L'acquisto online di farmaci è illegale, ma nel 2013?

L'Italia considera illegale l'acquisto di farmaci su Internet, ma la nuova normativa UE dal prossimo anno potrebbe far cambiare tutto. Sarebbe anche il caso di intervenire sulla legge che punisce la vendita di medicinali contraffatti.

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a cura di Dario D'Elia

L'acquisto di farmaci online in Italia non è legale, ma dal prossimo anno grazie alle nuove certificazioni europee qualcosa cambierà. Il caso del sorbitolo-killer (che poi alla fine si è dimostrato nitrito di sodio) ha acceso i riflettori sullo smercio online di medicinali.

Il problema, sebbene le lobby dei farmacisti sostengano il contrario, non è teoricamente la vendita online bensì il fatto che gli store dovrebbero essere riconoscibili e certificati, nonché vendere ciò che è legale nel rispetto delle le prescrizioni. Risolto questo aspetto rimane quello della contraffazione, della truffa, della pratica commerciale scorretta e della circonvenzione di incapace. 

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L'ente statunitense LegitScript stima che le farmacie online legali siano l'1%, gli altri sono tutti truffatori. Ma il fenomeno italiano quanto è grande? "Difficile dirlo, si tratta di operazioni che avvengono nell'illegalità e dunque non hanno contorni precisi", ha spiegato Marta Gramazio dell'unità dell'Aifa per la prevenzione della contraffazione a La Stampa. "Dalle operazioni di sequestro effettuate dalle forze di polizia e da una indagine Aifa su un campione rappresentativo, riscontriamo un aumento del fenomeno". 

Fortunatamente, grazie alla nostra arretratezza digitale, la contraffazione pesa per lo 0,1% del mercato italiano contro una media europea dell'1%. Per altro i prodotti più cercati sono Viagra e preparati per la perdita di peso.

C'è molto da fare, anche sotto il punto di vista normativo perché come ricordano gli esperti la sola vendita di medicinali contraffatti è un reato minore. La pericolosità di un farmaco, stando a una sentenza del 1966 della Corte di Cassazione, si valuta in "rapporto causa-effetto tra assunzione del medicinale e possibile danno".

Insomma, in un mondo ideale si consentirebbe l'apertura di farmacie online per favorire la libera competizione nel settore, l'abbassamento delle tariffe e il rispetto delle esigenze dei consumatori.

Da rilevare poi un interessante comportamento bipolare del Codacons, fotografato proprio in queste ore dall'esperto in TLC Stefano Quintarelli. La nota associazione dei consumatori si è sempre dichiarata contro la censura online, ma di fronte al caso della signora di Barletta ha chiesto di oscurare i siti che vendono farmaci illegali.

"Perchè invece di filtrare il traffico sulle reti (che sai dove inizia come possibilità d'uso, non sai dove finisce) non facciamo una leggina che, dà poteri all'AGCOM di disporre la sospensione dei pagamenti sulle reti del sistema bancario?", chiosa Quintarelli.