Qualche tempo fa nella rubrica di libri per bambini ho consigliato Sulle tracce degli antenati, un interessante libro di Telmo Pievani, filosofo, storico della biologia, esperto di teoria dell'evoluzione e professore di Filosofia delle scienze biologiche all'Università degli studi di Padova.
Le maestre della scuola primaria a cui ho l'ho fatto visionare si sono dimostrate talmente interessate che ho deciso di fare una chiacchierata con l'autore per approfondire alcuni dei punti cardine del libro, che oltre ad essere un'avventura avvincente per i bambini si rivela un eccellente spunto di insegnamento sia in classe, sia a casa.
Uno degli elementi didatticamente più interessanti è che Pievani è riuscito far comprendere ai giovani lettori la scansione temporale dell'evoluzione umana. Un processo che ha richiesto (ed è tuttora in corso) milioni di anni e che proprio per questo è difficile da figurare in modo corretto nella propria mente. L'autore ci ha spiegato che quello delle interviste è un espediente per far capire non solo questo aspetto, ma anche per scardinare idee errate che abbiamo corretto solo nell'ultimo decennio, e su cui gli insegnanti spesso non sono preparati per mancanza di testi adeguati.
Noi siamo portati (e per tanti anni l'abbiamo fatto) a credere che quella dell'Homo Sapiens sia stata la specie predestinata all'evoluzione, e che la nostra storia si sia sviluppata in questa direzione. In realtà non è così - ci spiega Pievani - perché come si evince leggendo il libro c'erano cinque specie umane che "se la sono giocata" e alla fine la nostra ha prevalso. La vecchia e superata scala evolutiva per gradini, che partiva dalla scimmia per arrivare a noi, non è la vera versione della storia. Noi insomma non siamo dei predestinati, e il nostro successo non è stato scontato o predefinito, è frutto del processo evolutivo.
L'altro caposaldo del libro riguarda la nostra capacità di adattamento. Noi siamo una specie di migranti, di curiosi che come diceva un grande evoluzionista vogliono sempre vedere cosa c'è "dall'altra parte della collina". Per questo siamo usciti dall'Africa più volte, abbiamo esplorato e abbiamo colonizzato la Terra. Il tutto non si riduce al fatto che ci siamo adattati a diverse condizioni climatiche, che è pur vero. Diverse tribù, diversi gruppi di persone che un tempo di chiamavano "razze" si sono mescolate, dando vita a una diversità genetica che ci ha rafforzato e resi più resistenti e più forti. Ed è importante sottolineare che in questo processo l'arrivo dell'uomo ha sempre modificato la biosfera e avuto conseguenze (negative) sull'ambiente.
In milioni di anni abbiamo più volte modificato l'ambiente e noi stessi, e questi sono due aspetti onnipresenti e opposti dell'evoluzione. Da una parte quello negativo, della scomparsa di specie e dallo sfruttamento delle risorse ambientali che ha arrecato danni alla biosfera stessa, dall'altro la soddisfazione del nostro istinto migratorio e curioso.
In tutto questo come si inserisce la colonizzazione di Marte di cui si parla tanto, se un giorno avverrà davvero? Pievani spiega che è il proseguio dell'evoluzione, che come sulla Terra avrà pro e contro, tant'è vero che si parla già di sfruttamento minerario nello Spazio.
Pievani ricorda inoltre che nel corso del nostro percorso evolutivo la diversità è stata la nostra ricchezza, perché la "purezza" di quella che un tempo si definiva la "razza" in realtà è una debolezza, al contrario della mescolanza di razze differenti, che ha permesso di avere individui più forti, più resistenti, più adattabili. Un processo che permette di inquadrare meglio anche i flussi migratori odierni dall'Africa, che non si possono comprendere senza una conoscenza della nostra storia evolutiva.
Pievani ci ha spiegato anche perché questo fenomeno - che non è retaggio del passato, ma attuale più che mai - crea timore e diffidenza, come dimostrano molti studi specializzati e indipendenti: si tratta di un atteggiamento fortemente radicato che ci porta a distinguere fra i componenti della nostra tribù (i nostri) e le tribù sconosciute (gli altri), che vengono viste come una potenziale minaccia, in assenza dell'appropriata cultura sull'evoluzione e in presenza invece di forti preconcetti, perché è di questo che si tratta.
Un esempio lampante è l'esito delle elezioni statunitensi? Come sottolinea Pievani non solo ne è un esempio, ma è anche il frutto lampante di un disastroso sistema scolastico statunitense nella scuola dell'obbligo. Nonostante le critiche che vengono spesso mosse alla scuola italiana, il nostro sistema punta sulla diversificazione e fa sì che gli studenti finiscano la scuola dell'obbligo con una cultura generale che spazia dalla storia alla geografia, alla scienza, alla biologia, eccetera. Negli Stati Uniti è il contrario: il livello di cultura generale e flessibilità fornito dalla scuola dell'obbligo è scarso, e si punta moltissimo sugli studi specializzati successivi (su cui noi invece siamo più carenti, a dimostrazione che nessuno dei sue sistemi è inattaccabile). Il risultato è che c'è un'ampia parte della popolazione che va al lavoro dopo la scuola dell'obbligo, con un livello di acculturazione basso e quindi concetti (e preconcetti) fortemente sbagliati.
Leggendo il libro - prosegue Pievani - emerge in maniera lampante che per comprendere la nostra storia evolutiva sono necessarie storia, geografia, scienze, paleontologia, biologia, eccetera, quindi un ventaglio molto ampio di materie che nella scuola italiana insegniamo. Anche se è da dire che finora lo abbiamo fatto separatamente, quando invece occorrerebbero delle nozioni interdisciplinari che proprio questo libro offre.
Bene per gli insegnanti e per la scuola quindi, ma non solo. Spesso sono anche i genitori ad avere pregiudizi che poi trasmettono ai figli reiterando messaggi errati, che si ripercuotono sulla nostra società. L'aspetto positivo è che spesso i contenuti per ragazzi, come la trasmissione Terra in vista su Radio 24 tenuta dallo stesso Pievani e da Federico Taddia, vengono seguiti da un folto pubblico adulto. Chissà se accadrà lo stesso con questo libro!
Di sicuro tutti dovremmo prendere insegnamento dall'ultimo concetto sottolineato dal libro: gli errori, come i successi, fanno parte della nostra evoluzione. Anzi, è grazie agli errori che abbiamo potuto capire come migliorare, e continuiamo a farlo. Una buona notizia per il nostro futuro, visto quello che sta succedendo nel mondo oggi.