Facebook e Yahoo! dicono basta alla guerra dei brevetti

Facebook e Yahoo! hanno trovato un'intesa per quanto riguarda la diatriba su molteplici brevetti. Le due aziende, nei mesi scorsi, si erano denunciate a vicenda. Dall'accordo nasce una partnership che riguarderà pubblicità e interazione sociale.

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a cura di Manolo De Agostini

Yahoo e Facebook mettono da parte lo scontro sui brevetti e siglano un accordo che darà vita a una nuova partnership che non riguarderà solo la pubblicità, ma anche l'estensione e l'ampliamento degli accordi di distribuzione di contenuti. A febbraio era stata Yahoo a scagliarsi contro il social network di Mark Zuckerberg, affermando di possedere una decina di proprietà intellettuali violate dal famoso sito Web. Facebook, a sua volta, aveva risposto con una contro-denuncia, dopo aver acquistato un po' di brevetti da IBM e non solo.

Nel comunicato stampa trionfalistico diramato congiuntamente si legge che tramite "l'intesa, che include un accordo di cross-license sui brevetti, le parti lavoreranno insieme per portare a consumatori e inserzionisti esperienze multimediali promosse e distribuite attraverso Yahoo! e Facebook". Le due inoltre collaboreranno per integrare funzioni sociali sui siti Yahoo! tramite i quali saranno coperti grandi eventi. Tasto Like su contenuti e pubblicità, ma non solo, sono le possibili novità sul piatto.

"Siamo davvero felici di sviluppare una partnership più profonda con Facebook e sono grato a Sheryl (Sandberg, NdR) e al suo team per aver lavorato duramente insieme a noi per siglare questo accordo", ha dichiarato Ross Levinsohn, amministratore delegato ad interim di Yahoo!. "Combinare i contenuti premium e la portata di Yahoo! nei media digitali con Facebook offre agli inserzionisti una possibilità senza pari".

"Sono contenta che siamo riusciti a risolvere questo problema in modo positivo e siamo ansiosi di collaborare a stretto contatto con Ross e la dirigenza di Yahoo!", ha dichiarato Sheryl Sandberg, il direttore operativo di Facebook. "La dirigenza di Yahoo! è guidata da una rinnovata attenzione per l'innovazione e la realizzazione di ottimi prodotti per gli utenti. Insieme, siamo in grado di fornire coinvolgenti esperienze sociali creando valore per il marketing".

I due, intervistati telefonicamente da All Things Digital, hanno affermato che non era loro intenzione protrarre una lotta senza esclusione di colpi sui brevetti. In particolare Levinsohn, a capo di Yahoo! da maggio, ha dichiarato che non appena ha ottenuto la carica ha cercato di trovare un accordo con Facebook. La causa, d'altronde, era stata avviata dal precedente amministratore delegato, Scott Thompson (allontanato dopo aver scoperto che la sua laurea era taroccata), il quale probabilmente la pensava in modo diverso in merito all'uso delle proprietà intellettuali.

Zuckerberg: basta battaglie, meglio i matrimoni

"È importante per noi come azienda abbracciare pienamente l'esperienza sociale e mettere a posto il rapporto con Facebook. Era in cima alla mia lista quando mi è stato chiesto di assumere questo ruolo", ha aggiunto Levinsohn. "È un bene per i consumatori che Yahoo! e Facebook lavorino insieme", indicando come ad esempio la funzione Social Bar di Yahoo!, che collega il suo pubblico con gli amici di Facebook, abbia attratto 90 milioni di utenti. "Ha rappresentato un assaggio di come le nostre due società potrebbero lavorare insieme", ha aggiunto.

I due hanno giurato inoltre che non ci saranno cause sui brevetti in futuro. L'accordo comprende non solo la licenza di oltre la metà del portafoglio di brevetti digitali di Yahoo!, ma anche un'intesa con la quale l'azienda fondata da David Filo e Jerry Yang s'impegna a non citare in giudizio Facebook sulle proprietà intellettuali rimanenti, che il social network potrà usare acquisendone la licenza o comprandole.

"Dal nostro punto di vista, abbiamo bisogno di cooperazione nella Silicon Valley - preferiamo passare il tempo a siglare partnership che sulle battaglie legali", ha aggiunto la Sandberg. Brava Sheryl, ora bisogno spiegarlo anche agli altri "animali" che popolano la culla della tecnologia statunitense.