L'Internet of Everything di Qualcomm e la piattaforma AllPlay

Qualcomm ha fatto il punto sull'Internet of Thing e mostrato molti prototipi di quello che vedremo nei prossimi anni.

Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Qualcomm ha fatto il punto sullo stato dell'Internet of Things, o meglio come la chiama IoE, cioè Internet of Everything. L'evento è stata l'occasione per alcune presentazioni ma soprattutto per mostrare l'impegno dell'azienda, concretizzato in molti prodotti e prototipi. 

Il mondo dei prodotti interconnessi è un mercato in espansione, anzi, è vicino a una reale esplosione, e varrà nei prossimi anni svariati miliardi di dollari - anche se già ora non vale per niente poco.

1

Stima di quanto varrà il mercato dell'IoT

Attualmente ci sono differenti approcci e tutti, chi più e chi meno, sono legati all'ovvio concetto di cloud. Qualcomm crede che sia necessario un cambiamento, cioè portare buona parte della capacità di calcolo direttamente sul dispositivo, creando nodi in grado di elaborare e comunicare direttamente con tutti gli altri dispositivi. È chiaramente un approccio pensato per velocizzare e snellire l'interoperabilità dei sistemi. 

L'azienda è già attiva in molteplici mercati, perché se diamo uno sguardo all'universo dell'Internet of Thing, ormai è praticamente ovunque. Entertainment, Healthcare, auto, case, città. E tutte le aziende voglio prendere parte a questo ballo. I pilastri su cui si poggia lo sviluppo dell'IoT sono i servizi, quindi la parte cloud, che richiede uno sviluppo della connettività. La potenza dei dispositivi stessi, perché è la base per rendere i dispositivi più intelligenti. E l'interoperabilità, perché se i prodotti non sono in grado di comunicare tra loro e con i servizi, non saranno mai abbastanza intelligenti.

Uno sguardo a questa slide mostrata durante la presentazione rende chiaro quanto sia complesso questo universo. Alta densità ed elevata quantità di dati da scambiare, bassa latenza per rendere le interazioni in tempo reale e possibilità di scambiare i dati a lunga distanza, tutto in movimento, in maniera integrata e affidabile. Con basso consumo di energia perché i dispositivi devono durare nel tempo, devono costare poco perché si diffondano, e quindi devono essere poco complessi, modulari e piccoli, per integrarli ovunque.

2

Gli elementi in gioco nel mercato dell'ioT

Le sfide sono innumerevoli, e le tecnologie impiegate sono molte. Inoltre Qualcomm fa ancora presente come sia necessario che Wi-Fi e LTE, quindi connettività mobile e locale possano lavorare assieme, per permette il passaggio dei dati da una tecnologia all'altra senza che l'utente debba pensare a tutto. Insomma, elevata ergonomia.

Wi-Fi, Bluetooth e LTE non dovranno battagliare per assumere un ruolo preponderante nell'universo delle cose, ma lavorare assieme, perché ognuna di queste tecnologie ha i suoi vantaggi. Però i dispositivi dovranno essere in grado di connettersi tra loro (reti mesh) e soprattutto di parlare la stessa lingua, e Qualcomm sta cercando di farlo con il suo linguaggio AllJoin. Si tratta di un framework software che permette la connettività e interoperabilità tra più dispositivi, anche di settori differenti, con lo scopo di creare un ecosistema flessibile, un'alleanza a cui hanno già aderito più di 140 aziende.

3

Wi-Fi e LTE devono diventare una cosa sola

Durante la presentazione sono stati presentati due nuovi moduli, il QCA401X e il QCA4531, che abilitano la connessione Wi-Fi dei dispositivi, i più disparati, dai frigoriferi alle lavatrici. Ma l'annuncio forse più interessante, quantomeno quello più vicino allo spirito degli appassionati, è la piattaforma AllPlay, una soluzione hardware/software che permette di creare sistemi audio multi-room, in maniera innovativa.

La piattaforma non è nuovissima, ma Qualcomm sta spingendo il piede sull'acceleratore, e in questi mesi sono attesi molti prodotti basati su AllPlay. Durante la presentazione è intervenuto Noel Lee, il fondatore e visionario di Monster, presentando un altoparlante basato su AllPlay, in vendita da questi giorni negli Stati Uniti e che arriverà in Europa fra circa quattro mesi. Parleremo più nello specifico di questo prodotto in un altro articolo.

4

AllPlay, dal Bluetooth al Wi-Fi

Il vantaggio di AllPlay, rispetto ad altri sistemi oggi in commercio, tra cui il più famoso è senz'altro Sonos, risiede nella capacità di usare il bluetooth e il Wi-Fi contemponearamente e di parlare con altri dispositivi non dotati della stessa tecnologia. Facciamo un esempio. Tramite il telefono vi collegherete via Bluetooth a un altoparlante basato su AllPlay. Successivamente sarà l'altoparlante a distribuire la musica su altri sistemi tramite il Wi-Fi, anche se di altri produttori e non basati su AllPlay. E tutto verrà effettuato con latenza bassissime, così da poter gestire anche sistemi stereo senza difetti nella riproduzione. Ancora meglio, il sistema lavora senza la necessità di un'app specifica, quindi significa che potrete usare direttamente l'app del telefono o Spotify, Dezzer o un altro sistema, senza passare per un'App proprietaria.

Il vantaggio del Bluetooth è la sua facilità d'uso, poiché praticamente chiunque è in grado di ricercare un dispositivo blueooth e collegarlo. Sono già stati annunciati 18 differenti prodotti, che potranno variare per alcune caratteristiche, come il supporto a uscite aux, la compatibilità stereo o differenti equalizzazioni, oltre ovviamente alle differenze estetiche e di componentistica. Aspettatevi quindi l'inizio di una vera battaglia in un settore che fino ad ora è stato terreno di pochi e con soluzioni più o meno convincenti, ma in tutti i casi abbastanza costose. Nei prossimi mesi vedremo uscire prodotti più economici e facili da usare.

6

###66332###

In alcune aree demo erano presenti vari prodotti e prototipi, e uno dei più stravaganti era un paio di occhiali, abbastanza grande e vistoso, sviluppato assieme a BMW e basato sulla piattaforma Vuforia (lo vedete nella galleria qui sopra). Per facilitare la comprensione, si trattav di una sorta di Google Glass, collegato all'auto e che permette di interagire velocemente con gli oggetti circostanti. Pianificare il navigatore dall'indirizzo presente su un volantino e passarlo al navigatore in auto, per concludere con la navigazione a piedi. Vedere immagini direttamente sulla lente dell'occhiale catturate dalla videocamera posteriore dell'auto, e così via.

Stiamo vivendo un momento di sperimentazione, dove le aziende investono parte delle loro risorse in prototipi che gli permetteranno di capire quale sarà la strada da percorrere. Prodotti costosi e più o meno riusciti, ma tutti in grado di rappresentare un'evoluzione ancora un po' goffa, ma che offre uno sguardo sul futuro. Se oggi guardiamo i PC di 20 anni fa ci scappa da ridere per quanto erano grossi e brutti, e probabilmente faremo lo stesso fra vent'anni guardando i prototipi di occhiali intelligenti. Ma un passo alla volta si arriverà a prodotti funzionali ed economici. E senza la frammentazione, che Qualcomm spera di evitare, tutto sarà più veloce e funzionale.