I quotidiani perdono la pubblicità di Google

Il programma Google Print Ads, nato per la carta stampata, non ha funzionato e quindi chiude

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a cura di Dario D'Elia

I quotidiani cartacei stanno per perdere anche la pubblicità di Google. Il programma Print Ads, che nasce per agevolare gli inserzionisti nelle strategie multi-piattaforma (web e stampa), verrà definitivamente chiuso il prossimo 28 febbraio. "Non siamo riusciti a raggiungere un introito accettabile per i nostri partner, quindi abbiamo deciso di concentrarci su strumenti online per puntare a migliori risultati", ha dichiarato un portavoce dell'azienda.

Negli ultimi anni, secondo i dati di Newspaper Association of America, il mercato pubblicitario statunitense si è fortemente contratto: il fatturato è passato dai 48,7 miliardi di dollari del 2000 ai 42,2 miliardi di dollari del 2007. È evidente quindi che ne abbia risentito anche l'inserzionismo alternativo attuato da Google.

Da non dimenticare inoltre che i quotidiani statunitensi basano il loro fatturato al 90% dalla pubblicità: si tratta a tutti gli effetti dell'unico sistema per far quadrare i bilanci. Tranne che in Italia dove lo Stato contribuisce con un finanziamento pubblico per l'editoria (radio, tv, giornali, etc.) pari a circa 700 milioni di euro – considerando agevolazioni fiscali, telefoniche e postali, etc. (Fonte: La casta dei giornali di Beppe Lopez).

Il Print Ads comprende circa 807 quotidiani, fra cui: The New York Times, New York Post, The Washington Post e Mercury News.