La produzione di LCD mette a rischio il pianeta

Un reagente utilizzato per la produzione di LCD è un pericolassimo gas serra, escluso dal Protocollo di Kyoto

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a cura di Dario D'Elia

Il riscaldamento globale potrebbe ulteriormente peggiorare a causa degli agenti chimici utilizzati nella produzione dei televisori LCD e dei semiconduttori. Un rapporto recentemente pubblicato dal Geophysical Research Letters confermerebbe infatti i gravi effetti collaterali prodotti dal trifluoruro d'azoto (Nitrogen trifluoride). Durante le fasi di lavorazione dei display a cristalli liquidi, dei semiconduttori e dei diamanti sintetici l'utilizzo di questo reagente in forma gassosa consente di ottenere depositi fondamentali per il risultato finale. 

Il problema è che con la diffusione degli schermi piatti è aumentata notevolmente la produzione e l'utilizzo del trifluoruro d'azoto, un gas serra che è escluso dal protocollo di Kyoto, probabilmente perché nel 1997 – quando è stato redatto – e nel 2005 – quando è entrato in vigore – questo reagente era prodotto in quantità limitate.

Oggi però, secondo Michael Prather, co-autore del rapporto, con una produzione prevista per il 2009 di 8 mila tonnellate vi è il rischio di incidere sul riscaldamento globale 17 mila volte di più rispetto all'anidride carbonica.

Solo nel 2008 è stato calcolato che la produzione globale di questo reagente impatterà sull'ambiente come un paese grande come l'Austria, quindi analogamente a circa 67 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Insomma il semi-sconosciuto trifluoruro d'azoto può fare maggiori danni rispetto ai PFC e all'Esafluoruro di zolfo, probabilmente i gas serra più pericolosi.