Contenuti auto-prodotti sul Web 2.0? Un bluff!

Secondo Hitwise più del 90% degli utenti dei siti Web 2.0 si limita al consumo passivo.

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a cura di Dario D'Elia

Introduzione

Il Web 2.0 è ufficialmente un bluff, almeno sotto il punto di vista partecipativo. Lo conferma l'ultima ricerca di Hitwise, che ha scoperto la triste realtà che si nasconde dietro i contenuti auto-prodotti e condivisi. Solo un risicato 0,16% delle visite su YouTube sarebbe "portatore" di filmati; in pratica, secondo l'analista Bill Tancer, la stragrande maggioranza degli utenti è soprattutto consumatore passivo delle clip.

Allo stesso modo, lo studio ha confermato che solo lo 0,2% delle visite a Flickr, la nota piattaforma di photo-editing, viene effettuato per uplodare immagini. Insomma, in base alle statistiche, la maggior parte dei visitatori condividerebbe lo stesso comportamento dei telespettatori: fruizione totalmente passiva. L'unica eccezione è rappresentata da Wikipedia, che invece raggiunge un 4,6% di editing.

"Anche se il coinvolgimento è basso bisogna però ammettere che le visite nei siti Web 2.0 sono aumentate del 668% rispetto a due anni fa", ha dichiarato Tancer durante la Web 2.0 Expo conference di San Francisco . "Il Web 2.0 e i siti partecipativi comunque sono veramente di grande traino".

E per Web 2.0 - in questo ambito - si intende quella generazione di siti che cercano di trasformare i visitatori in partecipanti, fornendo tool che permettono di elaborare, editare e uplodare i proprio lavori. Un segmento che negli Stati Uniti conta come il 12% dell'attività online, il 2% in più rispetto a due anni fa.