La produzione di chip si sta spostando davvero in USA ed è merito del governo Biden

Il governo degli Stati Uniti ha investito miliardi di dollari nelle aziende chip leader, spingendo un boom degli investimenti e una maggiore indipendenza nel settore.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il governo degli Stati Uniti ha investito oltre metà dei suoi 39 miliardi di dollari in incentivi del Chips Act in aziende come Intel, TSMC, Samsung e Micron. Questi investimenti hanno innescato un boom degli investimenti nel settore dei chip, con annunci di investimenti totali di 327 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni, secondo calcoli dell'Associazione dell'Industria dei Semiconduttori. Questo ha portato a un aumento impressionante della costruzione di strutture manifatturiere per dispositivi informatici ed elettronici negli Stati Uniti.

In altre parole, quello del Chips Act è un esempio perfetto di investimento pubblico, con un ritorno di quasi il 90%. 

La normativa voluta dal governi Biden ha una sua “gemella” in Europa nota come European Chips Act. Entrambe nascono come risposta all’emergenza del periodo pandemico, quando la carenza di chip ha messo in difficoltà più di un settore industriale. Ma pesa anche il rapporto con la Cina: il Vecchio e il Nuovo Mondo dipendono dal Dragone e da Taiwan per i prodotti tecnologici, e vogliono mettere fine a tale situazione. 

Per ora pare che gli USA abbiano messo a segno il loro colpo, e che la produzione di chip stia iniziando a spostarsi dall’altra parte el Pacifico. Aziende come Intel, TSMC e Samsung stanno costruendo importanti impianti negli Stati Uniti; la previsione è che entro il 2030 gli Stati Uniti possano produrre circa il 20% dei chip più avanzati al mondo. Questo non solo rafforzerà la sicurezza delle catene di approvvigionamento, ma garantirà anche una fornitura più stabile per settori cruciali come i data center e le telecomunicazioni.

Inoltre, il Chips Act sta incentivando investimenti nel settore automobilistico, aerospaziale e medico, garantendo una maggiore disponibilità di chip di base anche per questi settori. Questi investimenti non solo creano nuovi posti di lavoro, ma rendono gli Stati Uniti più competitivi nel mercato globale dei semiconduttori.

Gli esperti ritengono che questa strategia sia essenziale per garantire la sicurezza economica e tecnologica degli Stati Uniti e dell’Europa nel lungo termine. La sfida tuttavia è enorme: per decenni si costruito un sistema basandosi sul fatto che la Cina fosse la fabbrica del mondo; oggi, dopo esserci riusciti molto bene, stiamo cercando di invertire la rotta. Non sarà facile.