Va bene la laurea, ma se poi nel curriculum o nella lettera di presentazione fate errori di battitura nessuno vi chiamerà per offrivi un posto di lavoro. Almeno è quello che succede in Google, dove arrivano circa 50mila curricula a settimana e quelli con errori di battitura vengono cestinati in tempo zero.
Il responsabile delle risorse umane del colosso di Mountain View, Laszlo Bock, spiega infatti che "gli errori di battitura sono mortali, perché i datori di lavoro li interpretano come una mancanza nella cura del dettaglio, e come un fallimento nella cura della qualità".
Ecco perché in Google l'errore di battitura è uno dei cinque motivi per i quali i curricula finiscono immediatamente nella pila di quelli scartati. E le vittime dei cosiddetti typo sono molte: stando all'informazione ufficiale si parla del 58% delle candidature che arrivano.
Secondo gli studi di scienze cognitive, la nostra vulnerabilità agli errori di battitura ha origine nel modo in cui il nostro cervello memorizza le informazioni. Lo psicologo Tom Stafford dell'Università di Sheffield sostiene che finiamo per conoscere talmente bene il nostro curriculum da rileggerlo con automatismo, quasi senza pensarci e quindi senza notare gli errori di battitura.
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È il motivo per il quale la correzione delle bozze di un articolo dovrebbe essere fatta da una persona diversa da chi ha redatto il testo. Alla luce di queste considerazioni Bock consiglia di "rileggere i curricula dal basso verso l'alto, di modo che invertendo l'ordine con cui vengono lette le informazioni ci si concentra maggiormente su ogni parola".
In alternativa c'è l'opzione di sfocare il testo in modo da rendere difficoltosa la lettura e obbligare a concentrare la vista su ogni parola. Tecniche che si conoscono da tempo e che non garantiscono il 100% di successo. La verità è che bisogna alzare il livello di attenzione, e possibilmente chiedere una rilettura anche a persone che non conoscono a memoria il vostro percorso formativo e professionale.