pirateria Digitale e multimediale quali dovrebbero essere i principi guida di una qualsiasi strategia anti-pirateria. Insomma, non si dovrebbe mai dimenticare che la presunzione di innocenza e l'esclusività del potere giudiziario della magistratura "sono i fondamenti del nostro ordinamento giuridico e non possono essere violati a favore della tutela dei diritti di proprietà intellettuale".

"…gli Internet Service Provider sono equiparabili a dei meri trasportatori di dati ed ad essi non sono attribuibili poteri di polizia  o di giudizio sull'operato dei cittadini in internet", si legge nel comunicato dell'associazione.

Quattro i punti fondamentali per Assoprovider:

1) il reato deve essere accertato dai magistrati e non da cittadini comuni quali sono gli ISP;

2) i provvedimenti restrittivi devono essere emessi dai magistrati: il nostro ordinamento giuridico non consente a forze diverse da quelle inquirenti la comunicazione  dei reati e pertanto chi lo fa commette un reato (favoreggiamento);

3) se è vero che chiunque è innocente fino a sentenza passata in giudicato allora questa presunzione di innocenza deve valere per tutti i reati compresi quelli contro la proprietà intellettuale;   

4) in ogni caso non riteniamo in alcun modo giustificabile che gli oneri tecnico/economici per la individuazione e repressione dei reati (di qualsiasi natura) debba essere sostenuta da una categoria di cittadini (qualsiasi tentativo di attribuire agli ISP partecipazione diretta od indiretta al reato è priva di ogni fondamento logico/fattuale in quanto l'ISP non è equiparabile in alcun modo all'editore ma può essere paragonato solo e soltanto ad un trasportatore);

Per quanto riguarda invece la cosiddetta "deep packet inspection", Assoprovider ha confermato stupore. "In questi mesi abbiamo assistito ad un intenso dibattito sulle intercettazioni telefoniche dal quale  si è conclusa la necessità di una limitazione dell'utilizzo delle intercettazioni perfino per i giudici. Ora ci domandiamo perché invece  l'intercettazione costante del traffico Internet (che contiene potenzialmente un patrimonio informativo sensibile molto più elevato di quella fonica) di tutti  i cittadini italiani dovrebbe essere esercitata da dei cittadini comuni come sono gli ISP senza alcun controllo da parte della magistratura e questo al solo fine di individuare un reato contro il patrimonio intellettuale".

Assoprovider infine ha proposto una strategia anti-pirateria basata su cinque punti:

1) forze dell'ordine adeguate in termini numerici e di preparazione;

2) formazione pubblica e diffusa affinché il reato sia culturalmente percepito;

3) rispetto di tutti i diritti in gioco e non solo di quelli relativi alla proprietà intellettuale come ad esempio diritto alla conservazione e diffusione della conoscenza, diritto di citazione, diritto di impresa (ISP) etc.;

4) liberalizzazione del settore in modo che chiunque possa divenire produttore/distributore di proprietà intellettuali (fine delle esclusive), fine del monopolio nella riscossione dei diritti da parte della SIAE e tutela anche per i piccoli produttori di contenuti (vedi disposizioni SIAE sulla distribuzione dei diritti derivanti da concertino) abolizione dei sussidi economici pubblici che contestualmente non portino le opere prodotte nella disponibilità della collettività; abolizione dei contributi derivanti dagli strumenti di riproduzione dai supporti di memorizzazione, definizione dei vincoli imponibili sulle riproduzioni meccaniche (copie back-up, circolazione etc.)

5) ridefinizione della durata dei diritti ed armonizzazione tra tutte le diverse forme di proprietà intellettuale (brevetti, diritti d'autore, diritti di esecuzione etc.)