Braccio bionico con IA, la protesi che non ti costa un occhio della testa

Una start-up di Toronto crea un braccio bionico dotato di intelligenza artificiale in grado di "pensare e vedere" da solo

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Nel campo delle protesi ci sono stati molti progressi negli ultimi anni, ma il prezzo rappresenta ancora un ostacolo molto complicato per molti pazienti in tutto il mondo. Un problema che SmartArm, potrebbe risolvere, oltre a fornire una migliore qualità di vita ai pazienti. 

SmartArm è un braccio bionico stampato in 3D e dotato di visione, sviluppato da una startup di Toronto e controllato dall'Azure AI di Microsoft. È una protesi molto più economica di altre simili, ma, secondo i creatori, è anche  “il primo braccio in grado di pensare e vedere" da solo grazie a una telecamera integrata e ad algoritmi di apprendimento automatico. Funzioni che lo rendono più facile da usare, e che permettono di fare più cose e di essere più autonomo. 

"SmartArm è un esempio perfetto di come le persone possano sfruttare l'intelligenza artificiale a fin di bene", ha dichiarato Hamayal Choudhry, 25enne fondatore e CEO di SmartArm. "Il nostro obiettivo è quello di creare braccia non solo accessibili e convenienti per le persone, ma anche funzionali e potenti".

Per funzionare, SmartArm sfrutta una videocamera posizionata nel palmo che vede gli oggetti e li trasmette agli algoritmi di Microsoft. Questi poi fanno muovere le dita nel modo migliore per afferrare l’oggetto stesso. L’idea è di creare un’esperienza simile a quella di un arto naturale; per prendere qualcosa non dobbiamo pensare al movimento dei singoli muscoli, e in qualche modo è il braccio stesso che “sa” cosa deve fare. L’obiettivo è di replicare lo stesso fenomeno. 

SmarArm è già ordinabile e costa 15.000 dollari, che è una frazione delle altre protesi intelligenti. Un fatto che di per sé ne ha decretato il successo quasi immedaito. "La risposta è stata travolgente. Abbiamo avuto persone che si sono iscritte da tutte le parti del mondo: Stati Uniti, Canada, Regno Unito", ha detto Choudhry, senza però fornire cifre esatte. 

"Molte persone finiscono per dover ipotecare la casa se hanno bisogno (di una protesi), perché l'unico modo per averla è pagare di tasca propria", continua il dirigente. Un problema che, forse, potrebbe diventare solo un ricordo.

“Una volta indossato lo SmartArm”, spiega una delle prime persone che lo hanno usato, “mi sono sentita un tutt'uno con esso. È un rapporto coesivo, sembra che sia sempre stato lì. Sto ancora imparando a usarlo, ma per me non si tratta solo del braccio".