IBM ha compiuto 100 anni, ha cambiato la nostra vita

IBM stappa lo champagne per i suoi 100 anni. Un traguardo ragguardevole. L'azienda di Armonk ha contribuito in maniera decisiva al progresso dell'umanità nel settore dei computer. E oggi, con migliaia di brevetti depositati ogni anno, getta le basi per plasmare il nostro futuro.

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a cura di Manolo De Agostini

IBM ha compiuto 100 anni. L'azienda fu costituita il 16 giugno 1911, e aprì la filiale italiana nel 1927. Una storia di successi, enormi, e di cadute, fragorose, ma con una costante: tante innovazioni, di ieri e di oggi, portano il marchio di Big Blue. In principio si chiamava Computing Tabulating Recording Corporation, ma poi nel 1924 cambiò nome in International Business Machine (IBM). E in quel nome la parola business, centrale, ha un significato quasi profetico.

Sono stati 100 anni molto intensi, che hanno portato l'azienda che ha sede ad Armonk a diversi cambi di rotta. Nel 1953, dopo oltre 40 anni di attività, ecco il primo scossone. Thomas Watson Jr. decide di puntare sulla ricerca e sviluppo, dando a IBM la spinta necessaria per diventare la prima azienda di computer al mondo.

IBM inizia così a lavorare a stretto contatto con le Università e gli istituti come il MIT, nonché a partecipare allo sviluppo di soluzioni per il settore militare. Nel 1954 IBM, ma più precisamente John Warner Backus, crea il linguaggio FORTRAN. Oggi IBM è l'azienda che registra ogni anno più brevetti di chiunque altro.

Nel 1957 IBM dice addio ai computer a valvole e punta sull'elettronica. Da qui lo sviluppo di hard disk, memoria e floppy disk. Nel 1964 ecco System/360, la prima serie di computer costituita da differenti macchine compatibili fra loro a livello software. 

Tutto procede fino al 1969, quando prende il via una causa antitrust che impone all'azienda di slegare software e servizi dai propri sistemi hardware. Nel 1982 il Dipartimento di Giustizia chiude il caso, abbandonandolo perché "senza merito". Tredici anni di battaglia legale hanno però influenzato tutte le decisioni dell'azienda risalenti a quel periodo, e non si può non dire che l'IBM che conosciamo oggi non sia figlia di quanto successo in quel periodo.

Nel 1981 ecco i PC IBM e successivamente il sistema operativo OS/2. La principale azienda di computer poteva esimersi da una sortita nel mondo dei PC consumer, in quel momento agli albori? No. E come molti di voi sapranno, quel periodo è stato fotografato in un film (con molti spunti fantasiosi), I pirati della Silicon Valley, in cui IBM è dipinta come il Grande Fratello che domina tutto e omologa il pensiero globale.

A dispetto della concorrenza della rampante Apple, IBM continua ad andare avanti, fino al 1992, quando l'azienda annuncia una perdita finanziaria di 8,1 miliardi sull'intero anno. Il nuovo amministratore delegato Louis Gerstner decide di consolidare IBM attorno alle soluzioni integrate, creando tecnologie al servizio del cliente.

Watson

Nel 1995 ecco l'acquisto di Lotus. L'azienda si concentra sul middleware, dove i margini di profitto sono più elevati, per abbandonare le applicazioni consumer. I middleware sono programmi che si frappongono tra applicazioni e altri software e servono a gestire sistemi complessi. Pensate a IBM Tivoli.

Tra la fine del 2004 e il 2005 IBM esce dal mercato consumer e smette di produrre computer, vendendo la sua divisione alla cinese Lenovo. Da questo momento IBM diventa sempre più un'azienda improntata su aspetti "alti" del mercato: il consumatore finale talvolta non lo sa, ma potrebbe ritrovarsi a usare tecnologie o sistemi ideati da Big Blue.

L'azienda per esempio progetta e realizza le CPU delle console e crea nuove tecnologie che in futuro saranno adottate sul mercato consumer. IBM è impegnata nello sviluppo dei supercomputer e recentemente ha mostrato le capacità di Watson, un sistema "intelligente" che è stato in grado di battere i due campioni statunitensi del quiz Jeopardy (Elementare Watson! Il PC di IBM trionfa a Jeopardy).

L'impresa, anche se può apparire simbolica, non lo è. Jeopardy è un gioco in cui i concorrenti devono indovinare la domanda giusta, in base ai suggerimenti forniti dal presentatore espressi tramite indizi formulati con indovinelli, battute o giochi di parole, tutte cose che un computer dovrebbe faticare a comprendere. Watson ne è uscito alla grande e ha dimostrato che realizzare computer intelligenti, e non meri calcolatori, è possibile.

Insomma, parafrasando una pubblicità, IBM è tutta intorno a te, e spesso non te ne accorgi nemmeno. Ma se stai facendo qualcosa, molto probabilmente lo devi a Big Blue. Auguri e altri di questi 100 anni!