Google e la pubblicità invasiva

New York Times, Best Buy e Wikipedia criticano Google per la pubblicità nei risultati delle ricerche

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a cura di Dario D'Elia

Google ha attivato una nuova funzione di ricerca online che sta infastidendo alcuni fra i più importanti siti come New York Times, Best Buy, Wikipedia e Wal-Mart. In pratica, digitando il nome di un marchio conosciuto, fra i risultati vengono visualizzati la directory correlata e un'ulteriore stringa di ricerca per il corrispettivo dominio.

"Attraverso la sperimentazione, ci siamo accorti che presentare agli utenti un box di ricerca come parte del risultato, aumenta la possibilità di individuare l'esatta pagina cercata", sostiene lo sviluppatore Google Ben Lee.

Il problema secondo gli editori e le aziende coinvolte è che accanto ai risultati "di secondo livello" vengono mostrati banner pubblicitari di concorrenti. Insomma, è certamente una comodità per gli utenti/consumatori, ma un problema per alcuni siti. Di fatto non solo bisogna digerire la pubblicità degli altri ma anche un minore numero di pagine lette. Le ricerche che un tempo si facevano con i motori integrati adesso verranno effettuate con Google.

In verità l'opzione di ricerca Google all'interno del dominio esiste da anni: è un'opzione di Ricerca Avanzata o attivabile tramite la stringa "site:http://xxx"