Il P2P è florido in Europa e sta appassendo negli USA

Il traffico P2P in Europa pesa nelle ore di picco quasi per il 50%, almeno secondo l'ultimo rapporto di Sandvine. Negli Stati Uniti sono al 12% probabilmente perché ci sono più servizi online di streaming legale. La Motion Picture Association of America forse l'ha capito.

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a cura di Dario D'Elia

In Europa il traffico P2P continua a crescere mentre negli Stati Uniti è in decisiva flessione, grazie al successo dei servizi di streaming legali come ad esempio Hulu e Netflix. La conferma giunge dall'ultimo rapporto di Sandvine (Global Internet Phenomena Report 1H 2012) che ha fotografato con precisione il traffico online (residenziale di picco, tra le 21.00 e le 23.00) statunitense, europeo e dell'Asia-Pacifico.  

Oltreoceano il file-sharing (e il fenomeno pirata annesso) ormai pesa per il 12,7%, contro il 14,3% del 2011 e il 19,2% del 2010. Nel Vecchio Continente e in Asia invece oggi si parla rispettivamente di quote pari al 31,69% e 43,89%. In verità in Europa la situazione è ancora peggiore poiché solo il circuito eDonkey vale un ulteriore 18,23%. In pratica si sfiora un complessivo 49,92% di traffico pseudo-pirata in up-streaming. Ovviamente bisogna sempre essere cauti in questo ambito perché non tutto il traffico P2P è illegale.

Primi passi illuminati

In ogni caso secondo gli esperti di Sandvine il motivo di questa discrepanza si deve soprattutto all'assenza diffusa di alternative legali. "Si vedono livelli più alti di file-sharing P2P rispetto ad altre regioni probabilmente a causa del problema delle licenze geografiche che impedisce la disponibilità di servizi di intrattenimento in tempo reale", sottolinea il rapporto.

Non a caso si stima che il 32,9% del traffico di picco statunitense in downstream oggi è generato dagli abbonati a Netflix - la piattaforma video-noleggio online (e postale) che di fatto ha spazzato via dal mercato BlockBuster. Anche Hulu ha praticamente raddoppiato la sua share in un anno raggiungendo quota 1.8%.

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In verità anche la Motion Picture Association of America si è resa conto che i consumatori sono più inclini alla legalità che alla pirateria se messi in condizione di accedere a ciò che desiderano, ovviamente a prezzi concorrenziali. 

"Credo che sia fondamentale trovare soluzioni alle sfide che riguardano entrambe le tipologie di consumatore e le persone che creano il contenuto. Perché in fin dei conti, questa discussione è sulle persone che amano spettacoli televisivi e film. Vogliono essere in grado di accedere in modo rapido e sicuro online ", ha scritto recentemente in una lettera aperta Marc Miller di MPAA.

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In fondo basterebbe ascoltare gli esperti del settore, che da tempo sostengono che la mossa migliore per sconfiggere la pirateria è quella di renderla meno attrattiva. Non serve la guerra a muso duro, o meglio i dati dicono che non è servita. Basterebbe parlare di accessibilità, nessuna restrizione geografica, prezzi concorrenziali e qualità di riproduzione. E tutto sarebbe risolto.