Il monopolio Telecom vacilla: basterà un colpo di trivella?

Telecom fa difendere i suoi interessi da AGCOM, ASATI, SLC CGIL, ETNO e BEREC: tutti contro la liberalizzazione della manutenzione delle reti in unbundling. Secondo il relatore Stefano Saglia non vi è nessuna violazione delle normative UE, e infatti in Francia nel 2008 si è proceduto analogamente.

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a cura di Dario D'Elia

Il monopolio Telecom Italia sulla manutenzione delle reti in unbundling deve essere davvero un business incredibile. L'approvazione dell'emendamento leghista che di fatto vuole liberalizzare il settore, è stata criticata da organizzazioni industriali e sindacati. La cosa divertente è che la diretta interessata - ovvero Telecom Italia - non ha proferito parola; hanno parlato gli altri per lei. 

La lista dei paladini è lunghissima: AGCOM, ASATI (Associazione piccoli azioni Telecom), SLC CGIL, ETNO (L'Associazione europea degli operatori di telecomunicazioni) e infine BEREC (European Regulators Group for Electronic Communications). Le critiche all'emendamento sono molteplici ma si concertano per lo più sulla sua illegittimità e sugli effetti nel mercato del lavoro

Georg Serentschy, presidente del BEREC, sostiene che si tratti di una prevaricazione attuata ai danni del Garante. Solo l'AGCOM, come (a suo dire) prevede il regolamento UE, avrebbe il diritto di parola su questo argomento. ETNO ha espresso la stessa posizione.

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Bisognerebbe però ricordare che sono pareri di parte: BEREC è costituita dai presidenti delle 27 Authority della UE, mentre ETNO è presieduta da Luigi Gambardella - il numero uno dell'associazione Puntoit, che come riporta l'esperto IT Quintarelli agirebbe da lobbysta UE per conto di Telecom Italia. 

Le prime stime economiche indicano che la disaggregazione dell'offerta (manutenzione e servizi) costerebbe all'incumbent quasi il 30% dei canoni all'ingrosso, poiché sui 9,28 euro di costo per singola linea in unbundling circa 2 euro sono di manutenzione e 0,6 euro di costi commerciali. Moltiplicando questo dato per i milioni di clienti in unbundling si può intuire l'impatto sui ricavi. Quel che conta maggiormente però non è la rinuncia a questa entrata bensì la perdita del controllo diretto sulle operazioni di rete

Se fosse stata approvata prima una norma di questo genere l'AGCOM negli anni non avrebbe avuto bisogno di sanzionare Telecom Italia per aver ostacolato il passaggio di clienti agli altri operatori. Ricordate quando al telefono vi dicevano che non si poteva attivare il servizio ADSL perché bisognava attendere i tecnici in livrea rossa?

Eppure in mezzo a tutto questo fuoco di sbarramento vi sono almeno due voci fuori dal coro. Quella dell'ECTA (European Competitive Telecommunications Association) e quella dell'ex sottosegretario allo Sviluppo, Stefano Saglia, relatore dell'emendamento. L'associazione degli operatori TLC alternativi infatti è convinta che questa iniziativa stimoli la concorrenza senza minare le autorità nazionali.

Stefano Saglia

"La norma è coerente con il nostro ordinamento in quanto attuativa dell'articolo 34 del decreto salva Italia che abroga, in quanto contrario alla liberalizzazione delle attività economiche, l'obbligo di fornitura di servizi complementari all'attività svolta. Perché dovrebbe esserci un'eccezione per le telecomunicazioni?", ha spiegato Saglia in un'intervista a Libero pubblicata sabato. 

"Premesso che il legislatore può intervenire anche sulle competenze di AGCOM, in questo caso non è avvenuto perché l'emendamento non interviene sulle modalità di accesso all'ultimo miglio ma introduce dei modelli di semplificazione e di liberalizzazione sulle attività accessorie di manutenzione che oggi Telecom già esternalizza. Pertanto perché non possono farlo anche i concorrenti senza la mediazione di Telecom?".

Per altro come molti hanno già fatto notare è successo qualcosa di analogo in Francia nel 2008: il Parlamento legiferò e il Garante agì di conseguenza. Invece noi assistiamo a una guerra termonucleare scatenata da un emendamento (neanche una legge!) e per di più combattuta dai personaggi non protagonisti. La regia è certamente d'autore e magistrale: i movimenti di camera, come nel Neorealismo, si concentrano sui (presunti) fatti e non rivelano esplicitamente la mano che vi si nasconde dietro.