Fatture e IVA, lo Stato digitale con i piedi di argilla

La falla nella piattaforma online dell'Agenzia delle Entrate è stata rappezzata ma resta il problema della qualità delle piattaforme informatiche pubbliche. Il processo di digitalizzazione deve andare di pari passo con la semplicità e la sicurezza. Persino Superman- Piacentini può fare poco se gli disseminano la strada di kryptonite.

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a cura di Pino Bruno

Non è stato un bel vedere, quell'avviso "servizio in stato di manutenzione" sul sito pubblico per inviare i dati di liquidazioni Iva, fattura elettronica, e fatture emesse e ricevute. Soprattutto perché la falla non è stata scoperta dai gestori - Sogei, il braccio operativo informatico del ministero dell'economia e delle finanze - bensì dagli utenti. Che si sono infuriati - a ragione - per la grave violazione della privacy dei contribuenti emersa negli ultimi giorni, "essendo stato riscontrato che il sistema telematico non garantisce la riservatezza dei dati inviati".

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In questa vicenda lo Stato digitale ha mostrato piedi di argilla. Tra l'altro in un ambito strategico come quello fiscale, che dovrebbe funzionare (anche online) come un cronometro svizzero. Oggi il "buco" è stato tappato ma solo parzialmente. L'avviso di ieri è stato sostituito da un altro messaggio:

spesometro sogei agenzia delle entrateNel comunicato dell'Agenzia delle Entrate non si chiede scusa agli utenti, d'altronde il fisco non lo fa mai, neppure quando sbaglia clamorosamente. C'è solo una proroga della scadenza: dal 28 settembre al 5 ottobre. I commercialisti, però, storcono il naso. Dicono che "questa nuova, ennesima proroga è, esattamente come le altre, assolutamente insufficiente" e chiedono che vengano modificate e semplificate le procedure del cosiddetto spesometro.

Il tema è questo: dematerializzare senza complicare, attivare servizi online che siano semplici da usare, che facciano risparmiare tempo, che garantiscano l'inviolabilità dei sistemi, in modo che le informazioni digitali viaggino sulle piattaforme con la massima sicurezza. Soprattutto se si tratta di dati sensibili, sensibilissimi come quelli fiscali (o sanitari).

Quanto è accaduto è intollerabile, anche perché rallenta il processo di digitalizzazione portato avanti con vigore ed efficacia dal commissario straordinario per l'innovazione, Diego Piacentini. D'altronde persino Superman può fare poco se gli disseminano la strada di kryptonite.