La Pubblica Amministrazione si paga con PayPal

La piattaforma PagoPA per pagare online i servizi della Pubblica Amministrazione, prevede ora anche PayPal. Intanto il Mobile Money, il denaro gestito da dispositivi mobili, decolla nel Bel Paese, e 7 italiani su 10 usano il proprio dispositivo mobile per mobile banking, shopping e pagamenti quotidiani.

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a cura di Alessandro Crea

Grazie alla collaborazione tra Intesa San Paolo e la piattaforma PagoPA, ora è possibile utilizzare PayPal anche per pagare online i servizi della pubblica amministrazione, tra cui le tasse scolastiche e universitarie, il bollo auto, le multe, il ticket sanitario, la tassa sui rifiuti e molto altro ancora. Sono infatti già oltre 17mila in tutta Italia gli Enti Creditori aderenti al sistema pagoPA, che consentono il pagamento direttamente nel portale dell'Ente o attraverso i Prestatori di Servizi a Pagamento (PSP), l'elenco completo è consultabile a questo indirizzo.

Sfruttare questa nuova opportunità è semplicissimo. Basta infatti recarsi sul sito ufficiale dell'ente su cui bisogna effettuare il pagamento e, tra le diverse opzioni, selezionare "App e altre modalità di pagamento", scegliendo quindi PayPal. Una volta accettate le condizioni si potrà procedere al pagamento. Ovviamente il servizio è reso disponibile a tutti i titolari di conto PayPal che abbiano collegato un conto bancario o una carta di pagamento - Visa o Mastercard - o che abbiano un saldo PayPal attivo. Il costo del servizio, reso da Intesa Sanpaolo, è di 1,5 euro. Il servizio è disponibile per importi massimi di 500 euro.

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I tempi del resto sembrano ormai maturi anche nel nostro Paese, come certificano anche i dati di un recente studio svolto da Visa, "Digital Payments Study", volto a esplorare ogni anno i comportamenti dei consumatori europei verso i pagamenti digitali, dalla modalità contactless allo shopping online, così come le loro attitudini rispetto alla privacy e alla sicurezza.

Secondo lo studio anzi i nostri connazionali sono quelli che in Europa Occidentale utilizzano di più lo smartphone o altri dispositivi mobili per gestire finanze e pagamenti, raggiungendo una quota del 74%.

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Gli italiani risultano essere infatti molto propensi rispetto alla media europea (68% contro 62%) a utilizzare servizi di pagamento su dispositivi mobili, con ben 8 italiani su 10 (81%) che hanno utilizzato un servizio di pagamento con memorizzazione dei dati della carta o un servizio di pagamento basato sul Web o su dispositivo mobile (mobile wallet). I primi in particolare, con una quota del 63%, risultano i servizi più utilizzati.

Ovviamente a guidare la diffusione del Mobile Money sono i cosiddetti Millennials, cioè i nati tra il 1979 e il 2000: ben l'86% dei consumatori europei dai 18 ai 34 anni si dichiara infatti "Mobile Money user". La percentuale dei Millenial italiani utenti della mobile money si attesta leggermente sotto all'82%. Di pari passo ovviamente si espande anche l'accettazione dei pagamenti digitali.  I commercianti europei infatti stanno adottando in misura crescente le nuove tecnologie a supporto dell'accettazione dei pagamenti sia con carta sia con dispositivi mobili.

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Nel frattempo calano anche i timori relativi a privacy e sicurezza. Se nel 2016 infatti il 51% degli intervistati nutriva perplessità sulla privacy ora si è scesi al 46% in Europa e ancora più giù in Italia, dove solo il 33% esprime preoccupazioni. Un decremento ancora più marcato fanno registrare le paure sulla sicurezza: in Europa si passa da 65% degli intervistati nel 2015 e 2016 al 59% nell'edizione 2017 dello studio di Visa, ma la percentuale in Italia si attesta addirittura al 53%.

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Infine i dati biometrici quale metodo di autenticazione continuano a crescere in popolarità. L'84% dei consumatori in Europa, l'85% in Italia, esprimono fiducia in queste misure come forma di autenticazione sicura, in crescita dal 59% dell'edizione 2016 dello studio.

Gli italiani Baby Boomer e Millenial si dimostrano molto orientati verso queste forme di autenticazione con una quota dell'86% e dell'87% rispettivamente riguardo alla media europea di questa fascia di consumatori (87% e 84%). 


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