Attacchi DDos legali in Olanda: è pur sempre protesta civile

In Olanda il Partito Democraten 66 ha proposto la legalizzazione degli attacchi DDoS. Il blocco di un sito è analogo a quanto può avvenire nella realtà con una manifestazione o un sit-in. L'idea è che si debba regolamentare l'hacktivismo.

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a cura di Dario D'Elia

Il Partito olandese Democraten 66 ha proposto la legalizzazione degli attacchi DDoS, in quanto espressione di dissenso digitale. Il leader della campagna, Kees Verhoeven, sostiene infatti che sia piuttosto strano il fatto che allo spazio Web non vengano riconosciute forme di protesta, come succede nella dimensione fisica. A suo parere sarebbe bene regolamentare le modalità di dissenso che rappresentano la forza del cosiddetto hacktivismo.

L'idea è che gli attacchi DDoS debbano essere considerati come una manifestazioni o in sit-in capaci di interrompere le normali attività. Allo stesso modo in cui si avvertono le vittime di quel che accadrà (sciopero programmato, manifestazione, etc.) così dovrebbe avvenire online, dando la possibilità alle vittime designate di potersi organizzare adeguatamente.

La proposta giunge dal Red District di Amsterdam?

La proposta di legge include ovviamente anche restrizioni, come ad esempio quelle riguardanti l'eventuale diffusione di informazioni personali dei visitatori dei siti. Ma anche lo spionaggio mail e comunque ogni elemento riguardante la privacy. Insomma, si parla di tollerare gli attacchi DDoS solo come strumento il cui fine è bloccare l'attività di un sito per un certo numero di ore.

Sebbene si possano avere opinioni diverse sull'argomento bisogna considerare che oggi le normative europee non fanno differenza fra i vari tipi di attacchi. Una condanna per attacchi DDoS è analoga a una per phishing o diffusione di virus. D'altra parte un'azione di questo genere, secondo NeuStar UltraDNS, può costare alle aziende che fanno almeno il 25% delle vendite online fino a 10mila dollari.

Insomma, da una parte i soli attacchi DDoS sono innocui, dall'altra hanno un costo per le imprese colpite da non sottovalutare. Se si facesse un parallelo con il mondo fisico si potrebbe dire che in fondo i danni provocati sono analoghi a quelli di una manifestazione.

Ma quante possibilità ha questa proposta di trasformarsi in legge? Difficile dirlo, soprattutto perché D66, che è un partito fondamentalmente di sinistra liberale (e oggi di opposizione) ha solo 10 seggi e preso il 6,9% nelle ultime elezioni. Però è anche vero che questo progetto potrebbe avere un sostegno trasversale. D'altronde si parla pur sempre di un diritto digitale dei cittadini.