Caso Btjunkie, la Procura inizia a censurare i proxy

La Procura di Cagliari, che si sta occupando del caso Btjunkie, si è resa conto per aggirare il divieto di accesso al sito di Torrent bastava utilizzare i servizi di proxyitalia.com. Intanto l’Associazione Italiana Internet Provider difende NGI e Fastweb.

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a cura di Dario D'Elia

 La Guardia di Finanzia ieri ha oscurato il sito proxyitalia.com, che di fatto consentiva di aggirare il divieto di accesso al motore di ricerca pirata Btjunkie. L'inibizione decisa lo scorso aprile dalla Procura di Cagliari, sembrava aver chiuso tutte le porte, ma con l'iscrizione nel registro degli indagati per favoreggiamento alla pirateria di Fastweb e Ngi, si è capito che qualcosa non ha funzionato.

Alla carica dei proxy

L'unica certezza in questo momento è la confusione generata dal caso. Tanto più che l'Associazione Italiana Internet Provider si è detta sorpresa delle indagini a carico dei suoi due associati. "Risulta infatti ad AIIP che il proprio associato (NGI, Ndr) avesse invece dato immediata esecuzione all'ordinanza di inibizione dell'accesso a due domini e tre indirizzi IP emessa il 19 aprile u.s. dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari secondo le indicazioni operative ricevute dalla Guardia di Finanza di Cagliari dandone, come richiesto, conferma", si legge nel comunicato ufficiale.

Fastweb invece ha confermato un problema tecnico, già prontamente risolto.

A questo punto non resta che attendere le prossime mosse della Procura di Cagliari: ha forse intenzione di censurare tutti i servizi proxy del mondo? In bocca al lupo.