La sonda Voyager 2 sta volando nello spazio interstellare

Dopo la Voyager 1, anche la sonda spaziale gemella Voyager 2 entra nello spazio interstellare. Continuerà a inviarci dati almeno fino al 2025, quando esaurirà le scorte di plutonio.

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a cura di Elena Re Garbagnati

La sonda Voyager 2 della NASA, lanciata nello Spazio nel 1977, si è unita alla Voyager 1 al di là dei confini del nostro Sistema Solare. Era noto da tempo che la sonda spaziale fosse diretta verso lo spazio interstellare, ma era impossibile prevedere con esattezza il momento del passaggio, annunciato ufficialmente ieri dalla NASA. Dopo oltre quattro decenni di esplorazione del Sistema Solare e dopo essersi affermata come l'unica sonda che abbia mai studiato Nettuno e Urano durante i voli planetari, ora si trova a poco più di 18 miliardi di chilometri dalla Terra.

Gli operatori di missione possono ancora comunicare con la Voyager 2, ma le informazioni, che viaggiano alla velocità della luce, impiegano circa 16,5 ore per viaggiare dalla sonda alla Terra. Per dare un termine di paragone, la luce che arriva dal Sole impiega circa otto minuti per raggiungere la Terra.

Voyager 2 ha visitato tutti e quattro i giganti gassosi - Giove, Saturno, Urano e Nettuno - e ha scoperto 16 lune, oltre a fenomeni come il misterioso punto oscuro di Nettuno, le crepe nella crosta di ghiaccio di Europa e molto altro.

Gli scienziati stavano monitorando la posizione della Voyager 2 dalla fine di agosto, quando i dati trasmessi dalla sonda suggerivano che si stava avvicinando a quello che gli scienziati chiamano eliopausa, una bolla creata dal vento solare e composta di particelle cariche che fuoriescono dal nostro Sole e influenzano l'ambiente all'interno il nostro Sistema solare. L'eliopausa è per convenzione l'inizio dello spazio interstellare. Oltre questa bolla, le navicelle spaziali sono soggette all'azione di particelle ad energia molto più alta rispetto a quelle a energia più bassa presenti nel Sistema Solare.

Due strumenti a bordo della sonda Voyager 2 misurano queste particelle mentre si scontrano con il veicolo spaziale. La transizione da particelle per lo più a bassa energia a un'ondata improvvisa di raggi cosmici indica agli scienziati che la sonda ha attraversato l'eliopausa.

La Voyager 1 ha compiuto lo stesso viaggio nel 2012, ma i dati registrati allora non potevano essere usati per fare previsioni esatte, perché l'eliopausa non ha una forma sferica perfetta, si restringe e si espande con il flusso e riflusso del vento solare. Quindi gli scienziati hanno dovuto aspettare di ricevere i dati dalla Voyager 2 per calcolare la sua posizione. All'inizio di agosto ci sono stati i primi segnali della partenza cosmica, con un aumento generale dei raggi cosmici e una diminuzione delle particelle locali. Il passaggio allo spazio interstellare ha richiesto tempo.

Rob Decker, che lavora con uno dei rilevatori di particelle della Voyager, spiega che "qualcosa di strano è accaduto intorno al giorno 310 [il 5 novembre]: stava attraversando l'eliopausa". L'emozione degli scienziati è alle stelle, perché la Voyager 2 ha ancora in funzione uno strumento che sulla Voyager 1 ha smesso di funzionare molto prima del passaggio nell'eliopausa, il Plasma Science Experiment. Questo significa che il viaggio della Voyager 2 produrrà dati inediti.

Comune sarà invece il destino ultimo delle due sonde. Continueranno a trasmettere dati il più a lungo possibile. Alla fine, quando si esaurirà del tutto la scorta di plutonio che alimenta i veicoli spaziali, le sonde spegneranno gli strumenti e non avremo più notizie. Accadrà all'incirca dopo il 2025.