Fastweb e Telecom Italia Sparkle in ginocchio

La Procura di Roma ha scoperto una frode colossale che vede coinvolte Fastweb e Telecom Italia Sparkle. Fra i truffatori ecco spuntare manager di grido e alti dirigenti. Si parla di un giro di affari di 2 miliardi di euro e un'evasione IVA pari a 365 milioni di euro.

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a cura di Dario D'Elia

Fastweb e Telecom Italia Sparkle sono finite in una tempesta giudiziaria senza precedenti. Secondo il giudice per le indagini preliminari Aldo Morgigni siamo di fronte a "una frode tra le più colossali della storia d'Italia". La falsa compra-vendita di traffico telefonico tra il 2003 e il 2006 avrebbe consentito la fatturazione fraudolenta di 2 miliardi di euro – pari a un'evasione IVA di 365 milioni di euro.

Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb, ricercato

Il meccanismo era semplice. I truffatori avevano creato un gruppo di società fittizie in Europa che vendevano falsi servizi telefonici ad altre aziende fittizie in Italia. Le transazioni comunitarie di questo tipo non sono soggette a IVA. Successivamente, quindi, le italiane vendevano gli stessi servizi a Fastweb e TI Sparkle (routing telefonico internazionale) aggiungendo l'IVA del 20%. A questo punto i due piccoli gioielli italiani rivendevano il tutto alle prime società della filiera ovviamente non pagando l'IVA poiché considerata operazione comunitaria. Il risultato dell'operazione era un credito erariale che secondo gli inquirenti è stato utilizzato per fondi neri esteri. Denaro sonante speso per acquistare beni immobili, auto di lusso e gioielli.

Al momento sono almeno 12 i manager delle due società raggiunti da provvedimenti restrittivi sui 56 arresti complessivi. Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb ed ex amministratore delegato della società, è ricercato. L'ex presidente di TI Sparkle Riccardo Ruggiero è indagato, mentre l'AD Stefano Mazzitelli è già in carcere. Non manca un filone politico/mafioso che tira in ballo il senatore PdL Nicola Paolo Di Girolamo e una famiglia della 'Ndrangheta.

Fastweb e Telecom Italia Sparkle rischiano il commissariamento per "mancata vigilanza". Praticamente potrebbero entrare in amministrazione controllata con continuazione temporanea dell'attività sotto la direzione di un commissario. La richiesta della procura di Roma sarà valutata dal giudice il prossimo 2 marzo. Intanto in Borsa i due titoli sono in caduta libera.

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