iPhone proibito per legge in Cina, rischio di spionaggio

La Cina avrebbe deciso di proibire l'uso di iPhone e di qualsiasi smartphone prodotto da aziende straniere ai propri funzionari governativi.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Aggiornamento 14 settembre

Nelle scorse ore la Cina ha smentito la notizia, affermando che non c'è stato alcun divieto di acquistare e usare smartphone stranieri, inclusi gli iPhone. Mao Ning, un portavoce del Ministro degli Esteri, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha dichiarato che "La Cina non ha promulgato leggi, normative o nuove politiche che proibiscono l'acquisto e l'uso di smartphone di marchi stranieri, come ad esempio Apple".

Il portavoce ha poi tenuto a sottolineare che "Il Governo cinese da grande importanza alle informazioni e alla cybersicurezza, e tratta le aziende locali e quelle fondate all'estero allo stesso modo". Mao ha infine aggiunto che Pechino spera che tutte le aziende produttrici di smartphone si impegnino a rispettare le leggi e le normative cinesi, oltre che a "rafforzare la gestione della sicurezza delle informazioni".

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Niente più iPhone in Cina, né smartphone di altri marchi stranieri: è quello che ha deciso il governo centrale di Pechino per i funzionari statali, che potranno quindi usare solo prodotti di brand cinesi. A riportarlo è il Wall Street Journal, che cita fonti interne informate dei fatti.

Stando alle fonti, il governo cinese aveva già imposto anni fa ad alcune figure di alto livello di non usare iPhone e, anche se non è ancora chiaro quanti siano gli uffici governativi e i dipendenti coinvolti nella nuova decisione, è lecito pensare che la decisione verrà applicata alla maggioranza dei funzionari ritenuti a rischio. Il timore della Cina è molto probabilmente lo spionaggio da parte degli Stati Uniti.

La scelta del governo centrale di Pechino arriva in un momento delicato per il rapporto Cina-Stati Uniti, impegnati in una “guerra tecnologica” che prosegue a suon di sanzioni da parte degli americani. È possibile che la scelta della Cina sia proprio una risposta alle continue sanzioni e ai ban imposti dagli Stati Uniti, che hanno come unico obiettivo quello di rallentare il più possibile lo sviluppo tecnologico del Paese, specialmente ora che siamo nel pieno della corsa all’intelligenza artificiale. La mossa, anche se decisamente più drastica, non sembra troppo diversa da quella fatta qualche tempo fa proprio dagli USA, quando il governo di New York ha vietato TikTok sui device dei propri funzionari.

Al di là delle implicazioni politiche, la decisione sarebbe anche un duro colpo economico per Apple: il mercato cinese è uno dei più grandi dell’azienda e, nel 2022, ha rappresentato circa il 20% del suo fatturato complessivo.

Immagine di copertina: adrianhancu